Il risanamento e la ricetta -project financing- targata Pietro Currò

Il risanamento e la ricetta -project financing- targata Pietro Currò

Redazione

Il risanamento e la ricetta -project financing- targata Pietro Currò

martedì 01 Luglio 2008 - 09:35

Il leader locale del Partito Repubblicano fu il primo a proporre l'ingresso dei privati nell'edilizia popolare, «con la garanzia di un'autorità terza». Ma rischia di rimanere fuori dalla giunta Buzzanca

Cinquanta milioni di euro da chiedere alla Regione Siciliana attraverso una nuova legge regionale e soprattutto l’avvio immediato dello strumento del project financing. Questa la linea intrapresa dal neo sindaco Giuseppe Buzzanca sul fronte risanamento, una linea che, soprattutto per quanto riguarda il secondo punto, sembra avere un’impronta ben riconoscibile: quella di Pietro Currò, leader locale del Partito Repubblicano Italiano, che da anni del risanamento ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Proprio nella prima, breve esperienza con Buzzanca sindaco, Currò diede i natali all’assessorato al Risanamento, ma oggi, pur facendo parte degli assessori designati in campagna elettorale, rischia di rimanere fuori dalla giunta. Motivo? Il suo partito ha raccolto troppo poco in campagna elettorale, qualcosa meno di duemila voti e nemmeno un seggio.

Currò su questo preferisce non pronunciarsi, «non mi giungono notizie negative ma nemmeno positive, aspetto, ma sono sorpreso dalle voci che si sentono in giro». Sta di fatto che l’idea portata avanti da Buzzanca, quello dell’intervento dei privati nell’edilizia popolare, fu partorita dallo stesso Currò anni fa. «La strada è quella – afferma il segretario del Pri – ma il primo punto di partenza deve essere il sequestro di Fondo Fucile, con la chiusura di quell’area. Tra le brutture in tema di baracche, quella è la maggiore». Tornando alla ricetta -projetc financing-, Currò spiega che si tratta di «un intervento dei privati, con tanto di bando per l’acquisto degli alloggi, ma aggiungerei anche con l’ausilio di un’autorità terza che controlli il tutto. Le offerte dovranno essere pubbliche, ma vigiliate da un organismo, penso ad una commissione molto snella, con tre componenti tra i quali il prefetto. Una sorta di garante, che affianchi la politica e vigili sull’ingresso esclusivo di un’imprenditoria pulita».

Con l’intervento dei privati, quanto verrebbe -sgravata- l’amministrazione comunale nel dover pressare il governo regionale sui fondi pubblici? «Se si dovesse creare quel circolo virtuoso di semplicità e trasparenza che reputo fondamentale – afferma Currò – credo che l’ingresso dei privati possa arrivare a coprire anche fino al 50-60 per cento degli interventi necessari. La semplicità e la trasparenza porterebbero anche ad una maggiore rapidità, perché una delle assurdità del risanamento a Messina riguarda proprio l’eccessiva lentezza dei tempi di progettazione e realizzazione. Contestualmente a quest’azione c’è chiaramente un abusivismo da stroncare – conclude Currò – ma credo che così facendo in un paio di anni si potrà completare il risanamento in questa città».

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