Da Palermo a Messina, è tempo di rimpasti: cosa bolle in pentola

Da Palermo a Messina, è tempo di rimpasti: cosa bolle in pentola

Da Palermo a Messina, è tempo di rimpasti: cosa bolle in pentola

mercoledì 17 Giugno 2009 - 14:12

Lombardo pronto a completare il suo governo-bis: dentro la Adamo, Strano e il messinese Beninati. A Palazzo Zanca, dopo l'approvazione del bilancio, Buzzanca dovrà ridurre la sua giunta -tagliando- quattro teste.

Per un rimpasto ormai sul punto di ultimarsi, un altro deve ancora partire ma quando lo farà provocherà una rivoluzione. I tre nomi che dovrebbero completare la seconda versione della giunta Lombardo, a Palermo, sono già scritti, chiusi in un cassetto e pronti ad essere tirati fuori. Quelli che invece dovranno essere -depennati- a Messina dal sindaco Buzzanca in virtù dei dettami della Finanziaria 2008 sono ancora ignoti e verranno fuori solo dopo l’approvazione del bilancio da parte del consiglio comunale. Cerchiamo dunque di capire cosa bolle in pentola.

Partiamo dalla vicenda regionale. Le ultime riunioni di questi giorni, da quella di San Vito Lo Capo dei -fedelissimi- di Miccichè a quella -monca- di Palazzo dei Normanni dei deputati che sostengono Castiglione, hanno confermato che la spaccatura interna al Pdl non è facilmente risolvibile, se non con un colpo di mano del premier Berlusconi. Se la frattura non si ricomporrà, Lombardo andrà avanti sulla sua strada e tirerà fuori i tre nomi che sarebbero già decisi: sono quelli di Giulia Adamo, ex presidente della Provincia di Trapani (suocera dell’imprenditore Pietro Franza), Nino Beninati (nella foto), ex assessore regionale alla Cooperazione e al Commercio, eventuale primo messinese ad entrare in giunta Lombardo, e Nino Strano, già senatore, candidato di An alle ultime Europee senza, però, essere eletto. Lombardo annuncerà i nomi solo dopo l’incontro previsto a giorni con Berlusconi, incontro che potrebbe anche cambiare le carte in tavola.

Passiamo a Messina. Qui Buzzanca dovrà presto adeguarsi a quanto previsto dall’articolo 2, comma 23 della Finanziaria 2008, che modifica il Testo unico di ordinamento degli Enti locali prevedendo che le giunte comunali e provinciali passino dai sedici componenti attuali a dodici (undici più il sindaco). Giocoforza, dovranno essere tagliate quattro teste. Un passaggio che porterà ad una reazione a catena: un rimpasto totale con uscite e ingressi dalla giunta, che coinvolgerà anche le società partecipate. E’ possibile anche che qualcuno esca dalla porta e rientri dalla finestra: è il caso di Gianfranco Scoglio, che potrebbe lasciare l’assessorato ai Lavori pubblici e tornare a fare il city manager come nella prima amministrazione Buzzanca.

Tra i -partenti- potrebbe esserci Giovanni Ardizzone, che si dedicherebbe a tempo pieno alla politica regionale (è deputato all’Ars). Uno spazio in giunta lo reclama la componente Germanà, che avrà il presidente dell’Iacp (Antonino Damiano). Un assessorato potrebbe andare anche al gruppo Briguglio, per tentare di ricomporre una frattura che non si può continuare ad ignorare. Quasi certamente qualcuno lascerà gli scranni del consiglio comunale per sedere in giunta, in particolare nel Pdl (in questo caso tornerebbe a Palazzo Zanca l’ex consigliere Roberto Nicolosi). Meno posti in giunta si traducono in maggiori esigenze da soddisfare altrove: si guarda alle partecipate, tanto che potrebbe accadere qualcosa anche nei Cda di Amam e Ato3, ma anche di Messinambiente. Sono tutti movimenti che non avverranno nell’immediato, ma presumibilmente tra agosto e settembre, cioè solo dopo l’approvazione del bilancio. Passaggio troppo delicato per rischiare di essere messo a rischio dai prevedibili scontenti.

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