I grattacapi del governo Lombardo: a Palermo è rebus sulle deleghe, a Messina in ballo la vicepresidenza dell'Ars

I grattacapi del governo Lombardo: a Palermo è rebus sulle deleghe, a Messina in ballo la vicepresidenza dell’Ars

Redazione

I grattacapi del governo Lombardo: a Palermo è rebus sulle deleghe, a Messina in ballo la vicepresidenza dell’Ars

giovedì 29 Maggio 2008 - 09:07

Cascio costretto a rinviare la seduta dell'Ars al 5 giugno: il suo vice sarà uno tra Formica (An) e Ardizzone (Udc). E il Pd messinese interroga il governatore: «E', come dice Buzzanca, un governo transitorio?»

Non è nato all’insegna dell’armonia il governo Lombardo. Nonostante la presentazione della giunta, una squadra priva di messinesi, non sono finiti i grattacapi per il presidente della Regione. Due i nodi, piuttosto robusti, da sciogliere, dai quali poi a cascata dipendono tanti importanti tasselli da risistemare. Il primo rebus è quello sulle deleghe: fatte salve quelle per i cosiddetti “tecnici-, la Sanità per Russo e l’Agricoltura per La Via, per il resto non c’è nulla di certo, e a traballare è la maggioranza d’aula in parlamento. Perché la “ribellione- di An si è tutt’altro che spenta, e la soluzione avanzata per sedarla potrebbe farne nascere un’altra, in seno all’Udc. Sullo sfondo c’è Messina, totalmente ignorata nella composizione del governo, e alla quale toccherebbe, in quest’ottica, proprio la vicepresidenza dell’Ars, e precisamente a Santi Formica, capo della “quinta colonna- aennina, primo degli eletti alle scorse regionali, assessore uscente. Questo risarcimento, però, come detto lascerebbe scoperta un’altra caselle, perché quella poltrona da vicepresidente sembrava ormai prenotata da Giovanni Ardizzone, “pupillo- di Gianpiero D’Alia, altro aspirante assessore rimasto deluso dalle scelte di Lombardo. Un mosaico difficile da comporre, tanto da costringere il presidente dell’Ars Cascio a rinviare la seduta al 5 giugno.

«Questo rinvio dell’Ars – ha commentato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici – segna un precedente grave. Oggi, infatti, l’aula era stata convocata come ‘seggio elettorale’ per eleggere il consiglio di presidenza e pertanto si doveva votare, d’altronde su questo punto il regolamento parla chiaro. La decisione di rinviare la seduta inficia pesantemente il prestigio di questa presidenza, che non doveva in alcun caso permettere che beghe interne alla maggioranza prevalessero sulle regole parlamentari. Insomma – prosegue – neanche con una maggioranza di 61 parlamentari il centrodestra riesce a lavorare: governo e parlamento sono in totale empasse, mentre la Sicilia aspetta risposte. Questa legislatura inizia all’insegna del rinvio, e quello di oggi è ancora più grave perché per ottenerlo si è calpestato il regolamento, per di più con l’avallo della presidenza nel giorno del suo esordio a Sala d’Ercole».

A Messina, almeno apparentemente, non ci si scompone più di tanto, perché in diverse occasioni il candidato sindaco Giuseppe Buzzanca ha “sorvolato- sul tema ritenendo «transitorio, mi pare evidente» questa prima squadra di assessori di Lombardo. Un’affermazione che ha dato lo spunto ai deputati messinesi del Pd Franco Rinaldi, Filippo Panarello, Giuseppe Laccoto e Giuseppe Picciolo a scrivere una lettera con tanto di richiesta di “chiarimenti- al presidente Lombardo. Secondo i quattro le dichiarazioni di Buzzanca lasciano «intendere in maniera esplicita che la sua composizione è destinata a cambiare subito dopo le prossime elezioni amministrative. Considerato che tale grave affermazione proviene da un esponente della sua maggioranza parlamentare, ci chiediamo se essa si fondi su una reale intesa politica finalizzata a creare un “governicchio- o si tratti piuttosto solo del gioco di un candidato disponibile a tutto nella disperata ricerca di consensi. Il suo silenzio sull’argomento – continuano -non fa altro che indebolire l’autorevolezza dell’esecutivo da lei appena varato ed insinua nei siciliani, e nei messinesi in particolare, la sensazione che qualcuno li stia prendendo in giro.

Sarebbe, quindi, opportuno che il Presidente della Regione facesse chiarezza su una questione non marginale: siamo di fronte ad un governo-fantoccio, oppure l’On. Buzzanca non sta dicendo la verità? Restiamo in attesa di una sua tempestiva risposta, nella certezza che il protrarsi di un ambiguo silenzio sulla questione possa solo indebolire ulteriormente l’autorevolezza e la credibilità del suo governo».

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