«Pochi spiccioli destinati alla Sicilia»: la denuncia del Comitato Pendolari Siciliani

«Pochi spiccioli destinati alla Sicilia»: la denuncia del Comitato Pendolari Siciliani

«Pochi spiccioli destinati alla Sicilia»: la denuncia del Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 09 Novembre 2009 - 08:35

Il presidente, Giosuè Malaponti: «Perché la politica locale esulta?»

La “questione Meridionale” al centro dell’attenzione del Comitato Pendolari Siciliani che in una nota odierna si chiede il perché di tanta soddisfazione da parte della politica siciliana riguardo le ultime delibere del Cipe per la realizzazione di opere pubbliche di grande rilievo: pochi spiccioli arriveranno in Sicilia secondo il comitato, il cui presidente, Giosuè Malaponti elenca le differenze sostanziali tra finanziamenti destinati al nord e quelli da recapitare al sud. «Al nord vengono assegnati 4.166 milioni di euro per un’autostrada che collegherà 5 province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), in Sicilia vengono assegnati 6 milioni di euro per il raddoppio di una strada nell’agrigentino. Al nord vengono assegnati 130,5 milioni di euro per i lavori della Lecco-Bergamo, in Sicilia vengono assegnati 5 milioni di euro che riguarderanno i lavori di recupero dei manufatti industriali nell’ex area Montedison. Al nord vengono assegnati 1.691 milioni di euro per la Metro di Milano e 500 milioni di euro per la realizzazione del terzo Valico dei Giovi sull’Appennino Ligure, in Sicilia vengono assegnati 3 milioni di euro ad Aragona per il completamento dei lavori di urbanizzazione sempre nell’agrigentino».

E’ talmente evidente, secondo Malaponti, la sperequazione che vi è nella ripartizione dei finanziamenti e nell’importanza degli investimenti stessi e sono due le cose, a detta sua, che dovrebbero far riflettere i siciliani: la prima, che la politica regionale non abbia dei progetti di grande importanza al Cipe per migliorare quelle condizioni infrastrutturali di cui la Sicilia ha veramente bisogno, oltre al Ponte sullo Stretto. La seconda, che il solo Ponte sullo Stretto, ritenuta opera di primaria importanza per le sorti della Sicilia, possa eliminare l’enorme gap infrastrutturale del territorio siciliano.

«Sono evidenti e sotto gli occhi di tutti – afferma Malaponti – le condizioni infrastrutturali della Sicilia (strade, autostrade, ferrovie etc.). E’ evidente che alla Sicilia sono stati destinati pochi spiccioli a differenza delle risorse ben più consistenti assegnate al nord.

Non basta e non deve bastare alla politica siciliana, quella con la “P” maiuscola, la scusa che la popolazione siciliana è facilmente propensa ad accontentarsi, specialmente in un momento di profonda crisi, la crisi per noi siciliani è da almeno 40 anni che esiste e non è un problema di questi ultimi anni. La crisi infrastrutturale della Sicilia è prettamente un problema politico e la prova tangibile è sotto gli occhi di tutti, nessun collegamento veloce stradale né ferroviario tra le nove province siciliane, penso che ciò possa bastare a far riflettere i siciliani e tutta la classe politica siciliana».

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