La querelle sugli stadi continua. Ribaudo risponde alla richiesta atti della IV commissione: «Non è mia competenza»

La querelle sugli stadi continua. Ribaudo risponde alla richiesta atti della IV commissione: «Non è mia competenza»

Redazione

La querelle sugli stadi continua. Ribaudo risponde alla richiesta atti della IV commissione: «Non è mia competenza»

venerdì 09 Gennaio 2009 - 01:02

Il direttore e segretario generale del Comune: «Non è consentito l'accesso a documenti oggetto di procedimenti giudiziari. Non mi risulta che la delibera di revoca sia stata predisposta dall'amministrazione»

Dovranno sudare, e parecchio, i consiglieri componenti della IV commissione consiliare di Palazzo Zanca, la Sport, per avere accesso agli atti relativi “il rapporto tra Comune e società F.C. Messina-. Di certo non li fornirà il segretario generale, nonché direttore generale del Comune, Filippo Ribaudo (nella foto), che due giorni fa ha fatto pervenire al presidente della commissione, Gaetano Caliò, una risposta scritta alla nota di richiesta della documentazione: «Ritengo che non sia una mia competenza». Punto.

Ma Ribaudo va anche oltre, e aggiunge una sorta di “memorandum- sui fatti più recenti relativi alla vicenda stadi. A partire dalla seduta del consiglio comunale del 6 agosto scorso, nella quale si impegnava «l’amministrazione comunale a predisporre una proposta di deliberazione avente ad oggetto la revoca della deliberazione 11/c del 28 marzo 2008. Ne discende che deve essere l’amministrazione a predisporre il provvedimento di cui sopra al fine di sottoporlo al parere della IV commissione».

«Non mi risulta – prosegue Ribaudo – che tale atto sia stato predisposto. Pertanto l’attività della commissione sulla materia, a mio parere, risulta paralizzata avendo il consiglio comunale delegato l’amministrazione a predisporre l’eventuale provvedimento di revoca. Della questione, infatti, è stato incaricato di esprimere un parere il Collegio di Difesa del Comune».

Il direttore e segretario generale di Palazzo Zanca ricorda anche l’articolo 18, secondo comma, del vigente regolamento di accesso agli atti: «Non può essere consentito l’accesso a documenti dalla cui divulgazione possa derivare la compromissione dell’esito di procedimenti giudiziari in corso o violazione del segreto investigativo». Le carte continuano a rimanere avvolte dalla nebbia. Una storia paradossale, nata nel cuore dell’estate scorsa e che sembra lontana dal concludersi.

(foto Dino Sturiale)

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