Palazzo Zanca, la geografia politica del consiglio comunale in vista della “stagione calda”

Palazzo Zanca, la geografia politica del consiglio comunale in vista della “stagione calda”

Palazzo Zanca, la geografia politica del consiglio comunale in vista della “stagione calda”

venerdì 27 Marzo 2009 - 13:57

Presto in aula approderanno bilancio di previsione e, con il sindaco presente, le opere compensative al Ponte. Ecco gli scenari di oggi (e quelli possibili di domani) nel centrodestra e nel centrosinistra, mentre a Roma il Pdl è a congresso

Condono fiscale per Ici e Tarsu, opere compensative al Ponte sullo Stretto, bilancio preventivo 2009. Pochi dubbi, con l’arrivo in aula di queste delibere, “partorite” dall’amministrazione, si apre quella che potremmo definire la stagione calda del consiglio comunale. Una stagione alla quale si arriva con una geografia politica quanto mai variegata, all’indomani del congresso del Pdl a Roma che si sta svolgendo in questi giorni, e con scenari in continua evoluzione sia a livello nazionale e regionale che a livello locale.

IL PDL TRA FEDELISSIMI, ALLINEATI E PIERINI

Proviamo allora a fare una disamina sulla conformazione attuale dell’aula consiliare, tra fedelissimi, allineati, “pierini”, oppositori veri o solo presunti e alleati alla finestra. Partiamo dalla creatura più variegata del consiglio, il centrodestra, quella che si fa sempre più fatica a definire maggioranza. Due sono i fedelissimi sui quali il sindaco Buzzanca sa di poter contare a occhi chiusi, Ticonosco e Magazzù, con quest’ultimo ancora in bilico per un ricorso elettorale presentato da Alberto De Luca (primo dei non eletti per un solo voto), che verrà discusso il 7 maggio dopo la verifica disposta dal giudice in alcune sezioni. Nel Pdl il più allineato all’amministrazione è senz’altro il capogruppo Capurro, il quale proprio all’indomani delle elezioni ha lasciato l’area Corona di Forza Italia per passare in quota D’Alcontres. Capurro diverse volte ha rappresentato la voce della giunta in consiglio, soprattutto per il ruolo “spinoso” di capogruppo che riveste. Non tradiscono mai nemmeno Fazio (quota Garofalo), e fatta eccezione per qualche recente tentennamento, Cocivera, mentre indecifrabile è Iannello (che sui revisori dei conti pare abbia votato Nicolosi per poi lasciare l’aula).

Gli altri consiglieri che difficilmente si discostano dalle posizioni dell’amministrazione sono Chiarella e Conti di Forza Azzurri, mentre Burrascano (quota Germanà) il più delle volte “soffre” in silenzio mantenendo una linea abbastanza fedele (ma con un occhio interessato agli sviluppi del congresso Pdl). In bilico è la Crifò, che insieme a Sparso sembra sempre più intenzionata a sposare la causa degli ormai famosi “pierini”, i dissidenti del Pdl che hanno guidato la “rivolta” sui revisori dei conti. Il più ribelle è senz’altro Pergolizzi, che insieme a Canfora è espressione in aula di quella corrente Briguglio che da anni battaglia col duo Nania-Buzzanca e che potrebbe uscire ulteriormente rafforzata dal congresso romano. Al suo fianco si è trovato più di una volta Melazzo (corrente D’Alcontres), così come uno dei casi più strani di questo consiglio, il vicepresidente vicario Trischitta: ex fedelissimo di Buzzanca, capogruppo di An fino all’ultima legislatura, oggi è in aperto contrasto con il sindaco e la giunta, passando addirittura al gruppo Misto.

MPA E UDC, COMPATTI (O QUASI…)

Tra i “pierini” rientra a pieno titolo Cantello, unico esponente della corrente De Luca e anche unico non allineato dell’Mpa. Vicini all’amministrazione sono, infatti, Tamà, Spicuzza e Restuccia, come del resto il presidente del consiglio Previti. Compatto, nonostante la latente divisione interna tra le correnti Naro e D’Alia, anche l’Udc, che schiera sette alfieri: Caliò, Muscolino, Rizzo, Ansaldo, Cilento, Guerrera e Messina. Un folto gruppo che potrebbe anche essere più numeroso, se le voci che corrono a Palazzo Zanca in questi giorni dovessero trovare conferma. Vedremo. E’ giusto ricordare, per inciso, la nascita dell’intergruppo Udc D’Alia-Mpa, che non ha visto però pienamente concordi tutti gli attori in causa.

L’OPPOSIZIONE

In mezzo al guado c’è sempre Risorgimento Messinese, il movimento di D’Amore, un giorno accostato al Pd e l’altro all’Mpa (soprattutto all’indomani della nomina del leader a commissario della Fiera). In aula Carreri e Serra si sono sempre mostrati sciolti da legami, anche se molto spesso si sono ritrovati a fianco dei “pierini”. Non è esattamente omogeneo nemmeno il centrosinistra. Il più “vivo” nell’opposizione rimane Gennaro, vicino a Saitta e dunque non certo “genovesiano doc”. Accaniti sono pure Barbalace e Caprì, che pur essendo di due gruppi diversi si trovano concordi in diverse battaglie. I fedeli alla linea Genovese del Pd sono Isaja, David, Cucinotta, Vaccarino, lo stesso Caprì, Sauta, Calabrò, Contestabile e Zuccarello. Meno legati ma comunque allineati Barone, Capillo e Barrile (che le solite voci hanno spesso annunciato in procinto di fare il “salto della quaglia”). Le anime solitarie del Pd sono senz’altro Greco e Saglimbeni, i rappresentanti dell’area Letta, in aperto contrasto con l’ex sindaco, che molto spesso in aula non hanno faticato a schierarsi col centrodestra.

Questo il quadro attuale, in vista delle delibere che scottano. Il congresso del Pdl potrebbe modificare i rapporti di forza e di conseguenza gli scenari, tanto in aula quanto in giunta, dove alcune componenti potrebbero ritrovarsi con meno peso e altre con un vigore maggiore. Certo è che troppo spesso al sindaco e all’amministrazione i numeri sono venuti a mancare, e di fronte a prove ardue come il bilancio e le opere compensative del Ponte (per quest’ultime Buzzanca verrà in aula) la scarsa compattezza vista in questi mesi potrebbe rivelarsi politicamente letale.

(foto Dino Sturiale)

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