Il parlamentare regionale dell’Mpa lascia l’assessorato alla Protezione civile. Si va verso un rimpasto generale, Cilento e Tamà favoriti per fare il salto dal consiglio comunale alla giunta. E potrebbero non essere i soli
Adesso è ufficiale. Poco dopo le 15 Fortunato Romano (nella foto) è giunto a Messina da Palermo (dove era impegnato per i lavori dell’Ars di cui riferiamo a parte) per protocollare alla segreteria generale le sue dimissioni da assessore alla Protezione civile. La decisione era già maturata nei giorni scorsi, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale che dichiarato illegittimo il doppio incarico di parlamentare regionale e amministratore di una città con più di 20 mila abitanti. Da subito Romano aveva chiarito che non avrebbe invocato la “leggina” votata dall’Ars un anno fa che consente, in casi del genere, di attendere i tre gradi di giudizio successivi alla presentazione di un eventuale ricorso dal primo dei non eletti. «Non avrei alcun obbligo – ha precisato anche oggi Romano – ma mi dimetto rispettando l’indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale. Dal momento in cui è stata pubblicata la sentenza nella Gazzetta ufficiale, io non posso più fare l’assessore e voglio essere coerente con questo assunto. Spero di aver dato il mio contributo al tema della Protezione civile in città, affrontato sia sul campo delle emergenze e che su quello della programmazione. Spero che chi proseguirà questo lavoro sia in linea con quanto fatto finora».
Dopo le dimissioni di Romano, precedute da quelle di Giovanni Ardizzone, si allarga, a questo punto, il raggio delle manovre politiche in atto a Palazzo Zanca. Perché anche se il sindaco Giuseppe Buzzanca (che invece della “leggina” usufruirà fino all’ultimo) continua a sostenere di non essersi ancora «posto il problema», le ipotesi già si rafforzano, tra boutade e situazioni verosimili. La boutade, a meno di clamorosi colpi di scena, riguarda una voce circolante stamani nei corridoi del Comune: l’arrivo in giunta di Fabio D’Amore con “dirottamento” di Pinella Aliberti alla Fiera. Ipotesi piuttosto irreale, considerato anche che D’Amore, ormai dichiaratamente “alfiere” di Raffaele Lombardo a Messina, difficilmente finirà per diventare “pedina” di Buzzanca. Per la sostituzione di Ardizzone e Romano i nomi sono due e provengono entrambi dal consiglio comunale: il primo è quello di Bruno Cilento, capogruppo dell’Udc – Centro con D’Alia, il secondo è quello di Sebastiano Tamà, capogruppo dell’Mpa, passato in vantaggio rispetto a Pippo Previti, che rimarrebbe così presidente del consiglio comunale.
Cilento e Tamà, però, non sarebbero i soli a venire promossi in giunta: si parla anche di una sostituzione tutta interna al Pdl, tra due esponenti dell’area Garofalo. Dario Caroniti potrebbe lasciare l’amministrazione Buzzanca per far posto a Roberto Sparso (che però potrebbe essere restio ad un’ipotesi del genere). In questo bailamme, dunque, si registrerebbero tre nuovi ingressi (i primi non eletti) in consiglio comunale, tutti graditi dai rispettivi partiti di appartenenza: Santino Culletta per l’Udc (che diventerebbe gruppo unico, guidato da Mario Rizzo), Alessandro La Cava per l’Mpa e Roberto Nicolosi per il Pdl. Fantapolitica, ipotesi percorribili? Bisognerà ancora aspettare, probabilmente fino all’esito delle amministrative di Milazzo, crocevia importante degli equilibri politici del centrodestra messinese. Quel che è certo è che un rimpasto ci sarà. Cosa ne verrà fuori appartiene alla sfera dell’incerto.
