Il ministro Matteoli a Buzzanca e Ricevuto: «Il governo vi sarà vicino»

Il ministro Matteoli a Buzzanca e Ricevuto: «Il governo vi sarà vicino»

Redazione

Il ministro Matteoli a Buzzanca e Ricevuto: «Il governo vi sarà vicino»

giovedì 05 Giugno 2008 - 19:04

Incontro -ravvicinato- con i No Ponte Accorinti e Restifo. «Il futuro del Paese si gioca sulle infrastrutture»

Clima surriscaldato e diversi imprevisti hanno caratterizzato la visita del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli in città, al fianco di Giuseppe Buzzanca e Nanni Ricevuto nella campagna elettorale che li vede in corsa per i due palazzi cittadini, con un biglietto da visita chiamato Ponte sullo Stretto. Clima surriscaldato, dicevamo, soprattutto all’esterno del padiglione della Fiera dove si svolge l’incontro: all’arrivo dell’auto blu con il ministro a bordo, ecco venir fuori dal nulla Renato Accorinti con l’immancabile maglietta rossa “No Ponte-. Alcuni momenti di tensione, una certa ressa dovuta a qualche spintone di troppo da parte dei “gorilla- di Matteoli, prima del gesto ironico quanto significativo di Giuseppe Restifo della Rete verde di Ecologia sociale, assessore designato di Ansaldo Patti: la consegna, con tanto di guanti bianchi e vassoio dorato, di un mattone con su scritto “La prima pietra del Ponte-. «Con la speranza – dice col sorriso Restifo – che sia anche l’ultima».

Dicevamo anche di imprevisti. Sì perché dopo il classico Inno di Mameli e l’intervento di Gianpiero D’Alia, tutto rivolto “all’attacco- di Genovese, ecco che sale sul “pulpito- un esponente della Democrazia cristiana di Pizza, che a Messina non ha presentato alcuna lista «perché così ha voluto l’Udc di D’Alia, che invece a Roma è all’opposizione. Per essere chiari noi avremmo sostenuto Buzzanca e Ricevuto». Ma come, non era già pronta una lista Dc a sostegno di Fabio D’Amore, ritirata per problemi di simbolo proprio con l’Udc?

L’intervento di D’Alia, come accennato: «Veniamo da cinque anni di disastro della politica e delle istituzioni messinesi, per responsabilità anche dell’ex sindaco, che rimarrà ex a vita, e che non nomino perché porta anche un po’ sfiga. Ma la responsabilità è anche di un ceto politico siciliano che pensa che a Messina siamo tutti deficienti. Noi abbiamo scelto a Messina, perché riconosciamo in Buzzanca e Ricevuto gli unici soggetti capaci di guidare le nostre istituzioni. Abbiamo scelto noi e lo abbiamo fatto assumendocene la responsabilità di fronte ai nostri amici o presunti tali ai vertici regionali dei partiti. La polemica dei fondi Fintecna è ridicola perché l’ex sindaco non ha mai fatto nulla in questo senso».

Sarà ridicola ma non tutti la pensano allo stesso modo, se è vero che il presidente della Regione Lombardo, proprio a Messina, ieri ha annunciato che presenterà ricorso alla Corte Costituzionale. E lo stesso Ricevuto dice: «Qualche elemento di critica lo dobbiamo porre, non è possibile che siano in gran parte i siciliani e i calabresi a coprire l’abolizione dell’Ici. Sappiamo bene che il governo provvederà a rivedere le risorse per la destinazione originaria. Ma dobbiamo manifestare comunque la nostra contrarietà, perché non possiamo non temere che dietro ci siano pressioni di certi gruppi del nord». Ricevuto auspica «un confronto con l’altra parte politica sui programmi e sui progetti. Noi li abbiamo, gli altri no», e poi rilancia i concetti di «Ponte sullo Stretto idea forza del nostro programma» e della «Regione dello Stretto», prima di lanciare la propria proposta a Matteoli: «Non chiamiamolo Ponte sullo Stretto, ma Ponte “per- lo Stretto».

In rappresentanza dell’Mpa parla brevemente Fortunato Romano, che sottolinea la necessità di una svolta perché «la gente per strada non sopporta più una certa politica. Ci vuole una politica del fare, delle piccole e delle grandi opere». Sul palco sale anche il neo vicepresidente dell’Ars Santi Formica, secondo il quale l’unica chance per il comprensorio dello Stretto è il Ponte. Si rivede anche Mimmo Nania, adesso vice presidente del Senato, che non parla lasciando il “palcoscenico- al suo pupillo Buzzanca, che ribadisce un concetto più volte espresso a difesa dei suoi assessori: «Abbiamo avuto diverse critiche che forse tradiscono la paura di perdere. Noi abbiamo fatto una giunta che è fatta di persone comuni, di “operai-, e io sarò il capocantiere. Gli scienziati vadano al Cnr». Dunque rilancia un’idea che già ha incuriosito nel suo discorso di ieri davanti a Lombardo, quella di una «grande commissione trasversale che possa affiancare la giunta con cento intelligenze e cento idee, che coinvolga quella parte della sinistra cancellata con un colpo di spugna, quella per intenderci che fa riferimento a Fassino e D’Alema». Qualcosa di simile alla francese “commissione Attalì-, insomma, che però suona anche come un implicito e neanche tanto sommesso invito al voto disgiunto rivolto a quegli ex Ds che più volte hanno manifestato il proprio “malcontento- per la gestione Genovese del Pd locale.

L’ultimo a parlare, naturalmente, è proprio il ministro Matteoli: «Qui mi ritrovo a casa perché a Messina si è ricostituito quel centrodestra che dal ’94 al 2006 ha fatto sì che le battaglie si affrontassero insieme, e se la politica ha una logica siamo destinati, caro D’Alia, a tornare insieme. E’ questione di tempo». Una profezia lasciata ai posteri. «Votate Ricevuto e Buzzanca a prescindere dal Ponte» aggiunge poi. Poi dice tutta la sua “verità-: «Il governo precedente il Ponte non lo voleva. Pecoraro Scanio preferiva vedere gli uccelli nidificare, noi preghiamo questi uccelli di spostarsi un po’ perché vogliamo fare il Ponte. “Non si fa più- hanno detto. Poi vorrei dire al sindaco di Messina (il ministro dimentica che siamo commissariati): ma dov’era quando il governo Prodi lo prendeva in giro assegnandogli fondi non cantierabili? Berlusconi aveva stabilito delle priorità, l’abolizione dell’Ici e la sicurezza, e a questo ha dedicato il primo consiglio dei ministri. E tra le priorità ci sono anche le infrastrutture tra le quali il Ponte. Ma sarei il primo a contestarlo se insieme ad esso, a caduta, non venissero costruite tutte le altre infrastrutture. E’ possibile che i comitati non nascano per protestare che da Trapani a Palermo ci vogliono quattro ore di rete ferroviaria?». Il ministro esalta l’opera in quanto italiana, in quanto volano per il turismo, in quanto “storica-: «La differenza sostanziale, culturale che ci contraddistingue dalla sinistra è che noi pensiamo in grande. Messina e l’Italia hanno necessità del Ponte. Il futuro del Paese si gioca sulle infrastrutture. Che non si realizzano con denaro pubblico, ma con l’aiuto dei privati, se i governi sono capaci a dar loro i tempi». E “offre il fianco- a Buzzanca e Ricevuto: «Con i governi regionale e nazionale dello stesso colore è tutto più facile. Se il meridione è rimasto indietro in questi anni è perché sono state costruite meno opere infrastrutturali rispetto al resto del Paese. Questo governo invece mette tutti sullo stesso piano. L’alta velocità, ad esempio, non deve fermarsi a Napoli ma a Trapani». L’ultima parola è per i giovani, che «devono poter scegliere cosa fare del proprio futuro. Questo governo fallirà non solo se non riuscirà a realizzare le infrastrutture, ma se non aumenterà quelle buste paga che arrivano a 1200 euro al mese».

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007