Il gruppo propone la rielezione con un’unica votazione. Si punta ad una vicepresidenza, «regola non scritta ma di buon senso»
Il Pd si è deciso a chiedere ciò che i numeri su cui può contare in aula gli consentono di poter chiedere: una vicepresidenza del consiglio comunale. E dunque una rimodulazione di tutto l’ufficio di presidenza, che oggi vede Pippo Previti dell’Mpa al vertice, Pippo Trischitta come vicario e Angelo Burrascano come secondo vicepresidente. Ad esprimersi è il gruppo ufficiale del Pd, con in testa Tani Isaja, Paolo David, Benedetto Vaccarino e Nicola Cucinotta. Secondo i consiglieri ci sarebbe «una palese incongruenza con i principi democratici che dovrebbero regolare l’attività istituzionale incentrata, da sempre, sul confronto dialettico tra maggioranza e opposizione». Il punto è che «trascorsi due anni dall’affermazione del centrodestra nella nostra città, riteniamo che per garanzia istituzionale del consiglio comunale sia necessario individuare, in seno alla minoranza, un esponente che rivesta un ruolo all’interno dell’ufficio di presidenza».
Insomma, il Pd chiede che venga applicata una regola «non codificata, se non dalla prassi del buon senso politico», e dunque di procedere nuovamente all’elezione dell’ufficio di presidenza. Elezione che, eventualmente, «dovrà svolgersi in un’unica votazione», particolare di non poco conto e che richiederebbe quasi necessariamente un accordo preliminare maggioranza-opposizione. Verrà accolta la richiesta del Pd? Sulla carta pare molto difficile, ma è anche vero che nella più ampia rimodulazione di deleghe prevista all’interno della maggioranza, non è escluso che un ruolo possa giocarlo proprio l’ufficio di presidenza.
