Il modello di gestione dei rifiuti va rivisto: Capurro interroga Buzzanca

Il modello di gestione dei rifiuti va rivisto: Capurro interroga Buzzanca

Redazione

Il modello di gestione dei rifiuti va rivisto: Capurro interroga Buzzanca

venerdì 29 Agosto 2008 - 07:44

Il capogruppo del Pdl: «L'Ato3 ha fatto lievitare i costi con una serie di atti amministrativi molto discutibili. Messinambiente un inutile doppione da eliminare»

Estrapoliamo l’Ato3 dal consorzio intercomunale deciso dalla Regione ed eliminamo Messinambiente. Con queste due proposte non proprio -leggere- il capogruppo del Pdl al Consiglio comunale Pippo Capurro si presenta alla porta del sindaco Giuseppe Buzzanca, con un’interrogazione scritta che riaccende i riflettori su una delle emergenze dalle implicazioni più pesanti per la città di Messina, quella dei rifiuti, e sulla quale l’amministrazione, al di là di dichiarazioni estemporanee, quando non contraddittorie, sulla realizzazione di una discarica cittadina, non è ancora intervenuta alla soglia dei suoi primi cento giorni.

Capurro punta il dito contro l’Ato3, che alla luce del cronoprogramma stabilito dal decreto del presidente della Regione che -battezza- il consorzio Ato06, «non solo non ha provato ad attivare il percorso “virtuoso- che avrebbe potuto consentire alla stessa società d’Ambito di rimanere in vita determinando grandi benefici per il comune di Messina e per i contribuenti che saranno costretti, invece, a pagare non più la tassa ma la tariffa sui rifiuti, con un incremento notevole (quasi il 100% in più) , ma addirittura ha fatto lievitare i costi attraverso una serie di atti amministrativi molto discutibili per non dire illegittimi quali affidamenti di servizi non previsti nel piano industriale, incarichi professionali esterni, per svariate decine di migliaia di euro, a soggetti non inseriti nell’albo di fiducia e senza tenere conto delle professionalità interne e, dulcis in fundo, passaggi di livello (qualcuno anche due in una volta) a dipendenti che sono stati assunti solo un anno fa, corresponsione di straordinari e assegni ad personam e supermini non previsti dal CCNL e, in ogni caso, senza che sia intervenuta alcuna concertazione con le rappresentanze sindacali».

Capurro tocca un altro tasto dolente, quello della raccolta differenziata. Il capogruppo Pdl ricorda infatti che la «Finanziaria Regionale 2007 stabilisce che la percentuale di raccolta differenziata non potrà essere inferiore al 30 per cento per l’anno 2008, al 50 per cento per l’anno 2009 e al 60 per cento per l’anno 2010», sottolineando al tempo stesso che «tale soglia del 30% non verrà rispettata assolutamente, atteso che i due soggetti delegati alla gestione dei rifiuti ATO ME3 S.p.A e Messinambiente S.p.A. si sono dedicati in questi anni sia a sperperare soldi in improbabili vicende legali contro il Comune di Messina, azionista totalitario, e tra di loro stessi (la dichiarazione di fallimento da parte di Messinambiente nei confronti dell’ATO) che hanno determinato per entrambi consistenti spese per parcelle legali che a proporre sistemi alternativi di smaltimento compresi i procedimenti meccano-chimici, mentre abbiamo appreso dalla stampa nazionale e locale che una società nazionale sta realizzando una rete commerciale per acquistare i rifiuti direttamente dai cittadini».

A questo punto Capurro fa due conti, facendo un excursus dei costi della gestione dei rifiuti dal ’98 a oggi, con un aumento costante passando da 14 milioni di euro (quasi 28 miliardi di lire di allora) a quasi 40 milioni, un’ascesa che «ha determinato, conseguentemente, un analogo incremento della tassa sui rifiuti (TARSU) che nello stesso arco temporale, per un contribuente medio, è passata da € 149,12 a € 303,78 senza avere determinato apprezzabili miglioramenti del servizio reso». Un punto del discorso, questo, reso più grave dal fatto che Messinambiente nacque proprio nel ’98 per ridurre i costi: la società che allora era mista e che oggi, invece, non ha più un socio privato, sta assumendo sempre più le sembianze di una municipalizzata, vedendosi addirittura rinnovata la convenzione, pur essendo venute meno le condizioni che si intendevano, in teoria, creare dieci anni fa. Messinambiente che tra l’altro, ricorda Capurro, «detiene ancora un pacchetto azionario pari al 24,50% nella società consortile Nebrodiambiente in difformità al decreto Bersani e alle recenti disposizioni legislative sui servizi pubblici locali senza avere avuto, per quanto di mia conoscenza, il Comune di Messina alcun beneficio diretto o indiretto tranne il compenso al componente del C.d.A. nominato dal Presidente della Messinambiente».

Tornando all’Ato3, «le progressioni di livello del personale sono state disposte, in ogni caso, in spregio al vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Federambiente) atteso che lo stesso prevede che il personale è inquadrato in un sistema di classificazione unica in 8 livelli professionali che a sua volta hanno una posizione parametrica B e una posizione parametrica A . Il periodo di permanenza nella posizione parametrale “B- per il passaggio alla posizione parametrale “A- è di gran lunga superiore alla attuale anzianità di servizio di tutti i dipendenti, assunti tra dicembre 2006 e gennaio 2007, tranne che non si consideri servizio prestato anche quello di collaborazione coordinata e continuativa per alcuni lavoratori; fermo restando il concetto ribadito anche dal CCNL che “le assunzioni, e quindi le progressioni, debbono essere fatte a seguito di selezione da parte di una commissione composta da dirigenti o esperti che, alla luce dei criteri indicati nella sentenza 26/9/90, n° 453, della Corte Costituzionale, debbono essere forniti di competenza tecnica specifica in relazione ai posti da ricoprire, nonché di esperienza nelle tecniche di selezione e valutazione del personale».

In virtù di tutto ciò, Capurro interroga Buzzanca chiedendo al sindaco se «non ritiene opportuno impartire urgenti disposizioni affinché venga verificato se sussistono le condizioni per chiedere all’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque di modificare il D.P.R.S. n.127/2008 estrapolando l’ATO ME3 S.p.A., e quindi la città di Messina, dal realizzando consorzio intercomunale e, contestualmente, previa rimozione degli atti ritenuti illegittimi e/o inopportuni, ripristinare una gestione più trasparente, efficace e virtuosa», pensando al tempo stesso se non sia il caso di «eliminare la Messinambiente S.p.A. che, come detto in manifestazioni pubbliche da autorevolissimi esponenti della coalizione, è un inutile doppione», anche se poi, in termini teorici e statutari, Messinambiente e Ato3 non sarebbero doppioni ma rivestirebbero incarichi diversi. E’ chiaro che, al di la dei casi specifici, è l’intero ciclo integrato dei rifiuti, che di fatto a Messina non esiste, ad essere rivisto, e una delle massime urgenze per l’amministrazione Buzzanca dovrebbe essere proprio quella di mettere mani al modello della gestione dei rifiuti, di rivoltarlo come un calzino e di creare un’impostazione nuova e diversa, a partire dalla raccolta differenziata.

L’ultima proposta di Capurro è più generica e, se accolta, avrebbe risvolti davvero interessanti: «impartire urgenti disposizioni affinché vengano pubblicati sui siti delle società partecipate tutti i compensi relativi ai collaboratori esterni, consulenti e esperti». Un’operazione trasparenza che a Palazzo Zanca ci vorrebbe come il pane. Non solo per le partecipate.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007