Il presidente della commissione Urbanistica del consiglio comunale dice la sua sul provvedimento dell’amministrazione Buzzanca e si schiera al fianco dell’ingegnere capo del Genio civile Sciacca
«Se chi vuole evitare lo scempio dovuto a insediamenti abitativi nei posti più impensati, si deve sentire accerchiato, anch’io mi ritengo all’interno del cerchio». Così Domenico Guerrera, presidente della commissione Urbanistica del consiglio comunale ed esponente dell’Udc, si schiera al fianco di Gaetano Sciacca, ingegnere capo del Genio civile, e del suo allarme lanciato contro il sacco edilizio. Ma al tempo stesso non lesina qualche critica all’atto con cui l’amministrazione Buzzanca ha disposto di sospendere per 60 giorni tutte le concessioni edilizie. Un provvedimento che, secondo Guerrera, «non fa altro che esporre l’amministrazione comunale ad una serie di ricorsi che andranno ad incidere negativamente sul bilancio, in quanto le imprese che hanno in corso i lavori, in conformità al progetto approvato e per i quali è stata rilasciata regolare concessione edilizia, previo pagamento degli oneri concessori, avranno gioco facile per chiede i danni al Comune. Non è così che si risolve il problema della nascita di nuovi ecomostri consentiti dal Prg vigente: al vaglio del dipartimento Edilizia Privata esistono migliaia di richieste di concessioni edilizie per la realizzazione di edifici, siano essi compatibili con la rigenerazione urbanistica, siano ecomostri in linea con gli standard urbanistici del Prg vigente».
Ed è lì, nell’organizzazione degli uffici del dipartimento, che rimane uno dei grandi problemi: «Non risulta condivisibile che un dipartimento così importante per lo sviluppo del territorio, lavori in stato di emergenza, che lo scrivente ha sempre denunciato. La carenza di personale tecnico specializzato nel settore e la scarsa organizzazione che si protrae da molti anni, ha determinato un collasso degli uffici che dovrebbero vigilare e far rispettare le regole, lo stesso ufficio che delle 11 mila istanze di sanatoria presentate nel 1985 ha rilasciato dopo 25 anni solo 3 mila concessioni edilizie». Secondo Guerrera «il nuovo dirigente, ing. Carmelo Famà abbia le capacità e la volontà di dare una svolta positiva al funzionamento dell’ufficio, ma va aiutato con l’innesto di personale specializzato incentivato secondo i meriti ed il lavoro svolto. Personale che abbia capacità e serenità nel valutare il progetto nei termini previsti dalle vigenti normativa e dare risposte certe, sia esse negative o positive, senza far scattare il meccanismo del silenzio-assenso, che doveva rappresentare l’eccezionalità, ma che per la carenza di personale è diventata la regola».
Un’azione che dovrà essere parallela alla revisione del Piano regolatore, «un Prg sovradimensionato, che non ha tenuto conto della carenza e della precarietà delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie, del rischio idrogeologico e del fattore non meno importante che l’area dove sorge il nostro comune è ubicata in zona sismica di prima categoria». Un esempio per tutti, i Piano particolareggiati, previsti dal Prg per le aree dei centri storici: «A distanza di 12 anni nessun Piano particolareggiato è stato definito e, solo con l’adozione del Piano paesaggistico, si è cercato di regolamentare in parte la pianificazione urbanistica, senza il blocco totale dell’edilizia, come sostiene chi è in malafede».
Infine lo “sfogo” dell’ingegnere capo del Genio civile Sciacca, un allarme che, sottolinea Guerrera, «va ascoltato, in quanto «profondo conoscitore del territorio e tecnico preparato, che forzando la legge e i suoi doveri istituzionali ha lanciato un forte appello-allarme, con i conseguenti rischi personali, in difesa e a tutela del fragile territorio degli assalti della selvaggia cementificazione. I crinali delle colline non si toccano, quello che viene tolto alla natura, prima o poi dovrà essere restituito con gli interessi, a volte molto alti». Il consigliere non si dice contro l’edilizia che mira alla rigenerazione del tessuto urbanistico, «ma trovo assurdo che intere aree già urbanizzate che rappresentavano il cuore infartuato della città, debbano rimanere baraccate con grave ricadute sulla crescita sociale, mentre si va ad edificare in zone impervie, dove mancano o sono insufficienti le opere di urbanizzazione. Si dovrebbe incentivare l’edificazione all’interno del piano Borzì, attraverso operazioni immobiliari che portano vantaggio ai costruttori che hanno l’opportunità di proporre permute vantaggiose ai proprietari di immobili vetusti e con alto grado di vulnerabilità sismica, e a disinnescare la bomba ecologica costituita dall’assalto alle colline».
