E’ tornata a riunirsi questa mattina a Palazzo Zanca, ospiti i presidenti dei quartieri. Russo: «Nessuna certezza su copertura finanziaria e tempistica». Muscolino: «Il documento delle opere connesse non sia uno specchietto per le allodole»
E’ la commissione dedicata al Ponte, ma soprattutto a ciò che la città “chiederà” come corollario alla grande opera voluta ad ogni costo dal governo Berlusconi. Ma è anche la commissione dei dubbi, delle perplessità e delle “preoccupazioni”. Quelle di chi si ritrova ad un progetto ancora allo stato preliminare, senza nessun privato che abbia minimamente preso in considerazione l’idea di investire sul Ponte, e dunque senza alcuna certezza. La commissione Ponte, presieduta da Nicola Barbalace (nella foto), è tornata a riunirsi oggi e può davvero diventare il teatro ideale per quel confronto che finora, probabilmente, non si è mai svolto concretamente, fatta eccezione per il comitato interistituzionale messo su a Palazzo dei Leoni dall’ex sindaco ed ex presidente della Provincia Salvatore Leonardi.
Proprio Leonardi e quella esperienza del comitato sono stati citati oggi da Giorgio Muscolino dell’Udc, il quale però è costretto a ricordare che «dal 2003 ad oggi questo Comune non ha fatto nulla», tanto che anche la delibera sulle opere “compensative”, predisposta dal dirigente Giovanni Caminiti e portata “ai voti” del Consiglio direttamente dal sindaco Giuseppe Buzzanca, rischia di diventare «vecchia, superata». Con il rischio che si trasformi in uno «specchietto per le allodole» da presentare al Governo, invece che una «pianificazione contenente il ridisegno della città che questo Comune intende proporre».
Un rischio condiviso dal Alessandro Russo, presidente della V circoscrizione, ospite della commissione insieme ai colleghi del II, III e VI quartiere, che addirittura definisce «impalpabile» il documento sulle opere connesse. Documento approvato dai quartieri, ma non senza alcuni dubbi, «troppi» precisa Russo. «Non ci sono certezze né dal punto di vista finanziario né da quello della tempistica. Non ci sono certezze soprattutto sulla esecutività di questo documento, che esplicita in maniera chiara che il Ponte e le opere connesse camminano su binari diversi. Ma quali sono i canali di finanziamento?». Gaetano Gennaro del Pd è chiaro su un punto: «Sul Ponte bisogna fare una scelta netta, non possiamo pensare di fare i “furbi”, credendo di poter realizzare le opere connesse al Ponte senza poi volere la infrastruttura. Bisogna capire se il Ponte lo vogliamo oppure no».
Inevitabile che il dibattito sulle opere connesse diventi un classico botta e risposta fra i favorevoli e i contrari, o comunque i “perplessi”, al Ponte. Tra i presidenti circoscrizionali spingono sul sì Ferrara, De Salvo e Di Blasi, con quest’ultimo che accende i riflettori sull’importanza della via del Mare. Sì ad oltranza anche da Salvatore Ticonosco del Pdl, che punta l’indice contro il governo Prodi che aveva azzerato l’opera, costringendo ad allungare i tempi. Si dice «preoccupato» Marcello Capillo (Pd), secondo cui «la città non è preparata». Più diretto Tanino Caliò dell’Udc: «La verità è che la classe dirigente di questa città non ha idea di cosa ci aspetta».
