Per i rappresentanti di palazzo dei Leoni necessario contestualmente un abbassamento dei toni del dibattito politico. Su internet: “In alcuni siti si fomenta la violenza, bisogna rafforzare il controllo”. Ma più in generale si ritiene necessaria una trasformazione culturale della società
Diversi capigruppo e consiglieri provinciali hanno sottoscritto questa mattina un documento per manifestare il proprio disappunto rispetto all’aggressione al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e per lanciare contestualmente un appello affinché si abbassino i toni dello scontro politico. “Quello che è accaduto è frutto di un periodo di tensioni e di un clima pesante e rappresenta un segnale inquietante per la nostra democrazia – si legge nel testo -. L’atto delinquenziale che si è consumato a Milano ci spinge a considerare che sia giunto il momento di alzare la guardia, ci sono in giro troppe persone pronte a gesti di violenza inspiegabile”. Per questo secondo i consiglieri “è bene che ci si fermi anche a riflettere e ciascuno, nessuno escluso, contribuisca a rasserenare gli animi. In Italia si sta rischiando di perdere il controllo della democrazia”.
Nota anche sulla rete, che avrebbe contribuito alla creazione di questo clima: “Inquietante è il fiorire di siti internet in cui si fomenta la violenza, l’aggressione ad personam che mai, nella storia italiana, aveva raggiunto toni così elevati”. Per i consiglieri, in tal senso, bisognerebbe rafforzare il controllo e la repressione di quelle frange che utilizzano internet come campo di battaglia, trasformando un mezzo di progresso in uno strumento di offesa.
“Si impone una trasformazione culturale della nostra società – continua il documento – non è più possibile fare politica in un clima di avversione e di aggressione continua, sia mediatica che verbale. Se vogliamo che il nostro Paese possa ritrovare una propulsione di crescita e sviluppo dobbiamo tutti quanti riconsiderare i termini del confronto, promuovendo il rispetto del contraddittorio e la moderazione del dibattito politico tra maggioranza e opposizione”.
All’atto, proposto da Ciccio Rella, non hanno aderito Francesco Andaloro di Rifondazione Comunista e Antonino Calabrò del gruppo Autonomisti di Base.