Politica e mafia, terremoto Udc: Antinoro e Dina indagati. Ma nessuno si dimette

Politica e mafia, terremoto Udc: Antinoro e Dina indagati. Ma nessuno si dimette

Politica e mafia, terremoto Udc: Antinoro e Dina indagati. Ma nessuno si dimette

venerdì 15 Maggio 2009 - 08:08

Il primo è assessore regionale ai Beni culturali ed è accusato di voto di scambio. Il secondo è deputato all'Ars ed è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Entrambi coinvolti nell'operazione Eos che ha portato a 21 arresti. Diverse le reazioni. Lombardo: «Non anticiperò i tempi della giustizia». L'opposizione: «Dimissioni subito»

L’ombra della mafia torna ad allungarsi sulla politica regionale. Due esponenti dell’Udc, l’assessore regionale ai Beni culturali Antonello Antinoro e il deputato all’Ars Nino Dina, sono stati raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta -Eos-, che nella giornata di ieri ha portato all’arresto di 21 presunti esponenti mafiosi, accusati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni e al narcotraffico. Diverse le ipotesi di reato per i due politici: per Antinoro l’accusa è di voto di scambio, stando ad alcune intercettazioni secondo le quali l’assessore avrebbe pagato somme di denaro nel corso dell’ultima campagna elettorale; nel caso di Dina, invece, l’indagine è per concorso esterno in associazione mafiosa.

LA DIFESA

«Continuo a svolgere il mio lavoro come ho sempre fatto negli ultimi dieci anni». Questa la prima reazione di Antinoro, il quale nella sua -difesa- si affida ai numeri: «Nell’avviso di garanzia notificatomi stamattina (ieri, ndr) c’è scritto che avrei pagato 3 mila euro per 60 voti. Ricordo che nel 2006 i cittadini mi hanno sostenuto con 30.357 voti e nel 2008 con 28.250. Ogni commento è pertanto superfluo». Dina afferma invece di apprendere «con stupore, e soltanto dalla stampa, di un mio coinvolgimento in indagini giudiziarie su vicende che non conosco. Fiducioso nell’operato della magistratura attendo che venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile su una situazione che getta ombre sulla mia persona. Mi metto a disposizione degli inquirenti per qualsiasi chiarimento necessario all’accertamento della verità».

Né Antinoro né Dina parlando di dimissioni, così come è totale la fiducia nei loro confronti da parte del partito, l’Udc. «Ai nostri sentimenti di amicizia e di affetto – afferma il segretario regionale Saverio Romano – si accompagna anche la piena fiducia nell’operato della magistratura e ci piace pensare che sia soltanto un caso che per una vicenda già nota venga emesso, nei confronti di Antinoro, un avviso di garanzia a pochi giorni dalla competizione elettorale che lo vede impegnato nelle elezioni europee». Alla campagna elettorale va anche il pensiero del capogruppo Udc all’Ars, Rudy Maira: «Noto che la stagione elettorale, apertasi da qualche giorno, porta con sé un retaggio di fasi pre-processuali che in passato coinvolgevano politici, ma che sappiamo quali esiti a favore degli stessi hanno avuto. Invito l’opinione pubblica a ricordare che l’avviso di garanzia non è una certificazione di colpevolezza, ma uno strumento processuale fortemente democratico ed a garanzia, appunto, dell’indagato. Spesso, però, l’avviso di garanzia viene usato, impropriamente, quale strumento di lotta politica. Questa è devianza!»

LOMBARDO: NIENTE REVOCA

«In relazione agli avvisi di garanzia notificati all’assessore Antinoro e all’onorevole Dina non ho dubbi sul fatto che l’autorità giudiziaria debba, in primo luogo a tutela degli interessati, svolgere tutti gli accertamenti che la legge impone». Si affida a dichiarazioni di rito il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il quale chiarisce che non chiederà le dimissioni di Antinoro. Pensiero rafforzato da un’ulteriore dichiarazione: «Confido nel fatto che Antinoro e Dina sapranno dimostrare la propria estraneita’ ai fatti, continuando, con la serenita’ di sempre, la propria attivita’ politica e amministrativa».

LE ALTRE REAZIONI

Di diverso avviso la Cgil. Antonio Riolo, della segreteria regionale: «La pesante ombra che si abbatte su un importante esponente del governo Lombardo impone un solo atto: l’assessore deve rimettere il mandato». Severo Italo Tripi, candidato del Pd alle Europee: «Questa vicenda è una ulteriore dimostrazione che l’antimafia non può essere un fatto meramente propagandistico, ma è azione e fatti concreti. Quello di Antinoro non è forse lo stesso partito che faceva pubblicità con lo slogan la mafia fa schifo?». Sulla stessa linea Rita Borsellino, capolista Pd per le Europee: «Non mi sento di emettere sentenze finché i fatti non saranno chiariti. Ma date le circostanze sia il presidente della Regione Lombardo che l’onorevole Antinoro dovrebbero tenere in seria considerazione l’ipotesi che lo stesso assessore regionale ai Beni culturali lasci l’incarico di governo nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso. Mi sembra un gesto opportuno oltre che responsabile».

Nessun dubbio per Sonia Alfano, presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia e candidata con Italia dei Valori: «Questa è solo l’ennesima dimostrazione del controllo, pressocchè totale, del voto in Sicilia. Gli avvisi di garanzia giunti ai due esponenti politici dell’Udc, partito che si arricchisce oggi di altri imbarazzanti e discutibili personaggi, dimostrano la totale sottomissione delle Istituzioni siciliane al clientelismo di stampo mafioso. Mi auguro che Antinoro e Dina, spinti dalla vergogna che dovrebbero provare per le accuse a loro carico si dimettano e spariscano per sempre dal panorama politico siciliano e nazionale. La Sicilia gliene sarebbe riconoscente». Quantomeno singolare il commento di Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi e candidato con l’Mpa: «Non ci sono dubbi che in Sicilia il voto sia controllato; lo verifico di giorno in giorno. Per questo l’inchiesta su Antonello Antinoro è certamente fondata. Ma altrettanto logicamente non è credibile che egli abbia pagato somme di denaro per ottenere voti. E’ infatti logico il contrario: che gli elettori abbiano pagato Antinoro per poterlo votare».

(nelle foto: Antinoro, Dina e Lombardo)

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