Feluca, in consiglio comunale cade il numero legale. E nasce un caso politico

Feluca, in consiglio comunale cade il numero legale. E nasce un caso politico

Feluca, in consiglio comunale cade il numero legale. E nasce un caso politico

giovedì 10 Marzo 2011 - 14:18

Decisiva la fuoriuscita dall’aula di due esponenti del Pdl. Scontro tra alcuni lavoratori e il capogruppo Capurro. Eppure le risposte dagli uffici erano arrivate

Sembrava dovesse risolversi tutto nel giro di pochi minuti. E invece l’epilogo è stata una nuova bagarre. Il caso Feluca, dopo ben quattro sedute di consiglio comunale (e altrettante di consiglio provinciale, che si riunirà oggi pomeriggio alle 17.30), non trova sbocchi. Eppure, dicevamo, oggi sembrava la volta buona. In aula sono giunte le carte che avevano chiesto tanto i revisori dei conti quanto il segretario generale nell’ultima sedua. Da una parte, con una nota dell’ufficio Staff Ced (l’ufficio informatico di Palazzo Zanca) è stato ribadito che le professionalità di quell’area sono appena sufficienti per svolgere i servizi già in atto e dunque, come confermato anche da un interpello interno al Comune, non ci sono, nella pianta organica comunale, altre professionalità in grado di svolgere il lavoro che andranno a fare i dipendenti della “NewCo”, ex Feluca. Dall’altra il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, pur premettendo che i costi dell’operazione Feluca-NewCo non sono ancora ben definiti, ha dato parere favorevole di regolarità contabile (l’atto chiesto da Alligo), specificando che il parere è limitato alle cifre indicate nel piano di governace redatto dall’esperto Dario Latella e che se dalla perizia dovessero emergere cifre diverse, sarebbe necessaria una nuova deliberazione del consiglio comunale.

Insomma, gli atti c’erano tutti, stavolta. A mancare sono stati i numeri. La seduta si è aperta con un’ora di ritardo perché alle 11.30 mancava il numero legale. A mezzogiorno e mezza il numero c’era ma sul filo del rasoio, ventitré consiglieri presenti (il minimo). Al momento della votazione il patatrac: poco prima avevano lasciato l’aula Roberto Sparso prima e Pippo Capurro poi, entrambi del Pdl (e qui nasce il caso politico, visto che parliamo di una delibera portata in aula dall’Amministrazione). Si va alle dichiarazioni di voto e la “sentenza” del presidente Pippo Previti è inevitabile: 21 presenti, il numero legale non è sufficiente, seduta aggiornata a domani. E proprio domani, alle 14, è prevista l’udienza decisiva dal giudice fallimentare, dove per salvare capre e cavoli saranno necessarie le delibere dei consigli provinciale e comunale. Ad esasperare gli animi dei lavoratori, il rientro in aula a votazione conclusa da parte di Capurro. Urla dagli spalti, uno scontro verbale fuori dal palazzo (che ha richiesto l’intervento dei vigili urbani). Un brutto finale. Anche se non è ancora quello definitivo.

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