L’ingegnere capo del Genio Civile a tutto campo, dall’alluvione alle prese di posizione degli ordini professionali: «Portatori di interessi di parte». E sulle conferenze dei servizi del Comune sulle sospensioni edilizie dice: «Solo fumo negli occhi»
Su Facebook, il social network, esiste un gruppo: “Basta con le violenze edilizie su Messina. Sosteniamo Gaetano Sciacca”. Riservato a «tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti della propria città e condividono la presa di posizione dell’ing. Capo del Genio Civile di Messina Gaetano Sciacca». Gli iscritti sono ben 453. Tantissimi. Ed è per questo che lui, Gaetano Sciacca, non si sente solo, nonostante i suoi attacchi al sacco edilizio e al “silenzio” di troppe istituzioni abbiano causato più di qualche mal di pancia. «Per me ci sono state solo reazioni positive», ci dice salomonico, nello studio della sede del Genio Civile di Messina, dove ha appena concordato bonariamente un esproprio con un’abitante di Scaletta, casa da abbattere per i lavori post-alluvione. «Solo chi ha interessi in interventi speculativi – aggiunge – ha avuto reazioni inconsulte, di certo non istituzionali. Ho potuto constatare, invece, come la gente abbia inteso bene il messaggio, sono stato inondato di fax, di e-mail, su Facebook hanno persino creato un gruppo. E grande solidarietà è giunta soprattutto dai giovani. Questo mi fa veramente piacere. E devo dire che sono al mio fianco anche molti ingegneri, architetti, imprese. Solo gli organismi costituiti, portatori di interessi di parte, mi hanno attaccato». Ogni riferimento agli ordini professionali è puramente -casuale-. Ma Sciacca chiarisce, niente rivoluzioni. «Mi hanno accusato di voler distruggere l’economia della città, che si basa sull’edilizia. Il punto è proprio questo: c’è la possibilità di avere lavoro con l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza, intervento sull’esistente. Così facciamo lavorare tantissimi ingegneri, geometri, architetti e imprese. Le speculazioni, invece, sono prerogativa di pochi studi, di poche ditte. Io ho l’obbligo di rappresentare che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori fa la fame. Coniugare, invece, sicurezza e lavoro crea vantaggi enormi. Gli ecomostri non servono a nessuno, lì lavorano solo pochi soggetti».
Certo che una domanda bisogna porsela: come si è arrivati fino a questo punto, se non con la compiacenza di tutti? Sciacca frena: «Non ho voluto cercare le responsabilità e non mi va di farlo, perché altri organi hanno questo compito. A me interessa dare un messaggio di speranza e che scempi come quelli che hanno devastato il territorio non si verifichino più. Il 1. ottobre rappresenta un punto di svolta, quelle 37 vittime meritano giustizia e come si può dare giustizia? Voltando pagina. Ed è su questo che sono stato attaccato». E su una decisione, in particolare: bloccare quella che è, di fatto, la riproposizione del “silenzio assenso” nelle sfere del Genio Civile, il famoso art. 32 che consente di avviare i lavori prima che si svolga l’istruttoria sui progetti. «Io ho fatto semplicemente questo: per i progetti che riguardavano insediamenti su zone a forte acclività, in prossimità di torrenti o corsi d’acqua, ho chiesto che si attendesse l’istruttoria. Ed è lì che è scoppiato davvero il finimondo. Ma è una disposizione della quale io ho deciso di assumermi ogni responsabilità. Non è un problema di calcoli statici o ingegneristici, ma di vie di fuga, di pianificazione, roba che compete al Comune. E io sto cercando di colmare i vuoti che altre amministrazioni creano».
Secondo Sciacca non bastano provvedimenti come le sospensioni delle concessioni edilizie. «Non bastano – spiega – perché le conferenze dei servizi che ne sono seguite non sono servite a niente. Solo fumo negli occhi, solo aria fritta. Ci sarebbe un provvedimento molto semplice, che il consiglio comunale potrebbe adottare anche domani: approvare le Norme tecniche di attuazione con nuove norme di salvaguardia. Non pagine di elucubrazioni filosofiche ma passaggi semplici: per tutti i progetti di fabbricati posti in prossimità di zone a forti acclività, corsi d’acqua e impluvi, bisogna accertare e verificare l’istruttoria e fermare il silenzio-assenso. Basta questo. Basta accertare che esistano o siano state realizzate le opere di urbanizzazione e di messa in sicurezza. Il territorio soffre di una evidente carenza di vie di fuga. E’ grave che si perda tempo con il controllare gazebo, balconi e quant’altro, quando non si interviene sulle vere priorità: si accerti sul posto se le opere di urbanizzazione sono state realizzate».
Il Genio Civile è impegnato attivamente anche sul fronte dell’alluvione. «Qui si è realizzato un piccolo miracolo – afferma Sciacca – con le istituzioni, quali Rfi, Cas, Provincia, Protezione civile, che hanno lavorato davvero in sinergia. A noi sono stati affidati gli interventi di maggiore impatto, ma è una responsabilità che ci siamo voluti prendere, dando una risposta a chi pensava che non si potesse mettere in sicurezza il territorio. Ci sono stati interventi immediati, come mai era avvenuto in Italia. Lavorano le imprese e le maestranze locali, segno che si può fare economia anche così, e non solo costruendo. Noi abbiamo in corso già 9 interventi in fase avanzatissima e altri 8 sono stati appaltati e consegnati, non sono “schede”, aria fritta. Altri fanno conferenze stampa e comunicati sul nulla, noi stiamo lavorando concretamente».
Sciacca torna sull’argomento dell’economia “alternativa” all’edilizia: «I lavori di Giampilieri e delle zone alluvionate dimostrano che non è vero che ponendo un freno all’edilizia si crea un contraccolpo all’economia. Quella è un’economia virtuale. Io dico sempre che oltre al Pil, prodotto interno lordo, bisogna guardare anche al Pif, prodotto interno felicità. L’obiettivo non è avere grandi fabbricati sorti nei posti più impensati, ma far guadagnare la collettività con la sicurezza e la serenità».
Messina si avvia verso un nuovo Piano regolatore, ma per Sciacca bisogna intervenire ora, non aspettare oltre. «Le dico solo questo: nell’ultima riunione sulle linee guida del Prg il nostro funzionario è rimasto da solo con l’assessore Corvaja per tutta la mattinata, non s’è fatto vedere nessun altro. Le linee guida servono a poco, noi oggi abbiamo altre esigenze. E le assicuro, non dico certe cose perché voglio fare politica, una delle accuse che mi hanno mosso. Agiamo sulle cose concrete. Questo è un territorio fragile. Si strumentalizza il nuovo Prg, quando invece l’importante è che si intervenga oggi senza posticipare oltre. La città sta implodendo sotto i colpi degli speculatori che vogliono rubare porzioni di territorio».
