Veleni a Palazzo Zanca: pesanti accuse di Cantello al presidente del consiglio comunale

Veleni a Palazzo Zanca: pesanti accuse di Cantello al presidente del consiglio comunale

Veleni a Palazzo Zanca: pesanti accuse di Cantello al presidente del consiglio comunale

giovedì 28 Aprile 2011 - 07:50

Il capogruppo di Sicilia Vera invia una lettera a Previti, ai capigruppo e al prefetto Alecci: «Inversioni dell’ordine del giorno per trattare atti deliberativi di interesse privato»

E’ nato un caso, a Palazzo Zanca. Un caso lungo sei pagine e tutto interno al consiglio comunale. Le sei pagine sono quelle della lettera che Ivano Cantello, capogruppo della “Sicilia Vera” di Cateno De Luca, ha inviato al presidente del consiglio Pippo Previti, al prefetto di Messina Francesco Alecci e che ieri ha recapitato anche agli altri capigruppo del consiglio comunale. Un monologo durissimo di attacco nei confronti dello stesso Previti, con pesanti accuse che avranno strascichi, c’è da giurarci, nel vivere quotidiano dei corridoi di Palazzo Zanca. Cantello parta da una critica sulla gestione dei lavori d’aula e, appunto, delle conferenze dei capigruppo. «Se durante qualche seduta di Consiglio – afferma – ho abbandonato i lavori d’aula, o non sono stato presente, è stato perché non condivido la sua gestione dei lavori e comunque di una presidenza il cui ruolo dovrebbe essere quello di organo super partes. Purtroppo i fatti dicono il contrario». Secondo l’esponente di “Sicilia Vera” troppe volte è stata «pilotata la caduta del numero legale per tentare di inserire nuovi argomenti all’ordine del giorno per motivi che disconosco». Il riferimento che nella lettera viene fatto è ad una delle ultime sedute, quando si sarebbe dovuto discutere di una delibera, una lottizzazione pare, che interessava evidentemente da vicino alcuni privati presenti in aula ad assistere ai lavori. «Alla fine della seduta – scrive Cantello – mi è stato riferito che lei, presidente, avrebbe invitato alcuni spettatori, che avevano tra l’altro interessi nella votazione di alcuni atti deliberativi, ad effettuare denunce nei confronti di quei consiglieri comunali che a suo dire ritardano i lavori consiliari. E non capisco come possano soggetti esterni al palazzo sapere che si sarebbero trattati determinati atti, diversamente da noi consiglieri comunali che, purtroppo, a causa di una gestione poco trasparente e democratica, disconosciamo».

Cantello accusa Previti di aver «proferito parole ingiuriose» nei suoi confronti, come accaduto anche in altre occasioni, quando «lei andava su tutte le furie ingiuriando ed offendendo il sottoscritto con frasi in vernacolo messinese». Vi risparmiamo le frasi stesse. Il consigliere critica anche l’iter seguito per un’altra delibera, quella ormai definita “Molini Gazzi” sulla correzione di alcuni errori materiali del Prg. Ma le accuse vanno oltre. «Sovente – continua – lei invia lettere e comunicazioni offensive ed assume soluzioni non condivise dal Consiglio e di sua esclusiva iniziativa. Effettua continui sopralluoghi come presidente su questioni che potrebbero essere benissimo affrontate dalle commissioni competenti. Ma è evidente che le azioni suddette vengono intraprese per fini di visibilità elettorale». E sulle conferenze dei capigruppo, Cantello invita Previti «a non creare momenti di confusione e tensione nella gestione delle attività consiliari e dare un segnale di chiarezza alla città, anziché programmare le attività per vie non ufficiali con un numero sparuto di consiglieri comunali di vari gruppi consiliari che la pensano come lei». Il consigliere di “Sicilia Vera” è un fiume in piena: secondo lui previti «continua a tutelare i poteri forti e a minimizzare e a difendere una situazione indifendibile, perdendo credibilità e deludendo le aspettative di quei consiglieri e cittadini che credono ancora nella nobile arte della politica. Le sue dimissioni sarebbero un gesto qualificante di recupero di dignità».

Le ultime sciabolate: «In questi ultimi giorni si sono verificate nuovamente inversioni dell’ordine del giorno, tendenti a trattare atti deliberativi di interesse privato, anziché gli atti deliberativi di interesse generale giacenti, facendo passare il messaggio che i presidenti di commissione assenti e che hanno abbandonato l’aula unitamente ad altri colleghi consiglieri comunali, lo hanno fatto e lo fanno perché non hanno a cuore i problemi della città. Le cose non stanno così, come si vuol far credere. Si sono verificati fatti inquietanti, cambi di opinioni nell’arco di 24 ore, consiglieri che partecipano il giorno prima ad una conferenza formale dei capigruppo e ad una sessione consiliare e si determinano in un modo, ed il giornodopo votano l’inversione dell’ordine dei lavori per trattare atti deliberativi di interesse privato, cambiando idea». Cantello dunque si rivolge anche al prefetto, chiedendo di «assumere le iniziative che riterrà di competenza ed opportune». E gli animi si surriscaldano a Palazzo Zanca.

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