Ponte? Il Governo è in ritirata, parola della rete del “no-. In cambio potrebbero arrivare soldi per il Messina Calcio

Ponte? Il Governo è in ritirata, parola della rete del “no-. In cambio potrebbero arrivare soldi per il Messina Calcio

Redazione

Ponte? Il Governo è in ritirata, parola della rete del “no-. In cambio potrebbero arrivare soldi per il Messina Calcio

lunedì 25 Agosto 2008 - 07:01

Il progetto è da rifare e di soldi neanche l'ombra. E intanto le infrastrutture attendono

Nient’altro che un fantasma. Il dibattito sul Ponte sullo Stretto, risollevato in sospetta concomitanza con lo storno dei fondi ex Fintecna per la copertura dell’eliminazione dell’Ici, servirebbe solo a dissimulare la reale intenzione del Governo di abbandonare l’impresa. Lo ha spiegato Alberto Ziparo, docente di Urbanistica all’Università di Firenze, reggino di nascita e di residenza, ospite della rete “No al Ponte- nell’incontro organizzato domenica al lido “Horcynus Orca-.

Moderato dal professore Giuseppe Restifo, dei Verdi, il dibattito ha visto gli interventi, oltre che di Ziparo, di Mariano Massaro, segretario regionale dell’OrSA Traporti, e di Ugo Boghetta, ex deputato, responsabile nazionale dei Trasporti del Prc.

Il Ponte sarebbe dunque dannoso, secondo la ricostruzione di Ziparo, perché «giustifica la sottrazione di risorse vere alla Sicilia, soprattutto per le infrastrutture». La strategia seguita dall’attuale Governo, infatti, sarebbe quella di riattivare il processo progettuale (nonostante i miliardi già spesi dalla Società “Stretto di Messina-) e la macchina della comunicazione, ma di lasciare nella sostanza le cose così come stanno. A questo punto, però, l’Autostrada Reggio-Salerno, il raddoppio ferroviario siciliano e le altre opere connesse alla realizzazione della megaopera, rimarrebbero sogni irrealizzabili.

Ma qui ci si consenta una riflessione: se è vero che il Governo si sta tirando indietro, gli amministratori locali che ruolo hanno nella vicenda? Nelle dichiarazioni ottimistiche, a tratti entusiastiche, si stanno giocando la faccia. Come potranno tornare indietro dopo i proclami diffusi (anche se, in effetti, niente di concreto è stato fatto)? Dovremmo, quindi, pensare che stanno puntando anche loro sulla nuova strategia delle «briciole» compensative delle risorse sottratte con la scusa del Ponte. Sempre che la ricostruzione del professor Ziparo sia corretta.

Attenzione, briciole in mezzo alle quali, ancora secondo Ziparo, i messinesi potrebbero trovare anche qualche soldo per finanziare il nuovo Messina Calcio.

Sul tema dei trasporti marittimi si è soffermato Massaro, che ha ricordato come negli ultimi 10 anni nel settore pubblico gli impiegati sullo Stretto siano passati da 1800 a 600, con tagli soprattutto nei settori della sicurezza. «Una politica – ha argomentato – che ha aumentato i tempi di attraversamento e i disagi, e ha diffuso la convinzione che il Ponte sia necessario proprio per risolvere questi problemi.» Anche la soppressione dell’Ente autonomo Porto da parte del presidente della Regione Raffaele Lombardo si iscriverebbe nella strategia di eliminare ogni possibile ostacolo alla realizzazione del Ponte, visto che l’Ente puntava (almeno nello statuto) alla valorizzazione della portualità messinese, che sarebbe, invece, fortemente ridimensionata dalla presenza del Ponte. Presenza data per scontata, per giunta, nello sviluppo dell’area portuale disegnato nel Piano regolatore del Porto, approvato lo scorso anno dall’allora presidente dell’Autorità portuale Vincenzo Garofalo

Quindi Rfi continuerà a mantenere un servizio scarso sullo Stretto, perché tanto arriverà il Ponte a risolvere i problemi. Ma se il Ponte non arriverà, e non arriveranno neanche risorse statali per le infrastrutture, perché sono tutte concentrate sul Ponte fantasma, il servizio continuerà a rimanere scarso in attesa di un sogno.

C’è da dire, però, che, a parte l’affossamento del traghettamento pubblico e il Piano regolatore del Porto, pochissimo di concreto è stato fatto in vista del Ponte. Non sarebbe troppo tardi, quindi, per cambiare rotta, puntare sul trasporto marittimo e la portualità, sugli aeroporti, sulle ferrovie, sulle metropolitane. È il pensiero di Boghetta, forse un po’ semplicistico: «Se riunissimo i soldi che ci vogliono per fare il Ponte e la Tav e li investissimo in infrastrutture, potremmo rivoluzionare la mobilità di tutta l’Italia, costruendo un sistema ambientalmente sostenibile e economicamente vantaggioso».

Nella mattinata di oggi, la ReteNoPonte ha fatto sapere di essere al lavoro per organizzare una nuova manifestazione di protesta, sullo stile di quella del 2006, che coinvolse circa 30000 persone. Riuscirà il comitato a bissare quel successo, nell’attuale contesto socio-politico?

Nella foto al centro, il tavolo dei relatori. Da sinistra, Restifo, Boghetti, Massaro e Ziparo. Nella foto in basso il pubblico. In fondo si distinguono Renato Accorinti, l’avvocato Aurora Notarianni e Anna Giordano

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