La delibera della Sezione di controllo della Regione “smonta” il consuntivo 2008 e lancia ombre su quelli futuri. I problemi sono sempre gli stessi e i consiglieri comunali sono sempre più preoccupati
Gravi irregolarità nel bilancio consuntivo 2008, criticità che possono incidere sui futuri bilanci, perdite d’esercizio nelle partecipate, debiti fuori bilancio non riconosciuti. Il quadro che emerge dalla delibera del 26 maggio scorso della Corte dei Conti, depositata il 18 giugno e notificata ai consiglieri comunali pochi giorni fa, è estremamente preoccupante, e complica un puzzle, quello della situazione finanziaria di Palazzo Zanca, che è già privo di molti tasselli. Mentre nei corridoi del Comune i consiglieri comunali si chiedono come si potrà votare il bilancio di previsione (incardinato lunedì sera) senza avere un quadro chiaro sull’Atm, senza avere certezze sui debiti fuori bilancio (si parla di una cinquantina di milioni di euro), senza avere il conforto della matematica sulle entrate previste per il piano di dismissioni (19 milioni di euro su cui si fonda gran parte del bilancio), ecco arrivare una delibera, quella della Sezione di controllo per la Regione siciliana, che lancia una pesante ombra sul consuntivo 2008 e sulla regolarità delle casse comunali, partendo dall’analisi della relazione dei revisori dei conti di Palazzo Zanca.
Dall’esame della relazione, si legge nella deliberazione, emergono «profili di criticità tali da incidere sui futuri bilanci (quelli attuali, in sostanza, ndr)». Motivo per cui la Corte dei Conti dichiara «la sussistenza di gravi irregolarità: il ricorso ad anticipazioni di cassa, consistenti debiti fuori bilancio non riconosciuti a fine esercizio, consistente volume dei residui attivi di parte corrente anteriori al 2004, mancata attuazione delle norme relative alle modalità sul reclutamento del personale, considerevoli perdite d’esercizio in ordine agli organismi partecipati, utilizzo improprio di partite di giro e mancata attuazione degli interventi di cui all’articolo 2447 del codice civile». Articolo che si riferisce, ancora una volta, alle società e stabilisce che «se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al disotto del minimo stabilito dall’articolo 2327, gli amministratori devono senza indugio convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società».
