Santalco non ci sta: «L'Udc non è il partito del dissesto»

Santalco non ci sta: «L’Udc non è il partito del dissesto»

Redazione

Santalco non ci sta: «L’Udc non è il partito del dissesto»

mercoledì 09 Aprile 2008 - 19:34

Il segretario cittadino del partito: «Solo se i parametri stabiliti per legge dovessero imporlo lo si dovrebbe dichiarare. L'amministrazione Genovese ha solo “anestetizzato- il problema»

«L’Udc non accetta di essere identificato e bollato come il partito che chiede a tutti i costi, e senza mezzi termini, la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Messina». Carmelo Santalco batte i pugni, e nella veste di segretario cittadino del partito di Casini chiarisce con una nota la posizione dell’Udc rispetto alla situazione finanziaria di Palazzo Zanca e al rischio dissesto. «Il senso delle dichiarazioni rese nei mesi scorsi da autorevoli esponenti del nostro partito e dal sottoscritto – afferma Santalco – sono state in questi ultimi giorni artatamente manipolate, enfatizzate e travisate in maniera strumentale da certi soggetti politici che, a scopo denigratorio, hanno additato l’UDC come il “partito del dissesto-».

«Abbiamo sempre denunciato – prosegue Santalco – sia pubblicamente sia negli organi di rappresentanza, la grave situazione finanziaria attraversata da tempo dal Comune di Messina; una situazione oggettivamente difficile che l’amministrazione Genovese ha cercato goffamente di occultare proprio come fanno i bambini quando nascondono le molliche sotto il tappeto. Abbiamo assistito perplessi ad “esercitazioni- di finanza creativa e ad improvvisate operazioni speculative targate “Centorrino– (emissione obbligazionarie di BOC, rinegoziazione di mutui, ecc.) di cui non ne abbiamo mai condiviso l’utilità ma ne abbiamo invece denunciato l’onerosità per le generazioni future. Illusioni finanziarie nelle quali risparmi oggi per pagare molto di più domani e dalle quali alcuni comuni d’Italia ne sono rimasti danneggiati. Operazioni che, a nostro modesto avviso, hanno avuto il solo scopo di “anestetizzare- il problema, rimandando una cura di risanamento finanziario che si sarebbe dovuta attuare responsabilmente da subito da parte di un’Amministrazione che ostentava sicurezza e tranquillità: un’-orchestra- – quella di Genovese – che per due anni ha continuato a suonare mentre la “nave “ affondava».

«Quando il “bubbone- riesploderà in tutta la sua gravità – incalza il segretario cittadino dell’Udc – toccherà ad altri risolverlo con soluzioni ancor più drastiche di quelle che si sarebbero potute attuare in questi ultimi anni. Questo noi abbiamo avuto ed abbiamo tutt’oggi il coraggio di dirlo. L’Udc, partendo da una oggettiva considerazione di grave difficoltà finanziaria del Comune di Messina (che con lettera del 5 marzo u.s. indirizzata al commissario Sinatra abbiamo chiesto che venisse resa pubblica), ritiene possibile percorrere soltanto due ragionevoli alternative: se la situazione generale, per quanto grave, non è comunque irreparabile, si abbia il coraggio di “governarla- con un’austera politica di risanamento da varare subito; altrimenti, se le condizioni dovessero essere ben più gravi e se i parametri stabiliti per legge dovessero imporlo e non vi fossero altre vie d’uscita, solamente allora, si abbia il coraggio di dichiarare il dissesto finanziario».

«Da qui a sostenere che l’Udc vuole a tutti i costi il dissesto finanziario – conclude Santalco – ne passa. Pur tuttavia capisco che un atteggiamento tanto realista quanto responsabile come il nostro, non può essere facilmente interpretato da chi – oltre ad appalesare una cronica ignoranza in materia – ha pensato fino ad oggi ad amministrare il Comune con le stesse logiche della cicala. Il nostro compito non è quello di dispensare “libretti dei sogni-, ma quello di atteggiarci seriamente in un rapporto leale, trasparente e non ingannevole con i cittadini, nel rispetto dei nostri figli e delle generazioni future, parlando un linguaggio di verità. Questo è l’atteggiamento responsabile che intendiamo offrire ai cittadini messinesi quando contribuiremo, assieme agli alleati, al governo della città di Messina».

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