Provincia. Relazione dell’assessore Bisignano sulle partecipazioni, zoom sugli Ato

Provincia. Relazione dell’assessore Bisignano sulle partecipazioni, zoom sugli Ato

Redazione

Provincia. Relazione dell’assessore Bisignano sulle partecipazioni, zoom sugli Ato

venerdì 06 Febbraio 2009 - 12:56

Il rappresentante dell’Amministrazione Ricevuto: “Al momento, la linea è quella del disimpegno sugli aumenti di capitale, soprattutto in quelle società in cui manca la trasparenza. Attendiamo i pareri dagli uffici competenti, poi decideremo se recedere dalle adesioni a suo tempo prestate ad alcune società, o quantomeno ridurre la quota di partecipazione”

L’assessore provinciale alle Società partecipate e collegate, Michele Bisignano (nella foto), ha inviato al presidente della Seconda Commissione consiliare, Piero Briuglia ed a tutti i componenti, una relazione ricognitiva sulla partecipazione della Provincia agli Ato 1, 2, 3, 4 e 5. Prima di esprime la presa di posizione dell’Amministrazione sulla partecipazione negli Ato, il componente della giunta Ricevuto ha illustrato brevemente la situazione degli Ato siciliani, esprimendo valutazioni di carattere tecnico-politico.

“Preliminarmente v’è da osservare che quando furono pensati, gli ambiti territoriali ottimali, sembrarono una sorta di fatto provvidenziale per la soluzione del problema-rifiuti a livello locale, andando oltre la gestione dei Comuni e superando sprechi e diseconomie – ha scritto Bisignano. Il tutto in una visione moderna ed innovativa del ‘nodo spazzatura’ attraverso l’elaborazione dei piani regionali per la gestione dei rifiuti. Prima la legge nazionale, poi, nell’ultimo scorcio degli anni ’90, quella di attuazione della Regione Sicilia, seguita nel 2002 dall’adozione del piano regionale per la gestione dei rifiuti e dal varo dei 27 Ato nelle nove province dell’isola. Con un bilancio, dopo pochi anni, che non si può certo dire positivo, se si tiene conto delle indagini giudiziarie avviale da più di una Procura e dei risultati ottenuti sul piano dell’efficienza rispetto ai fondi pubblici gestiti e a quanto pagato dai cittadini per un servizio sempre più carente”.

Degli Ato si è infatti occupata anche la Commissione parlamentare d’inchiesta ‘Sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse’. Il primo dato che salta agli occhi nella relazione finale, riguarda il costo complessivo del servizio rifiuti che nella sola Sicilia è di circa 150 euro per tonnellata. “Va sicuramente apprezzato il fatto che la Sicilia si è dotata di un piano che prevede un ciclo integrato industriale dei rifiuti – continua Bisignano – ma la Commissione d’inchiesta ha aggiunto che appare opportuno introdurre degli aggiustamenti al piano stesso, in maniera che esso sia veramente adeguato alla peculiarità della situazione territoriale. I protagonisti indiscussi del piano sono gli Ato, che da più parti sono stati individuati come il maggior centro di imputazione delle responsabilità connesse alla lievitazione dei costi del ciclo dei rifiuti. Del resto, il debito maturato fino ad oggi dagli Ato ammonta a circa 500.000,00 euro, cui vanno aggiunti i costi che dovranno essere, sostenuti per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, assunti in larga parte dai Comuni e poi trasferiti sui bilanci degli Ato medesimi. Per trovare una soluzione si era pensato di ridurre il numero degli Ato da 27 a 14. Non se n’e fatto nulla. La stessa Commissione di Inchiesta ha ritenuto necessaria la riduzione, ma soprattutto una radicale rivisitazione del loro ruolo, a favore di una maggiore centralità delle responsabilità gestionali dei comuni. Peraltro, la costosa inefficienza degli Ato viene sanzionata dagli stessi cittadini che hanno avviato una miriade di procedure dirette a contestare la pretesa impositiva”.

Un problema che è inevitabilmente anche di natura politica: “La Commissione ha rimarcato che gli Ato sono l’origine di imbarazzanti conflitti di interessi – ha proseguito l’assessore provinciale. Situazioni conflittuali che spesso fanno capo allo stesso Ente Pubblico, per il fatto che si trova ad essere, da un lato, titolare di società miste aggiudicatarie di appalti relativi ai rifiuti solidi urbani, e dall’altro, in quanto componente dell’Ato, in posizione concorrenziale verso le stesse Società miste e quindi, in buona sostanza, verso se stesso. Per non parlare della scarsa trasparenza nell’assegnazione dei lavori, molto spesso affidati senza procedure di evidenza pubblica a cooperative dalla scarsa affidabilità professionale. Nella stessa relazione della commissione viene fatto emergere che qualche Procura della Repubblica Siciliana ha, a più riprese, accertato -assunzioni facili- e cospicui danni erariali”.

Tutte considerazioni che fanno pensare all’attuale Amministrazione della Provincia di Messina di trattare la partecipazione agli Ato con molta attenzione, soprattutto quando si tratta di dovere decidere se aderire o meno ad aumenti di capitale sociale.

“La linea che in atto si ritiene opportuno, intanto adottare – spiega Bisignano – è quella di un generale disimpegno rispetto alle proposte di aumento del succitato capitale. Quanto al disimpegno della Provincia da altre società, questo assessorato ha già in linea di massima appurato, sentito l’ufficio legale, che nulla osta a recedere dalle adesioni a suo tempo prestate ad alcune società, o quantomeno a ridurre la quota di partecipazione. Specialmente da quelle società che non hanno approvato recentemente i loro bilanci o da quelle che, pur avendoli approvati, richiedono un ingiustificato aumento del capitale sociale, o da quelle ancora che non hanno visto un’attiva partecipazione della stessa Provincia. Peraltro, l’ufficio legale in un colloquio avuto con il sottoscritto assessore ha espresso parere favorevole, accertate le fattispecie appena elencate, affinché il nostro Ente possa attuare il disimpegno dalle società non confacenti agli obiettivi di crescita della stessa Provincia”.

Bisignano ha poi spiegato che l’Amministrazione richiederà pareri approfonditi per singole società, e successivamente deciderà se disimpegnarsi da alcune partecipate o ridurre la quota di partecipazione. Per il momento l’Amministrazione si trova, quindi, in atteggiamento di riflessione e valutazione dei dati che possiede, e visto che l’Ufficio legale ha reso parere favorevole per potere denegare l’adesione alle proposte di aumento di capitale che dovessero provenire da qualsiasi società, ha, in atto, adottato la linea del disimpegno sugli aumenti, a maggior ragione se non si legge in alcuna relazione la motivazione delle perdite d’esercizio e non si conoscono quali siano le garanzie di continuità ed operatività aziendale.

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