La grande abbuffata dei Palazzi del potere

La grande abbuffata dei Palazzi del potere

La grande abbuffata dei Palazzi del potere

giovedì 12 Agosto 2010 - 18:09

E noi dovremmo votare questa gente

Il giochetto non era nuovo. Era stato utilizzato anche nella nostra piccola città di provincia del Sud.

Ma non avremmo mai creduto che potesse superare la barriera delle società controllate ed entrare a vele spiegate al livello più alto delle Istituzioni statali. Senza vergogna.

Invece è successo, e dobbiamo ringraziare i Radicali per averne rivelato (www.radicali.it/milano90) i risvolti più nascosti. E nauseanti.

Il meccanismo è semplice:

1. Vengo a sapere da qualche -amico- in alto loco che un ente pubblico cerca una nuova sede.

2. Individuo locali adatti allo scopo. Meglio se in cattivo stato.

3. Mi faccio rilasciare dai proprietari un’opzione all’acquisto a un determinato prezzo.

4. Stipulo un contratto d’affitto con l’Ente in questione. Cercando di spuntare un canone pagabile annualmente in un’unica soluzione, il più a lungo termine possibile e rinnovabile.

5. Acquisto l’immobile con un piccolo acconto alla stipula e il resto attraverso un mutuo le cui rate sono ampiamente coperte dal canone d’affitto pagato dall’affidabilissimo locatario.

6. Se è il caso, nel contratto inserisco la ristrutturazione dell’immobile e altri servizi: pulizia, mensa, distribuzione della posta, sorveglianza e servizi informatici. Magari a spese dell’Ente stesso, così guadagno ancora qualcosa.

Alla fine ho comprato un immobile di gran pregio pagandolo solo la frazione di prezzo pagata al momento della stipula (quando c’è). Il resto me lo paga l’Ente anno dopo anno.

Chi ci rimette è l’Ente – pubblico e, quindi, di tutti noi -, che strapaga un immobile che avrebbe potuto tranquillamente acquistare (invece del canone d’affitto avrebbe pagato le rate di mutuo) o, quantomeno, affittare a un canone certamente molto più basso.

I giornalisti Stella e Rizzo avevano già raccontato gli intrallazzi tra la cricca romana e i Palazzi del Potere nel loro, ormai storico, La Casta, così i politici italiani sono diventati intoccabili, ma la relazione redatta dal prof. Marcello Crivellini – le cui chiarissime 49 pagine si possono leggere sul sito dei Radicali -, entra nel merito come il libro non può fare.

E non si tratta di immobili affittati al Comune di Roccacannuccia o all’Ente Teatro della Provincia di Vattelappesca. E nemmeno alla sede INPS o al CONI di Vallefelice.

Qui si parla della Camera dei Deputati, del Parlamento italiano, del Sacro simbolo della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.

Camera dei Deputati che – per entrare in dettaglio – ha pagato i servizi di pulizia e consegna posta alla Milano 90 srl ben 5 volte di più di quanto paga il Politecnico di Milano per gli stessi servizi per 30 edifici diversi, con superficie complessiva 10 volte maggiore.

Tutti (tranne i Radicali) hanno assistito e partecipato alla dissipazione dei 561 milioni di euro per affitti di immobili e servizi senza gare, aste o consultazioni.

Beneficiaria di questo ingente flusso di denaro è la società Milano 90 srl dell’imprenditore romano Scarpellini.

Viene da chiedersi come è stato possibile ciò senza che vi fosse il consenso di (quasi) tutti i partiti rappresentati in Parlamento?

Con buona pace di coloro che vedono il Tiranno di Arcore come fonte di tutti i mali del Paese, quanto accaduto non è frutto di una diabolica iniziativa berlusconiana: tutti sapevano – o, quantomeno, avrebbero dovuto sapere – e hanno fatto finto di nulla.

Chi amministrava, infatti, la Camera negli anni della grande abbuffata della Milano 90 srl?

Violante, Casini, Bertinotti e Fini. Con Questori di Rifondazione Comunista, DS, AN, FI, Lega Nord. Ulivo, Comunisti Italiani e PdL.

Nessuno (o quasi) è innocente. E noi dovremmo votarli.

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