Pd: nessun processo a Genovese, entro metà luglio l'assemblea regionale

Pd: nessun processo a Genovese, entro metà luglio l’assemblea regionale

Redazione

Pd: nessun processo a Genovese, entro metà luglio l’assemblea regionale

lunedì 23 Giugno 2008 - 16:29

Oggi riunione a Palermo con i segretari provinciali, la classe dirigente si è assunta la responsabilità del risultato elettorale. Si ripartirà dal tesseramento e dall'azione dei circoli. Nella costituente di Roma solo qualche cen

Nessun ribaltone ai vertici del Pd siciliano, almeno per il momento. Come più volte dichiarato nei giorni scorsi, infatti, Francantonio Genovese non ha manifestato nemmeno oggi, nel corso della riunione tenutasi a Palermo con i dirigenti e i segretari provinciali del partito, l’intenzione di dimettersi. Il segretario regionale rimarrà lui, salvo sorprese, sicuramente fino al congresso regionale, che dovrebbe tenersi nei primi mesi del 2009, probabilmente prima delle elezioni europee.

Il summit di oggi è servito a fare un’analisi approfondita del risultato elettorale delle scorse amministrative, un -cappotto- che si è aggiunto al già pessimo andamento delle regionali e politiche del 13 e 14 aprile. I dirigenti del partito si sono assunti la totale responsabilità del pessimo dato venuto fuori dalle urne, ma senza impostare il tutto come un processo ad unico imputato, Genovese appunto, che però esce chiaramente ridimensionato dalla sconfitta -in casa- contro Buzzanca.

Si è deciso di convocare, a questo punto, l’assemblea regionale del Pd entro la prima metà di luglio (il sei?), in occasione della quale verrà avanzata una nuova proposta organizzativo-programmatica del partito in Sicilia, un piano di rilancio che, nelle intenzioni, dovrà vedere come prime tappe il tesseramento, che partirà proprio a luglio, e soprattutto un maggior radicamento nel territorio che dovrà avere come punto di riferimento fondamentale l’azione dei circoli, in troppi casi -impalpabili- nel corso di queste tornate elettorali.

Tra gennaio e febbraio 2009, invece, si terrà il congresso regionale, che verrà anticipato rispetto alle prime indicazioni (si parlava di aprile) e seguirà quello nazionale. Nel frattempo, il -caso Sicilia- è stato trattato solo marginalmente nell’assemblea costituente nazionale della scorsa settimana. A -mettere sul tavolo- i brutti risultati ottenuti nell’Isola ci ha pensato soprattutto l’ex presidente nazionale di Italia dei Valori Salvo Raiti: «Sono passato al Pd convinto della nascita di una nuova classe dirigente, ma questo sogno rischia oggi di trasformarsi in un incubo» ha spiegato. «Nella relazione del segretario – ha aggiunto – non c´è stato il giusto richiamo ai motivi della sconfitta, ma io credo che se il Pd ha avuto questo risultato sia un fatto di rilevanza nazionale, perché se non si recupera il Mezzogiorno il nostro partito non vincerà mai». Stoccate precise rivolte al leader Walter Veltroni dunque, reo tra l’altro di non avere nominato nessun siciliano tra i ministri del governo ombra. L’ex senatore ha poi concluso auspicando che chi di competenza si assuma le dovute responsabilità e lavori per un cambio di rotta: «Il Meridione è scomparso dall´agenda politica. Nelle liste nazionali sono stati catapultati esterni e qualche figlia di papà, in un momento in cui da noi si tenevano le regionali. Questo ha indebolito la candidatura di Anna Finocchiaro e rafforzato l´Mpa. Il leader del Pd ha il dovere di rispondere ai suoi militanti, deve spiegare alla gente cosa è successo e dimostrare che si può cambiare, partendo dal Meridione».

Veltroni dal canto suo, ha commentato la debacle elettorale siciliana solo a conclusione della due giorni romana, sotto le sollecitazioni dei candidati che hanno fallito da una parte e da coloro che vogliono un ricambio dei vertici locali dall’altro. Il segretario nazionale ha promesso che «il partito ci sarà, per progettare uno sviluppo vero nella liberazione dall´oppressione mafiosa, raccogliendo le istanze e la voglia di cambiamento che esistono in Sicilia, in una terra che vuole sopravvivere e riscattarsi dall´illegalità e dalla povertà».

Sebastiano Caspanello e Emanuele Rigano

(foto Dino Sturiale)

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