Rfi abbandona lo Stretto, Risorgimento Messinese interroga il sindaco

Rfi abbandona lo Stretto, Risorgimento Messinese interroga il sindaco

Redazione

Rfi abbandona lo Stretto, Risorgimento Messinese interroga il sindaco

mercoledì 10 Settembre 2008 - 11:17

Carreri e Serra: «Buzzanca interventa presso il Ministro dei Trasporti per denunciare lo scarso livello del servizio reso e mitigare lo sfruttamento dei lavoratori»

La vertenza Rfi è una delle più longeve della nostra città. Condotta dai sindacati con i ministri che negli anni si sono succeduti, oggi varca le soglie di Palazzo Zanca con un’interrogazione che porta la firma dei consiglieri comunali di Risorgimento Messinese Nino Carreri e Salvatore Serra. Questi ultimi si rivolgono al sindaco, che più volte ha sottolineato il filo diretto con il governo nazionale, e che proprio in virtù di questo dovrebbe intercedere con il ministro dei Trasporti Matteoli, che ha riservato la sua ultima visita alla nostra città proprio alla campagna elettorale di Giuseppe Buzzanca.

«Nel servizio essenziale di traghettamento nello Stretto – scrivono Carreri e Serra – regna una disorganizzazione che mette in crisi il diritto alla mobilità dei cittadini. Nonostante l’avvicendamento ai vertici di RFI Bluvia, il vettore pubblico di traghettamento non accenna ad una auspicata inversione di rotta rispetto alle dinamiche del passato, offrendo continuamente l’occasione a Trenitalia di operare tagli ai servizi pendolari, ai treni a lunga percorrenza ed alle merci. La flotta navale è vetusta oltre che insufficiente e l’inaffidabilità delle navi si erge ad emblema del degrado meridionale costituendo l’indice della dismissione più volte denunciata da tutti i versanti istituzionali. Durante la stagione estiva che si sta per concludere si è assistito al blocco delle navi Sibari, Budelli e Reggio, mentre la nave Villa è entrata in linea solo da pochissimo tempo nonostante se ne fosse annunciato trionfalmente il rientro già alla fine di luglio. Dopo la tragedia del Segesta i mezzi veloci, indispensabili per la mobilità dei pendolari, sono rimasti solo due, uno dei quali è spesso fermo per i lavori di manutenzione o per il rinnovo della classe».

E la nuova nave, la Logudoru, che dovrebbe arrivare da Napoli? Carreri e Serra parlano anche di questo: «Per giustificare il blocco di ben tre navi, RFI ha annunciato l’arrivo della sola unità Logudoru, da anni abbandonata nel porto di Napoli, sottacendo che prima di entrare in servizio la stessa dovrà affrontare un periodo di manutenzione che lascerà lo stretto ancora privo delle unità navali necessarie al traghettamento di treni e mezzi gommati almeno fino agli inizi del 2009».

Il risultato è che «la flotta RFI così ridotta riesce a traghettare solo il 20% dei mezzi gommati che attraversano lo stretto mentre il resto del mercato rimane ancora in mano al vettore privato che agisce in regime di quasi monopolio imponendo i prezzi del traghettamento che risultano essere i più alti d’Italia a fronte delle croniche carenze del servizio, oggetto delle continue denunce dell’utenza e dei lavoratori. Non esiste il minimo tentativo di concorrenza fra i vettori di traghettamento operanti nello Stretto ed infatti all’aumento del costo del biglietto imposto dal gruppo Caronte&Tourist corrisponde l’immediato adeguamento del biglietto di RFI».

Chi paga, poi, è sempre Pantalone, un’utenza che «è costretta a subire il rincaro dei costi senza ricevere alcun miglioramento del servizio, sicurezza e livelli occupazionali sono ormai ridotti ai minimi termini, il personale precario è in costante crescita e gli incidenti sono aumentati in modo esponenziale rendendo, ad esempio, la nave Budelli, sinonimo non solo d’inefficienza ma anche di allarmante insicurezza. I recenti interventi sanzionatori inflitti ad RFI dalla Capitaneria di Porto per lo stato in cui versano alcune unità della flotta pubblica, sono indice di degrado e dell’incapacità di gestione del servizio essenziale che si riflette sulla qualità della vita dei cittadini. La dirigenza ferroviaria ha approfittato dell’avvicendamento del governo nazionale per negare vergognosamente gli accordi sottoscritti con l’ex ministro dei trasporti, per ciò che concerne la prevista stabilizzazione del personale precario e l’istituzione del Turno Particolare richiesto anche da S.E. il Prefetto di Messina, dopo averne sfruttato la parte relativa al taglio delle tabelle d’armamento».

Con una situaziona del genere «la comprensibile tensione che vige fra i lavoratori precari in attesa di stabilizzazione rischia di esplodere nell’ennesima forte contestazione, come verificatosi per tutto l’anno 2007, culminata con l’occupazione degli uffici amministrativi e le numerose proteste in piazza mitigate unicamente dai preziosi interventi di S.E. il Prefetto di Messina».

Non va sottaciuto e anzi va considerato come promessa fondamentale che «l’attraversamento dello Stretto, oltre ad essere un servizio essenziale da garantire ai cittadini, rappresenta il biglietto da visita per i consistenti flussi di turisti che si spostano giornalmente tra le due sponde» e che «RFI usufruisce di ingenti contributi statali per garantire una fluida continuità territoriale che nei fatti viene mortificata da una gestione indecorosa».

Cosa chiedono, dunque, Carreri e Serra al sindaco Buzzanca: di «denunciare all’attuale Ministro dei Trasporti lo scarso livello del servizio reso dalle Ferrovie dello Stato alla comunità siciliana e messinese in particolare, di porre in essere delle iniziative per intimare ad RFI il mantenimento della continuità territoriale attraverso un miglioramento quantitativo e qualitativo, anche in termini di sicurezza, del servizio e di mitigare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro precario, imponendo il mantenimento degli accordi siglati col precedente governo e ad oggi disattesi, per la stabilizzazione di almeno 55 unità lavorative e la contemporanea creazione di un cosiddetto “Turno Particolare-».

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