Il sindaco non ha ancora relazionato sul 2009-2010 e a breve dovrà farlo sul 2010-2011. Non sono ancora stati trasmessi né il bilancio consuntivo (termine ultimo per l’approvazione era il 30 aprile) né il previsionale. Calabrò: «Fallimentare la politica economica dell’Amministrazione»
L’Amministrazione comunale deve rispettare le regole. E in questo momento non lo fa. Il Pd, dopo l’attacco del leader Francantonio Genovese che ha chiesto, senza mezzi termini, le dimissioni del sindaco Giuseppe Buzzanca, torna a farsi sotto, mettendo nel mirino il primo cittadino e la sua giunta per i ritardi nella presentazione dei bilanci, per la scarsa considerazione nei confronti del consiglio comunale e non solo. Ad affondare è Felice Calabrò, coordinatore dei consiglieri comunali del Pd, che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Pippo Previti. Calabrò “ricorda” a Previti «i doveri che lo stesso ha nei confronti del civico consesso e di tutta la città e, nello specifico, ad evidenziare al predetto amministratore l’obbligo di presentare in consiglio comunale la relazione annuale, come prescritto dalla normativa vigente in materia». Buzzanca, infatti, non solo non ha ancora relazionato sul periodo 2009-2010, ma a breve dovrà farlo anche sul periodo 2010-2011. «Pur comprendendo l’enorme difficoltà in cui si trova il primo cittadino – evidenzia con malcelata ironia Calabrò – attesa l’assenza di una qualsivoglia traccia di programma, sarebbe il caso che il presidente Previti spieghi allo stesso che l’esposizione della detta relazione, così come rispondere alle interrogazioni, nonché presenziare alle sedute di Consiglio o di commissione, ove è richiesta la sua presenza, non costituisce cortesia istituzionale, ma un preciso dovere la cui inosservanza è variamente sanzionata». Calabrò invita Previti anche «a richiedere all’assessore alle politiche finanziarie ed al relativo dipartimento la trasmissione del bilancio consuntivo 2010, considerato che è già scaduto il termine ultimo fissato per l’eventuale approvazione (30 aprile) e che, quindi, nessuna responsabilità potrà essere attribuita al Consiglio per inadempienze altrui».
Stesso discorso, più o meno, vale per il bilancio di previsione 2011: «Vero è, infatti – sottolinea il capogruppo Pd – che il ministero degli Interni, anche quest’anno, ha graziato le diligenti e pronte amministrazioni, tra le quali la nostra, posticipando il termine ultimo di approvazione del bilancio dal 31 marzo al 30 giugno, ma è pur vero che il nostro regolamento impone alla Giunta di trasmettere la bozza di bilancio all’organo consiliare preposto almeno trenta giorni prima rispetto al termine ultimo di approvazione, quindi nel nostro caso entro il 31 maggio, al fine di consentire ai consiglieri comunali un attento ed approfondito esame, evitando che gli stessi (consiglieri di maggioranza, ammesso che ancora vi siano) debbano esitare un atto così importante sulla base di una cieca fiducia nell’esecutivo, fiducia che, alle latitudini di Palazzo Zanca, è ormai scomparsa da molto tempo».
Ma anche in questo caso, secondo Calabrò, «è comprensibile l’estrema difficoltà dell’assessore preposto, attesa la fallimentare e deficitaria politica economica posta in essere dall’Amministrazione. A tal uopo, che fine hanno fatto, infatti, gli introiti delle dismissioni immobiliari? Che notizie si hanno delle minori entrate provenienti dalla riscossione dei tributi e degli oneri concessori? Invero, in queste condizioni sarà difficile, se non impossibile, salvo alchimie stravaganti, quadrare il bilancio comunale, con buona pace del tanto strombazzato risanamento dei conti». Calabrò afferma di non pretendere un’Amministrazione «efficiente», ma quantomeno che «rispetti le regole».
