La reazione di Previti alla lettera di Cantello: «Elucubrazioni mentali frutto di un’acredine antica»

La reazione di Previti alla lettera di Cantello: «Elucubrazioni mentali frutto di un’acredine antica»

La reazione di Previti alla lettera di Cantello: «Elucubrazioni mentali frutto di un’acredine antica»

giovedì 28 Aprile 2011 - 11:32

Lunga lettera del presidente del consiglio comunale: «Si ravveda e ritrovi la capacità di distinguere il bene dal male…». Intanto Serra si autosospende dal gruppo “Sicilia Vera”

Amarezza e stupore. Questa la reazione di Pippo Previti, presidente del consiglio comunale, alla pesantissima nota del capogruppo di “Sicilia Vera” Ivano Cantello. Una nota che ha creato disagio e malumori anche tra gli altri consiglieri comunali e che, come primo effetto, ha provocato l’autosospensione dal gruppo “Sicilia Vera” di Salvatore Serra, che attende un chiarimento con il deputato di riferimento Cateno De Luca. Tornando a Previti, la sua risposta è accorata e al tempo stesso dura, inviata naturalmente anche al prefetto Francesco Alecci, uno dei destinatari della lettera di Cantello. Lettera che, secondo Previti, è «frutto delle sue elucubrazioni mentali che non le consentono di affrontare con la dovuta serenità i fatti malamente narrati che necessitano di maggiore serietà e responsabilità così come l’alto incarico istituzionale che riveste richiede». Secondo il presidente del consiglio c’è «un’acredine pesante e nello stesso tempo antica»: «E pensare – aggiunge Previti – che proprio il 22 aprile, data in cui è stata introitata la sua nota, alcune ore prima di riceverla, le avevo – considerate le imminenti festività pasquali – pagato un caffè al bar del Comune, per dimostrarle che non avevo niente di personale né con lei, ne con chiunque altro». Previti entra poi nel dettaglio di alcune questioni tecniche sulle conferenze dei capigruppo, sollevate da Cantello nella sua lettera.

«Sui suoi giudizi espressi sulla conduzione dei lavori d’aula – continua – tralascio ogni considerazione e la invito ad una maggiore ed approfondita analisi su ciò che non le fa esercitare il suo diritto di voto, posto che spesso lo scranno a lei assegnato è vuoto e ciò non può essere addebitato, in maniera infantile, ad altri. Per quanto riguarda la supposta “caduta del numero legale pilotata”, è appena il caso di invitarla a rileggere il regolamento che recita: “La mancanza del numero legale comporta la sospensione di un’ora della seduta in corso” e “Qualora dopo la ripresa dei lavori non si raggiunga o venga meno di nuovo il numero legale, la seduta è rinviata al giorno successivo”. Nella seduta di prosecuzione è sufficiente l’intervento dei 2/5 dei consiglieri in carica e non possono essere aggiunti argomenti a quelli già iscritti all’ordine del giorno». E ancora: «La richiesta di prelievi di atti deliberativi è una prerogativa riconosciuta ad ogni singolo consigliere. Dipende dall’aula, accettare o meno tale richiesta, non certo dal presidente. Non è certo condivisibile, sotto ogni profilo, quanto affermato quando sostiene di “abbandonare i lavori d’aula” solo perché non ha condiviso quanto deciso dalla maggioranza dei presenti. Mi consenta di ribadirle che la sua funzione istituzionale, a cui lo hanno delegato i cittadini, è quella di esaminare l’atto e votarlo con le tre formule di espressione a tal uopo previste. favorevole/astensione/contrario».

«Per quanto riguarda – continua Previti – il “mi è stato riferito” e “ho appreso” la invito a riferire cose che sa personalmente e a non svolgere, perché non gli appartiene, il ruolo dell’utile idiota, strumentalmente utilizzato da una o dall’altra fazione politica. E a quei soggetti, a cui, suo dire, avrei rivolto l’invito ad effettuare denunce, ho solo ribadito quello che da sempre ripeto in qualsiasi assise, pubblica o privata, e cioè che il cittadino è vittima ma anche carnefice di se stesso, ovvero che le persone che si eleggono per rappresentarci devono essere scelti con oculatezza e responsabilità. Pur sua ultima informazione “gli spettatori” erano portatori di legittimi interessi, da me sconosciuti, rappresentanti della cooperativa Colleverde, ma che si sono fermati davanti l’ingresso principale di Palazzo Zanca per esternare al presidente e a qualche altro Consigliere presente, il loro disappunto sulla caduta del numero legale, posto che la loro proposta di delibera era stata esitata dalla commissione competente ben sei mesi prima. E speravano che potesse essere trattata nella seduta in parola». Previti sostiene che Cantello «continua a prendere grossi abbagli» sulle modifiche all’ordine del giorno».

«Il consiglio comunale – continua il presidente – non va difeso solo dal suo presidente ma da ogni suo componente, autorevole o meno. Il venir meno al proprio ruolo con critiche gratuite, assenze ingiustificate, abbandono dei lavori d’aula, carenza di attività ispettiva o proposte per la risoluzione dei gravi problemi che attanagliano la nostra comunità, indeboliscono e appannano la funzione stessa dell’assise cittadina e, paradossalmente, non votando atti deliberativi rafforzano l’azione dell’amministrazione attiva». Infine le accuse sulla presunta tutela di interessi privati che «farebbe nascere gravi dubbi e parecchie ombre sull’operato dell’intero consiglio comunale che lei vorrebbe, a parole, difendere. Mi viene in mente il vecchio detto “excusatio non petita, accusatio manifesta”». L’ultima parte della lettera sembra risentire degli influssi della Pasqua appena trascorsa: «Ripongo ancora fiducia in un suo ravvedimento, nella sua capacità di distinguere il bene dal male. Ritrovi la fiducia dentro di se e negli altri, non segua cattivi maestri, qualora ce ne fossero, non persegua strade tortuose ma si innalzi in alto, libero come un’aquila reale, con lo sguardo attento e generoso verso gli ultimi, verso i problemi piccoli e grandi della nostra città. Ritrovi la strada dell’impegno responsabile. Lo faccia per i nostri concittadini, ma soprattutto lo faccia per se stesso». Amen.

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