Il deputato nazionale messinese riporta tutta una serie di disagi vissuti dai pendolari: dall’aumento del costo delle corse e degli abbonamenti, ai ritardi, agli orari di partenza poco agevoli. E tanto altro ancora
La lunga agonia dei pendolari dello Stretto non è finita con l’avvio del servizio di Metropolitana del Mare, quel sistema che nelle intenzioni delle Istituzioni doveva risolvere definitivamente i problemi di studenti e lavoratori reggini e messinesi e che invece, secondo molti, sembra averli addirittura aumentanti. Per segnalare il clima venutosi a creare, il deputato nazionale Vincenzo Garofalo ha scritto una lettera ai responsabili del Consorzio Metromare composto da Rfi e Ustica Lines, per porre l’attenzione su tutta una serie di disfunzioni delle quali si sono lamentati gli stessi pendolari.
Secondo alcune informazioni gli orari attuali sono concepiti con un tragitto da percorrere in 25 minuti nonostante l’attraversamento da Messina a Reggio Calabria e viceversa si effettua con un tempo minimo di 35 minuti, visto che per fare la rotatoria ed entrare in porto ad una velocità non superiore ai 7 nodi (seguendo le ordinanze della Capitaneria di Porto) si impiega un tempo superiore rispetto al passato. «Da qui ne deriva la mancanza di puntualità di ogni corsa giornaliera, tranne la prima – sottolinea Garofalo – Un’altra osservazione consiste nella attuale distribuzione di corse: in 15 ore si attuano sulla rotta Messina – Reggio Calabria 14 corse giornaliere, con un criterio che appare poco rispondente alle esigenze dei pendolari.
Tanto è vero che alcuni viaggi sono poco frequentati. Particolare attenzione viene segnalata anche per l’ultima corsa da Reggio Calabria che per il periodo invernale è alle 19.35 (e la corsa precedente è alle 19.15) invece per il periodo estivo è alle 20.00. I pendolari, che normalmente finiscono di lavorare a quell’ora devono immancabilmente attraversare lo Stretto con altri mezzi. Ciò naturalmente comporta altro aggravio di spese e ulteriori disagi».
Ancora un punto interrogativo sulla mancata possibilità per i lavoratori di usufruire nelle giornate di sabato, domenica e festivi dell’abbonamento, come se i pendolari non potessero avere dei turni di servizio in quelle giornate. Pertanto all’abbonamento di 80,00 euro mensili si devono aggiungere altri 7 euro al giorno per ogni traversata nel week-end. A ciò è legata anche la questione dei collegamenti con l’Aeroporto dello Stretto, ancora in attesa di partire proprio per la mancata copertura in termini di corse previste, in rapporto alle coincidenze con i voli, e alle risorse concesse, non sufficienti a sostenere i collegamenti aggiuntivi non previsti nel piano generale, che esclude le corse nei giorni di sabato e domenica. Proprio ieri il presidente della Provincia Nanni Ricevuto si è recato a Roma, presso il Ministero dei Trasporti, per discutere dell’eventuale modifiche concordate nell’incontro di Messina con l’Armatore della Ustica (vedi correlato). La risposta definitiva dovrebbe emergere da un ulteriore confronto programmato per giovedì.
Tornando al servizio di Metropolitana, Garofalo sottolinea anche le “pecche” dal punto di vista economico: «In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, si è passati dal costo del singolo biglietto di euro 2,80 e di 4,50 andata e ritorno nell’arco della stessa giornata, al costo di euro 3,50 corsa singola e 7 euro andata e ritorno. Una personale osservazione riguarda poi l’abbonamento ridotto che è stato fissato a 60,00 euro, anziché 80,00 ma per chi ha un reddito familiare lordo di 25.000 euro. La precedente condizione mi sembra possa consentire a poche persone di fruire dell’agevolazione».
In ultimo, ma non per questo meno importante, l’ex presidente dell’Autorità Portuale rileva un disagio “pratico”: «Precedentemente l’abbonamento era costituito da una tesserina magnetica che ad ogni imbarco l’utente strisciava per il passaggio, ora invece l’utente deve andare in biglietteria e farsi rilasciare un biglietto dopo aver consegnato un coupon dell’abbonamento – conclude Garofalo -. Poichè dall’imbarco alla biglietteria di Messina ci sono circa 300 metri, una considerevole distanza da percorrere a piedi sotto il sole o in balìa di pioggia e vento, gli utenti rischiano di perdere il “mezzo veloce” anche a causa delle interminabili file che si formano alla biglietteria. In precedenza, c’era la possibilità di fare i biglietti anche sull’imbarcazione, ora non più».
Emanuele Rigano
