A Palazzo dei Leoni, stamattina, l’incontro dibattito organizzato da ex Ds e Vince Messina con Lumia, Cracolici, ma anche Ardizzone e Genovese. E domani, per la chiusura della Festa democratica, gran finale con D’Alia, Briguglio, Pistorio e Lupo
Il clima è quello tipico delle campagne elettorali, anche se di elezioni, oggi, non si parla, se non come previsione di qualcosa che potrà avvenire più o meno presto. Ma il clima è quello, c’è poco da fare. C’è il fermento delle grandi strategie, del chiacchiericcio dietro le quinte, dei “se” e dei “ma” lungo i corridoi. E Messina finisce per giocare un ruolo importante, in tutto questo. Stamattina se n’è avuto un assaggio a Palazzo dei Leoni, dove si è svolto l’incontro dibattito sul tema “Una nuova prospettiva per Messina e la Sicilia” organizzato dalle associazioni “D. e M.” di Messina e Milazzo, “Vince Messina”, i “Circoli Pio La Torre” ed il “Centro studi regionale Democratici Riformisti federalisti”. Una buona frangia di quel Pd che si riconosce in tutto e per tutto in Beppe Lumia, uno degli strateghi di questo nuovo corso che vede a braccetto Pd, Udc (rigorosamente “casiniano”), Mpa, Fli e i “rutelliani” di Api. Quella grande coalizione, cioè, che a Palermo, oggi, appoggia Raffaele Lombardo, e a Roma, domani, chissà…
Presieduto da Antonio Saitta, introdotto da Filippo Panarello e -riscaldato- dal vulcanico Antonello Cracolici, l’incontro di stamani ha toccato tanti punti. Ha regalato qualche certezza, come il “fidanzamento” ufficiale tra Udc e Pd, e rilanciato qualche incognita, o meglio, quelle contraddizioni che presto andranno risolte. Giovanni Ardizzone, alfiere Udc, ha parlato quasi da candidato sindaco (e le voci insistenti su una sua possibile investitura futura volavano anche oggi a Palazzo dei Leoni): «La Sicilia – ha detto – è la metafora di un sistema bipolare che è saltato, non un laboratorio. Messina ha bisogno di qualcosa di nuovo, e quel qualcosa di nuovo alla Regione già è nato». Il punto è proprio questo: a Palermo è nato, ma a Messina si fa finta che nulla sia accaduto. Questa è la contraddizione, se è vero come è vero che tanto al Comune quanto alla Provincia Udc e Pd sono distanti, l’uno è maggioranza e l’altro è opposizione, l’uno continua a sostenere, a suo modo, amministratori di centrodestra che si riconoscono in tutto e per tutto col credo “berlusconiano”, l’altro gli fa la guerra, o presunta tale. Fino a quando si potrà continuare così? Fino a quando potrà reggere questo castello di carta, di fronte ad un’alleanza ormai avviata tra le forze politiche di cui sopra (Pd, Udc, Mpa, Fli) che se si riproponesse al Comune metterebbe il sindaco Buzzanca in nettissima ed imbarazzante minoranza?
Quest’alleanza, oggi Lumia lo ha ammesso, «è una strada rischiosissima ma dalle potenzialità enormi. Il punto è: dobbiamo continuare a fare come il toro di fronte al drappo rosso o fare scelte politiche senza precedenti? Il riformismo, in Sicilia, non è mai decollato, la lotta alla mafia è rimasta sempre in superficie. E il Pd sembrava destinato a dover avere a vita il ruolo di “sentinella dell’ancien régime”. Un copione già scritto: il centrodestra fallisce, torniamo al voto, il centrodestra si ricompatta, il Pd torna nei ranghi. Come il toro di fronte al drappo rosso. E invece no. Il lavoro fatto in Sicilia, portato avanti dicendo no ad alleanze con Cuffaro, Romano, Dell’Utri, Miccichè, ha creato un’opportunità senza precedenti su scala nazionale. Berlusconi non ha più la garanzia del granaio di voti che era per lui la Sicilia. E cosa più importante, non è stata Roma a usarci come laboratorio, ma siamo stati noi a fare delle scelte in grado di condizionare le dinamiche nazionali. Il binomio dei prossimi decenni è ormai chiaro:innovatori conservatori. E il Pd può rappresentare l’innovazione». E Messina? Per Lumia deve ripartire dalle sue potenzialità, in primis l’Università. La cui attuale gestione, però, viene sonoramente bocciata dal senatore. Un assist al prof. Saitta, in odor di candidatura al rettorato oggi detenuto da Tomasello?
La dice lunga su quale sia, ormai, la strada percorsa, il “parterre” del gran finale della Festa Democratica provinciale di Messina, che si chiuderà domani a Milazzo. Al PalaDiana, con un titolo che è tutto un programma, “Sicilia, modello politico da esportare?”, alle 19 interverranno Carmelo Briguglio, deputato finiano e leader di Futuro e Libertà a Messina, Gianpiero D’Alia, capogruppo dell’Udc al Senato, leader dei casiniani in Sicilia, Giovanni Pistorio, capogruppo dell’Mpa al Senato, Beppe Lumia, senatore del Pd, Francantonio Genovese (stamattina in prima fila a Palazzo dei Leoni), deputato del Pd e leader messinese dei democratici, e Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd. Incontro che verrà moderato dal segretario provinciale del Pd, Francesco Gallo.
Oggi, intanto, si parlerà di formazione professionale e turismo con gli assessori regionali all’Istruzione ed alla Formazione professionale, Mario Centorrino, e al Turismo, Daniele Tranchida. I dibattiti, “Le riforme della nuova Regione: la formazione professionale” e “Turismo, da dove ripartiamo”, si terranno, rispettivamente, alle 18 e alle 19.30 nell’Atrio del Carmine di Milazzo.
