Domani a Palazzo Zanca verrà presentato il documento intermedio del Piano Strategico 2020. Di questo, dell’integrazione con i Prusst, del Prg, parla in una lunga nota l’assessore ai Lavori pubblici
«Un falso problema». Così Gianfranco Scoglio giudica l’approvazione da parte del consiglio comunale della proposta di Corvaja di non trasferire più al Tirone parte della volumetria prevista dal piano di zona di Bordonaro per l’edilizia residenziale pubblica, con relativa bocciatura dell’emendamento che prometteva di travasare in seguito i metri cubi necessari che «verosimilmente» sarebbero rimasti in esubero. Scoglio è tranquillo, è anzi aggiunge: «Per la Stu non cambierà nulla». Questa serenità l’assessore ai Lavori pubblici la acquisisce proprio dal senso originario dell’emendamento poi non approvato in aula. «Per le rilevazioni dei geologi e per tutta una serie di ragioni tecniche – afferma – il Piano di Zona di Bordonaro, così come quello di Galati, ma ci sono anche altri esempi, non potrà essere utilizzato per intero. Rimarrà disponibile un certo quantitativo di volumetria da destinare all’edilizia residenziale pubblica, e da lì potrà attingere la Stu per realizzare l’edificio previsto dal progetto».
Tirone a parte, Scoglio in questo momento è proiettato su altro. Domani mattina a Palazzo Zanca, presenti tra gli altri i sindaci di Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e dei cinquantuno comuni dell’area dello Stretto, verrà presentato il documento intermedio del Piano Strategico Messina 2020, redatto al termine dei lavori delle quattro commissioni tematiche, con la supervisione proprio dell’ex city manager del Comune. Il quale in una lunga nota parla del modello di sviluppo della città di Messina, la quale paga «la precisa scelta politica e sociale di individuare il modello di sviluppo della città nella realizzazione di un polo di formazione scolastica, universitaria, degli enti di ricerca e di servizi ospedalieri con un eccessivo appesantimento degli organici di tali strutture in termini di personale, a qualunque titolo assunto, e soprattutto a scapito dell’eccellenza e della professionalità in favore di una logica politico clientelare, privilegiando così le assunzioni di massa in settori non strategici o non più in linea con i tempi».
«In tale contesto – aggiunge Scoglio – si inseriscono poi le scelte urbanistiche operate dalla vigente variante al P.R.G. che ha incrementato a dismisura l’edilizia pubblica e privata e demandato a ben 14 piani particolareggiati (alla luce dei fatti fortunatamente) le zone di maggior interesse per la vocazione turistica e direzionale della città. Né va sottaciuto che il territorio cittadino è poi governato sotto il profilo politico ed urbanistico dal P.R.G. dell’ Autorità portuale, dal P.R.G. dell’A.S.I. e dai piani particolareggiati della L.R. 10/90. In buona sostanza, manca nella nostra città una visione d’insieme dello sviluppo strategico e ancor di più una collaborazione unitaria tra tutti i soggetti istituzionali tale da costiture una rete di servizi ed un eccellenza umanistica in settori che individualmente costituiscono elemento di debolezza».
Ragionamento analogo viene fatto per lo sviluppo economico e per la capacità di attrarre investimenti mostrata dalla città. E qui entra in gioco il Piano Strategico che, ci tiene a sottolineare Scoglio «non rappresenta un mero esercizio accademico ma il tentativo di condividere con tutti gli attori istituzionali e con la cittadinanza un nuovo modello di sviluppo che diventi per le attuali e per le future amministrazioni una strategia condivisa. Non dovrà più accadere che i programmi avviati da un amministrazione siano azzerati da quella successiva senza alcuna valutazione di merito e soprattutto facendo perdere alla città occasioni di confronto e di dibattito oltre che ingenti risorse economiche. Con questa logica – aggiunge – anche i Prusst sono oggi in parte da riconsiderare e mettere in discussione in attesa della definizione del Piano Strategico ma con analisi serena ed obiettiva e senza utilizzare erronee convinzioni».
E a proposito di Prusst, l’assessore precisa che «non risponde al vero che il Prusst non ha individuato nella Cittadella un preciso obiettivo della riqualificazione urbana», e che anzi proprio le analisi del programma portarono «portato alla definizione dell’ accordo di programma tra il Comune, l’ Autorità portuale, la Soprintendenza e la Regione per la realizzazione del Centro d’ arte contemporanea». Inoltre Scoglio chiarisce «una volta per tutte che il Centro commerciale sulla Panoramica non è previsto dal Prusst perché incompatibile con il progetto del Ponte sullo Stretto e che non vi è un solo intervento di edilizia residenziale nelle zone per le quali sarà sottoposta al Consiglio comunale, sulla base di una precedente delibera autorizzatoria del medesimo organo, una variante di modesta entità per strutture recettive private o per iniziative pubbliche».
Secondo Scoglio il Piano Strategico servirà a rispondere ad alcune domande. Ad esempio se «per ciò che riguarda la porzione di territorio della zona portuale e del contesto sino a Tremestieri, Messina possa ancora avere un porto commerciale o se le scelte strategiche nazionali e regionali impongono di ripensare l’utilizzo delle strutture portuali ed il litorale della zona nord, con destinazione crocieristica, diportistica, trasportistica e di servizi portuali e commerciali». E ancora, se «in tale contesto sia ancora necessario realizzare una nuova portualità, di dubbia sostenibilità ed utilità per il territorio, o sia meglio spostare l’attuale stazione ferroviaria a Gazzi mantenendo alcuni binari per la metroferrovia e, temporaneamente fino alla realizzazione del nuovo snodo ferroviario del Ponte sullo Stretto, per la trasportistica ferroviaria, potenziare l’ approdo di emergenza realizzato a Tremestieri per il solo tempo occorrente alla riqualificazione del porto di Messina, da destinare a finalità crocieristica e trasportistica». Altro quesito da porsi, «se non sia necessario realizzare una struttura aereoportuale nella Provincia di Messina per la trasportistica e per il cargo tale da consentire una veloce distribuzione in entrata ed in uscita delle merci e dei prodotti della provincia integrando così il sistema ponte e riequilibrando gli asset trasportistici con Catania e Palermo».
«Solo avendo chiare tali strategie – conclude Scoglio – potrà concretamente realizzarsi un integrazione con l’ area dello Stretto ed utilizzare lo strumento dell’intesa istituzionale di programma tra gli enti locali, le Regioni ed il Governo Nazionale in sede di definizione dell’accordo quadro sul ponte dello Stretto».
(foto Dino Sturiale)
