Carreri e Serra, dopo un confronto con D'Amore, decidono di ritirare la firma dalla mozione di sfiducia a Previti. Ma «l'amministrazione non sta dimostrando di avere il senso del bene comune»
Un dietrofront e un nuovo affondo. Si potrebbe dire che Risorgimento Messinese usa il bastone e la carota con l’amministrazione Buzzanca. Così se da un lato il leader Fabio D’Amore chiede ai suoi consiglieri comunali Nino Carreri e Salvatore Serra di ritirare la firma dalla mozione di sfiducia al presidente del consiglio Previti, dall’altro il movimento torna a chiedere al sindaco di valutare l’idea di una -giunta di salute pubblica-, azzerando l’attuale esecutivo.
Il ritiro delle firme dal documento, depositato ieri con l’oggetto “Dimissioni del presidente del Consiglio Pippo Previti”, viene spiegato come «tentativo estremo di ristabilire un nuovo clima all’interno dell’istituzione Consiglio comunale», anche se potrebbe non essere azzardato leggere in questa mossa anche un gesto diplomatico e distensivo verso un esponente di spicco di quell’Mpa con il quale D’Amore ha confermato recentemente di sentirsi molto in sintonia (nomina all’Ente Fiera docet). Carreri e Serra, tuttavia, «non condividendo alcuni atteggiamenti assunti dal presidente del consiglio durante la conduzione dei lavori d’aula e nei rapporti con i singoli consiglieri, intendono ribadire che la tutela della dignità del consiglio deve essere la prima delle prerogative del Presidente».
«Davanti alle evidenti spaccature che trapelano quotidianamente nell’attuale amministrazione – proseguono Carreri e Serra – che nei fatti non sta dimostrando di avere il senso del bene comune e la caratura per governare la città di Messina, auspichiamo un immediato azzeramento dell’attuale quadro politico e la conseguenziale composizione di una giunta di “salute pubblica” che restituisca anche al consiglio comunale la giusta serenità per continuare a lavorare nell’interesse di tutti i messinesi».
(nelle foto: Serra e Carreri; D’Amore)
