Il Segretario nazionale dell'Udc Cesa chiude i lavori del 1° Corso di formazione politica dell'associazione Trenta

Il Segretario nazionale dell’Udc Cesa chiude i lavori del 1° Corso di formazione politica dell’associazione Trenta

Redazione

Il Segretario nazionale dell’Udc Cesa chiude i lavori del 1° Corso di formazione politica dell’associazione Trenta

domenica 14 Dicembre 2008 - 22:15

Crisi economica, attuale ruolo del Parlamento e una battuta sul federalismo, tra i temi del suo intervento. Nella mattinata anche le conversazioni con Violante, Tabacci, Santelli e Latorre

“Un vivaio come nelle squadre di calcio composto da giovani competenti e appassionati e che possono costruire, con la forza delle idee, quel ricambio necessario che serve alla politica come nelle professioni-. Ha usato queste parole Lorenzo Cesa, giungendo a Messina ospite della giornata conclusiva del 1° Corso di formazione politica organizzato dal gruppo dei senatori Udc – Svp e Autonomie, per definire l’associazione Trenta e i giovani che l’hanno ideata.

Cesa, quindi, è passato subito ad analizzare i temi di più stretta attualità, a cominciare dalla crisi economica in atto: “E’ un vero e proprio terremoto finanziario, in Italia e all’estero, che non ha precedenti dal secondo dopoguerra. Una valanga che si è abbattuta inesorabilmente su famiglie e imprese-.

“In questi mesi gli italiani – ha continuato il Segretario Udc – si sono scoperti più poveri e più soli, le famiglie versano in uno stato di agonia e le imprese vengono spazzate via dalla recessione. Secondo recenti dati della Confesercenti ci sono due milioni di famiglia che non solo non arrivano alla terza settimana, ma già al 15 del mese hanno finito tutti i soldi e non possono bastare provvedimenti di ripiego, come la social card, da parte del Governo-.

Poi il passaggio politico sull’attuale ruolo del Parlamento, con una maggioranza che sta portando avanti il suo programma pensando di potere agire senza consultare le altre forze politiche, “ma – ha ironizzato Cesa – è bene ricordare che esiste un Parlamento, una Camera, un Senato espressione della volontà popolare, organi che oggi vengono sempre più relegati ad un ruolo di comprimari. A colpi di decreti e fiducie non si va avanti-; e giù con una battuta sul federalismo, “quello del ministro Calderoli è irrealizzabile-.

Infine una critica al ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta con l’invito a mettere mano seriamente alla riforma delle pensioni, smettendo di dedicarsi ai soliti spot-. Nel corso della mattina anche gli interventi di Luciano Violante, dei deputati Bruno Tabacci e Jole Santelli e del Senatore Nicola Latorre. Il tema era quello della legge elettorale e, sia Tabacci che Latorre, si sono intesi sul modello tedesco quale sistema migliore per rimodulare quello italiano, la Santelli ha evidenziato la necessità di ridisegnare la fotografia sociale del Paese, mentre Violante ha preso posizione sulla giustizia: La riforma della giustizia, a partire da quella del Csm quale punto di raccordo con la politica, è necessaria. Ma ha un senso solo se viene fatta all’interno di una riforma che tocchi tutti i Poteri dello Stato. Non si può lasciare com’é l’assetto di governo e Parlamento e toccare soltanto l’asse giudiziario-; inoltre, sempre secondo l’ex Presidente della Camera, la riforma delle Istituzioni -va fatta presto; diversamente andrà avanti un meccanismo di fatto inarrestabile che finirà con il dettare le regole-. Per questo invita a ripartire dalla bozza di riforma costituzionale approvata alla Camera nella scorsa legislatura.

L’esponente Pd, poi, boccia la prospettiva di riforma dei regolamenti parlamentari nella direzione di uno statuto dell’opposizione. -Serve – spiega – uno statuto del Parlamento, non della sola opposizione. Lo Statuto dell’opposizione è una trappola per l’opposizione: serve a dividere il Parlamento e far venir meno la dialettica con il governo delle Camere, ridotte a un teatro con un copione prestabilito-.

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