Tensioni e screzi politici esplodono in consiglio

Tensioni e screzi politici esplodono in consiglio

Redazione

Tensioni e screzi politici esplodono in consiglio

venerdì 21 Novembre 2008 - 16:58

Nel Pdl tengono banco i casi Scoglio e Pergolizzi. Parte dell'aula definisce “demagogico- l'odg sull'autotassazione in favore dell'Atm. Ancora sotto accusa l'ufficio di presidenza

Il consiglio comunale non riesce a decollare, c’è poco da fare. Anche la seduta odierna ha confermato che esistono problemi, sia interni alle due coalizioni che agli stessi gruppi politici che, ancora, nella gestione complessiva dei lavori che, inevitabilmente, frenano l’andatura politica del civico consesso. Diplomaticamente parlando, l’irruzione in aula dei lavoratori dell’Atm non è stata gestita in maniera impeccabile né dal presidente del consiglio, Pippo Previti, né dal suo vice, Giuseppe Trischitta, i quali, nel pur comprensibile tentativo di mantenere l’ordine e difendere l’onorabilità del consiglio, oggetto di insulti, non sono riusciti a stemperare gli animi ma hanno prodotto, con i loro interventi, il risultato opposto.

La concitazione di quei momenti, tuttavia, può anche rappresentare fonte di giustificazioni. L’ufficio di presidenza, però, finisce ugualmente nel mirino di diversi consiglieri per la gestione dei lavori, degli interventi, degli ordini del giorno. Lo stesso Trischitta si lascia andare, come vedremo, a esternazioni personali che probabilmente il ruolo di presidente che in quel momento ricopriva avrebbe suggerito di “censurare-.

In tutto questo non aiutano, come dicevamo, le tensioni e gli screzi tutti interni alle due coalizioni. Se nel centrosinistra abbiamo un Felice Calabrò che polemizza nei confronti del capogruppo del Pd, “reo- di aver votato insieme al centrodestra per l’accordo di programma sulla Stu, dall’altra parte dei banchi sono due i casi a tenere banco. Il primo è quello relativo all’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio, le cui dimissioni erano già state chieste dal leader dell’Udc Gianpiero D’Alia a proposito della vicenda stadi. Scoglio torna sul banco degli imputati per aver dichiarato ieri, in sede di I commissione, che i consiglieri comunali dovrebbero pensare a fare i politici piuttosto che a portare in consiglio competenze proprie delle singole professioni. Uscita infelice, almeno quanto la battuta di Trischitta: «Forse l’assessore vorrebbe che di tutto si occupasse la moglie…».

L’altro caso ruota attorno a Nello Pergolizzi, sempre più anima solitaria nel Pdl, per alcuni suoi pseudo-alleati “pecora nera- del partito, tanto che qualcuno pensa alla revoca dell’incarico di vice gruppo, qualcun altro addirittura all’espulsione dal partito. Pergolizzi in mattinata aveva comunicato la propria astensione nella votazione per la Stu, suscitando la reazione di Trischitta, il quale puntualizzava che il collega non parlava da vicecapogruppo del Pdl ma anzi esprimeva una posizione contraria a quella del partito. «Io voto secondo coscienza – affermerà nel pomeriggio Pergolizzi – non perché qualcuno me lo impone». Stizzito Trischitta: «Io non ricevo telefonate da Carmelo Briguglio», il deputato nazionale a cui fa riferimento politicamente Pergolizzi.

«Il Consiglio non può essere utilizzato per discutere di problemi interni al Pdl» stigmatizza Nicola Barbalace dai banchi del centrosinistra, ed in effetti screzi del genere sono poco edificanti, soprattutto poche ore dopo i momenti di alta tensione vissuti per il caso Atm. E a questo proposito, diversi consiglieri comunali del centrodestra, su tutti Pippo Capurro, capogruppo del Pdl, e Salvatore Ticonosco, hanno espresso tutta la loro contrarietà nei confronti dell’ordine del giorno presentato due giorni prima da Carreri e Serra di Risorgimento Messinese sull’autotassazione in favore dell’Atm. «Demagogia pura – ha affermato Capurro – non è così che si risolvono i problemi dell’azienda». «Non è stato capito il senso dell’ordine del giorno» ha ribattuto Carreri.

Insomma, un ennesimo giorno di ordinaria follia in consiglio comunale. Qualcuno dovrebbe capire, però, che fuori dai cancelli di Palazzo Zanca c’è una città in ebollizione, pronta ad esplodere.

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