Soppressione della Stretto di Messina: il Senato dice no, maggioranza battuta

Soppressione della Stretto di Messina: il Senato dice no, maggioranza battuta

Redazione

Soppressione della Stretto di Messina: il Senato dice no, maggioranza battuta

giovedì 25 Ottobre 2007 - 10:04

Decisivo il voto dell'Italia dei Valori, che ha respinto l'emendamento insieme al centrodestra

La storia infinita della Stretto di Messina. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, che hanno visto il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro in prima linea contro la liquidazione della società del Ponte, oggi al Senato la “spallata- decisiva. E nuova, prevedibile spaccatura in una maggioranza mai così in sofferenza.

In aula, infatti, s’è discusso dell’emendamento presentato dal relatore Natale Ripamonti, che prevedeva la soppressione della società entro il 31 marzo 2008. Emendamento che aveva voto favorevole, appunto, del relatore e della commissione Bilancio, mentre il Governo si era rimesso all’aula. E prontamente, seguendo gli input già abbondantemente lanciati nei giorni scorsi, il Senato l’ha bocciato, con 160 no, 145 sì e 6 astenuti. Decisivi i voti contrari dei quattro senatori dell’Italia dei Valori, evidentemente in linea col pensiero di Di Pietro, e di Roberto Barbieri della Costituente socialista, il cui no comunque era già stato annunciato. Maggioranza battuta, è vero, ma non si può parlare di Governo battuto, perché questo si era rimesso proprio all’aula, annusando prevedibili colpi bassi. Capita l’antifona, il relatore Ripamonti ha chiesto di ritirare l’emendamento, ma a quel punto Lello Formisano, capogruppo dell’Italia dei Valori, ha insistito perché si votasse, con l’appoggio dell’opposizione. Il presidente di turno Roberto Calderoli, dunque, ha sospeso la seduta, per consentire alla Commissione Bilancio di valutare la proposta di ritiro dell’emendamento.

Quando sembrava tutto finito, dunque, risorge la Stretto di Messina, per la quale, a questo punto, il Governo potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi avanzata dallo stesso Di Pietro di “incorporarla- per intero nell’Anas presieduta da Pietro Ciucci (amministratore delegato della stessa Stretto), che già ne detiene la maggioranza delle quote.

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