La Fiera solo un tassello del mosaico chiamato Waterfront

La Fiera solo un tassello del mosaico chiamato Waterfront

Redazione

La Fiera solo un tassello del mosaico chiamato Waterfront

sabato 30 Agosto 2008 - 11:06

Il deputato Enzo Garofalo: «Si parta dal piano particolareggiato già redatto. Ci vuole coraggio nelle scelte per uscire dalle secche». Affaccio a mare significa anche Rada San Francesco: a quando l'ampliamento di Tremestieri?

Fra pochi giorni si tornerà a parlare in sede istituzionale di Fiera di Messina. Disegnare il futuro dell’ente ma soprattutto dell’area sulla quale in questi hanni ha svolto le proprie attività è senz’altro di grande importanza, ma sarebbe monco senza inserire ogni ragionamento nel più ampio e complicato quadro del famoso waterfront di Messina. La Fiera è solo un tassello di questo mosaico, così come tasselli altrettanto importanti sono gli approdi della Rada San Francesco e di conseguenza l’ampliamento del porto di Tremestieri. La pensa così anche Vincenzo Garofalo, parlamentare del Pdl ed ex presidente dell’Autorità portuale di Messina, che ritiene di forte attualità la questione della Rada, «strettamente collegata agli approdi di Tremestieri così come sono e come saranno». Nel 2009 la concessione al gruppo Franza scadrà, ma se prima di allora il porto della zona sud non sarà ultimato difficilmente non si potrà rinnovarla, nonostante il Piano regolatore del Porto, redatto proprio dall’amministrazione Garofalo, preveda un porticciolo in quell’area.

Ma tornando alla Fiera, Garofalo ribadisce: «Nel Prp si parla di diversi interventi e per quanto riguarda la cittadella fieristica c’è una sorta di -piano particolareggiato-. E’ un disegno complessivo in parte già avviato che si può realizzare proseguendo su questa direzione». Il piano fu presentato il 10 agosto di due anni fa, e tre delle iniziative previste erano già state avviate dalla presidenza Garofalo. «La prima riguarda il recupero dell’ex Irrera a Mare. L’intenzione era e per quanto mi riguarda è ancora quella di riportarla alla condizione nella quale era agli esordi, ovvero un grande ritrovo, luogo di eventi e di incontri, la terrazza sul mare della città. Purtroppo ogni attività è stata per il momento sospesa perchè l’azienda aggiudicataria non ha ottemperato agli impegni presi». Secondo punto, i beni vincolati dalla Soprintendenza presenti all’interno della cittadella: «La fase di progettazione fu abbastanza macchinosa per via dei soliti ricorsi, ma l’attività può andare avanti. Tra i beni da recuperare c’è, ad esempio, il portale che in pochi conoscono». Terza questione, il Teatro in Fiera: «L’intento era quello di rifunzionalizzare e recuperare la struttura, migliorandola architettonicamente e dedicandola a determinate vocazioni». Secondo Garofalo è da qui che bisogna ripartire: «Quel piano a mio avviso va tenuto in considerazione, anche per le somme spese per realizzarlo. Non credo ci siano le condizioni per ricominciare da zero, e per quello che mi pare di capire non mi sembrano queste le intenzioni del presidente Ricevuto e degli altri soggetti istituzionali».

Secondo il deputato bisogna fare una dovuta distinzione «tra l’Ente Fiera in sé e l’attuale localizzazione. Prima si verifichi, attraverso la Camera di Commercio e le associazioni di categoria, quanto possa essere utile al nostro territorio questa Fiera, quali tipologie di eventi possano realmente servire e in quali luoghi questi si debbano sviluppare. Bisogna avere il coraggio di confrontarsi anche con altre realtà, la Fiera deve essere più che un’occasione di mercato». Soprattutto, aggiungiamo noi, se si pensa che nel 2010 si aprirà l’area di libero scambio, della quale Messina non potrà non essere punto nodale. La ricetta giusta per Garofalo è una sorta di -modus vivendi-: «Messina deve togliersi il timore di pensare in grande. In tutti i ruoli che ho ricoperto ho sempre cercato di affrontare le questioni guardando a ciò che c’era di meglio in quel campo. Non fermiamoci alla conservazione: Messina ha chilometri di waterfront, non possono tramutarsi in chilometri di passeggiata ma in un sistema moderno. Negli anni ’60 questa città era all’avanguardia, oggi è dietro a chi anni fa era dietro di noi. Non credo di essere un sognatore – conclude Garofalo – penso piuttosto che per uscire dalle secche economiche e sociali in cui ci troviamo bisogna avere il coraggio di fare scelte nuove».

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