In “assemblaggio” il progetto di riqualificazione della Vallata Santo Stefano: a lavoro Comune, Provincia e Genio Civile

In “assemblaggio” il progetto di riqualificazione della Vallata Santo Stefano: a lavoro Comune, Provincia e Genio Civile

In “assemblaggio” il progetto di riqualificazione della Vallata Santo Stefano: a lavoro Comune, Provincia e Genio Civile

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sabato 08 Ottobre 2011 - 11:06

Tre le progettazioni esistenti per la riqualificazione della vallata alcune delle quali “sovrapposte” tra loro. Nel corso dell’ultimo incontro convocato dall’ing. Capo Sciacca, suddivise le competenze di intervento per giungere ad un lavoro unico e organico da inoltrare, al più presto, all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente

Il costo complessivo del progetto di riqualificazione della vallata di Santo Stefano, attraversata dall’omonimo torrente, a rischio come quasi tutti gli altri corsi d’acqua che “tagliano” la città, si aggira intorno agli 80 milioni di euro: cifra ovviamente impossibile da reperire tutta insieme e che impone dunque la necessità di ragionare “per stralci”. Se ne è discusso a lungo nel corso del vertice tenutosi qualche giorno fa nei locali del Genio Civile, per “studiare” sulle necessarie opere di messa in sicurezza da effettuare. Le cui progettazioni non mancano, anzi, in parte si sovrappongono l’una all’altra. E’ questo il caso del lavoro elaborato dagli Uffici di via Aurelio Saffi, il cui progetto di riqualificazione ambientale della vallata è stato acquisito dagli uffici dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente (ARTA) nel luglio del 2009, e quello previsto invece dalla Provincia Regionale, presentato alla Regione nel 2006 e integrato da ulteriore documentazione sempre nel 2009.

Nella relazione di resoconto dell’incontro al Genio Civile, si legge che “nella considerazione che le aree di intervento di entrambi i progetti si sovrappongono e che le tipologie di azioni previste in ciascun progetto potrebbero interferire le une con le altre, e creare pertanto le condizioni di realizzare opere contrastanti che quindi potrebbero determinare demolizioni, il servizio competente all’istruttoria finalizzato al giudizio di impatto ambientale ha ritenuto di richiedere notizie e chiarimenti sui progetti considerati per eliminare le conflittualità in ordine alla sovrapposizione delle aree di intervento”, le cui finalità rimangono comunque quelle di prevenzione e mitigazione del rischio idraulico e riqualificazione del torrente Santo Stefano.

Obiettivo quest’ultimo, perseguito anche nel terzo progetto riguardante la vallata, redatto però dall’amministrazione comunale, in parte già finanziato. Anche in questo caso si riscontrano alcune “similitudini progettuali” con il progetto di Palazzo dei Leoni: «I lavori di sistemazione idraulica e riqualificazione della confluenza all’altezza del cimitero, coincidono con il tratto di interventi previsti dalla Provincia. Ma – sottolinea – sono coerenti al progetto redatto dal Genio Civile».

Necessario dunque trovare un punto di incontro per “partorire” una progettazione unitaria, completa e non “contraddittoria” nelle varie parti. L’ing Giuseppe Celi, in rappresentanza di palazzo dei Leoni, si è detto pronto a rivedere il lavoro realizzato dai tecnici della Provincia da adeguare al progetto generale del Genio Civile, ma solo dopo aver verificato anche gli atti progettuali del Comune. Terminata la rielaborazione complessiva, si procederà alla “spedizione” all’Assessorato territorio e ambiente che definirà ed eventualmente avvierà le procedure di valutazione ambientale.

Sulla base dunque delle novità emerse tra le varie iniziative di progettazione che dovranno, o meglio dovrebbero portare alla redazione di un elaborato unico, sono state stabilite le seguenti competenze di intervento: il Genio Civile si occuperà della definizione degli interventi progettuali che vanno nella parte a monte dalla confluenza dei due impluvi Sopiano e Mezzano; il Comune si occuperò degli interventi che vanno dalla confluenza fino alla sezione dell’alveo in corrispondenza del Cimitero; la Provincia della definizione degli interventi dalla sezione del cimitero fino alla foce.

L’ing. Zuccarello, in rappresentanza dell’assessorato regionale, ha sottolineato la necessità di individuare un percorso comune a tutti gli enti interessati alle diverse progettazioni. Sciacca ha inoltre ribadito l'urgenza di procedere a ritmi serrati perché i problemi, prima ancora che di carattere territoriale, mettono in evidenza un forte rischio di dissesto idrogeologico. Non va tuttavia dimenticata la condizione di pericolo dell’intera vallata, con particolare attenzione anche alla "questione viabilità": quest’ultima rientrerebbe nella parte di progettazione della Provincia ma in considerazione della priorità è probabile che venga ricompresa tra gli interventi già finanziati che dovrà effettuare il Comune. (ELENA DE PASQUALE)

4 commenti

  1. Nato e cresciuto in questa vallata, suggerisco a quelli seduti nel consiglio comunale che per risolvere la viabilità non ci vogliono 80milioni di euro, ma 4 soldi…basta riprendersi i terreni demaniali che costeggiano la strada e creare spiazzali per potere posteggiare e magicamente nella strada potrebbero transitare anche i TIR..in questo momento i problemi della strada nascono solo perché ognuno mette la macchina dove gli capita prima e intasa la circolazione. Per quanto riguarda il flusso delle acque non vedo nessun problema, ne tanto mai ce ne sono stati in questo torrente da quando hanno fatto le dighe, se poi il tutto serve a ottenere nelle mani 80 milioni di euro, tolgo il disturbo e come non detto, e continuiamo con i vecchi metodi del magna magna e chi è fesso si sta a casa 😉 altrimenti con poche migliaia di euro risolvete il problema che da anni affligge la zona, ma solo per l’indisciplina delle persone che mettono la macchina dove gli viene più comodo. Per mia conoscenza vi informo che tanti si sono chiusi il terreno e neanche pagano. Colgo l’occasione per ricordare che l’unico intervento che bisogna fare nel torrente è il ponte che collega contrada ortera con il paese, ma senza fare lo sbaglio di rifarlo nello stesso posto visto che dal lato del paese la strada è molto stretta, ma crearlo nuovo nella parte bassa del paese un pò più sopra del cimitero. Saluti

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  2. Luci della ribalta
    Nella Sala di Rappresentanza del Genio Civile di Messina, Mercoledì 23 Settembre 2009, è stato presentato il progetto di rivalutazione ambientale della Valle Santo Stefano e della costa adiacente alla foce della Fiumara omonima. A fare gli onori di casa, l’Ing. Capo dell’Ufficio e i suoi collaboratori, che hanno illustrato le caratteristiche tecniche e le motivazioni che li hanno portati a redigere un articolato elaborato, aperto ad ulteriori modifiche e miglioramenti. Non sono mancate le proposte e i suggerimenti da parte degli enti preposti al territorio e delle associazioni, invitate alla conoscenza e collaborazione al progetto. Da tutti è stato espresso unanime consenso a questo straordinario segnale di attenzione alla nostra Vallata. Fino ad oggi non si era mai ipotizzato un così capillare e radicale intervento a dare migliore vivibilità ad un territorio sottoposto da sempre a violenze da parte della natura e di chi se ne è servito a suo uso e consumo.

    Sono stato presente nel mio doppio ruolo di abitante e socio CAI, insieme al Presidente della Sezione di Messina del Club Alpino Italiano; da entrambe le posizioni ho a cuore le sorti del territorio nel quale tutti noi siamo nati e viviamo. Come amante della montagna, non mi stancherò di esaltare le bellezze paesaggistiche dei monti Peloritani tutti, ed in particolare di quelli della Valle Santo Stefano; come abitante vivo il disappunto derivato dallo scempio, dall’atavico malcostume e da fisiologici disagi.

    L’aumentato numero della popolazione, le mutate esigenze e bisogni rispetto ad un passato non troppo remoto, hanno reso insufficienti gli spazi disponibili, saturi soprattutto per la viabilità e la mancanza di aree destinate alla sosta dei veicoli. La riqualificazione e gli interventi sul territorio previsti e proposti dal Genio Civile mirano anche alla risoluzione tecnica, dove possibile, delle cause che originano quotidiani ostacoli alla mobilità.

    Su tutto ciò che scaturisce da usi e costumi poco civili, non esiste nessun prontuario o decalogo da seguire, salvo antipatici e anacronistici metodi coercitivi, per rientrare nei limiti di decenza e favorire la fruibilità del territorio prevista dal progetto di valorizzazione della Valle Santo Stefano. Starà al nostro buon cuore o senso civico di cittadini di un territorio, in candidatura per divenire più a misura di popolazione moderna e civile, contribuire a mettere in risalto la bontà del progetto con un comportamento adeguato. Se e quando saremo fruitori di una viabilità più fluida, è perché saremo, in primo luogo, i destinatari di un sistema integrato di soccorso ed assistenza alla popolazione in caso di calamità naturale e di qualsiasi bisogno o necessità. A seguire, ci arrabbieremo di meno perché saremo in grado di andare e venire per raggiungere e tornare da qualsiasi destinazione quotidiana che ci siamo prefissi.

    Un’ultima nota sul problema della circolazione stradale; se con i futuri e tanto attesi interventi renderemo inservibili e insufficienti tutte le aree eventualmente ricavate, sarà vanificato ogni sforzo e data dimostrazione che non avremmo meritato un simile trattamento di riguardo. Non c’è spazio che tenga di fronte al disordine e all’opportunismo, come succede nel giorno dedicato alla Commemorazione dei Defunti davanti o nelle vie di accesso ai Cimiteri; a continuare a tenere la propria auto sotto casa, davanti alla porta, servirsene per accompagnare i figli fin sotto il cancello della scuola o sbrigare le giornaliere faccende, non servirà a decongestionare le strade dei villaggi e vivremo il nostro quotidiano caos senza mai esserne usciti.

    Il progetto, presentato dal Genio Civile, dedica particolare attenzione al vasto bacino idrografico della Valle, dalla fascia pedemontana alla foce della Fiumara Santo Stefano; esso prevede l’integrazione di opere di contenimento e deflusso delle acque eseguite in passato con nuove e di minimo impatto ambientale. Gli interventi hanno come obiettivo la messa in sicurezza dei centri abitati, dalle piogge torrenziali e un naturale apporto di materiale alluvionale sulla costa adiacente alla foce. Confrontando lo stato di degrado, che è sotto l’occhio di tutti, con i disegni che illustrano il futuro assetto della Fiumara, sembra di assistere ad una gara di idee stravaganti per urbanisti in cerca di gloria. Qui un tratto di pista ciclabile, più avanti aree di sosta con sedili, panchine, decorate con salici piangenti e oleandri. I dubbi e le perplessità raggiungono il massimo per un punto di accoglienza per escursionisti di passaggio sotto gli instabili e pericolosi dirupi alle Sorgive Petroieni, o un’area di sosta o parcheggio per fruitori della montagna alla Mandria Salemi.

    A dimostrazione di come i tempi ed il rapporto con il territorio siano cambiati, mi va di ricordare mio padre, un sognatore come me, morto con il desiderio, uno dei tanti, di vedere installata una segheria, come prodotto finale delle attività forestali, proprio dove adesso si ipotizza uno schieramento a “spina di pesce” per “fuoristrada” e “suv”, che scaricano i loro equipaggi dalle membra stanche, diretti all’Area Forestale Attrezzata di Lupo, e che si trascinano tutte le comodità, teglie di pasta a forno comprese. A parte questa che sembra, ma non lo è, una esagerazione da vignettista satirico, dobbiamo essere contenti che il Genio Civile e i suoi progettisti abbiano profuso la loro professionalità dedicando un simile occhio di riguardo al nostro territorio.

    Non poteva mancare uno studio sulla salvaguardia della costa Jonica adiacente alla nostra valle; da uomo di montagna non voglio entrare in merito al rapporto con il mare nelle sue varie espressioni. Mi limito solamente a segnalare che, di recente, ho estratto da giornali d’epoca il resoconto giornalistico della più spaventosa mareggiata , di cui si abbia testimonianza, nel villaggio di Galati Marina, avvenuta il 4-5 e 6 Febbraio 1906 e che posso mettere in visione se occorre. E’ da questa lettura che ritengo che non esistano calcoli, rimedi o azioni preventive, cento anni fa come oggi, che possano ostacolare il decorso di eventi atmosferici eccezionali.

    Quel che sembra un progetto fantastico, faraonico o uno scherzo goliardico o “pesce d’Aprile”, è stato concepito da seri professionisti ai quali auguriamo di condurre in porto la loro visione nuova e rivoluzionaria. Li ringraziamo per aver scelto la Vallata Santo Stefano per quello che è anche definito “progetto pilota”, ben lieti di essere i primi a beneficiare di questa possibile rivoluzione culturale. …E qui dobbiamo dare il nostro contributo; adesso che siamo finiti sotto i fari inebrianti, le luci della ribalta, delle attenzioni delle pubbliche istituzioni, dobbiamo dimostrare di meritarceli.

    Niente di niente deve essere seminato a cielo aperto nella fiumara; che senso avrebbe una panchina per innamorati circondata di sacchetti di spazzatura o i resti di un muro stonacato?… Passeremmo per maleducati se insieme ai detriti alluvionali, giù alla marina, mandiamo anche carcasse di elettrodomestici, o altri segni di antropizzazioni, fra le quali anche noi andremo a fare il bagno d’Estate…

    La taglio qui, tralasciando altre argomentazioni a sostegno di un’operazione di restauro del nostro territorio, mai pensato in grande stile…

    L’importante è essersi capiti. Staremo a vedere e auguri a tutti.

    Ullo Paolo

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  3. Signor ullo paolo, se lei mi parla di salemi o petroieni, mi fa pensare che lei avrà i paraocchi 🙁
    Ma ne è a conoscenza dei gravi problemi che ci sono in giro per la città di Messina? Come si fa a pensare di rivalutare questi posti sperduti nelle montagne, che così come sono non danno intralcio a niente, e dimenticarsi di zone della città impestate di baracche? E’ più necessario che un sopranoto impieghi 5 minuti in meno per arrivare a Messina a causa di persone che posteggiano a cappello di prete o è meglio pensare ai gravi problemi che affliggono la città? I suoi sarebbero dei bei sogni da realizzare in un periodo di benessere, non in questo momento che ci sono posti con persone veramente a rischio di vita minacciati dalle colline circostanti e nessuno vede…si è mai fatto un giro a mili San Pietro o mili San Marco? Questi giusto per citarne qualcuno, ma sono parecchi i posti a rischio, e cosa si fa? Si pensa a spendere una montagna di soldi dove non ce n’è di bisogno…ma per piacere dai, ormai siamo vaccinati e stufi delle decisioni presi dal comune, dove non si muove una foglia se non c’è interesse…saluti, uno

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  4. Egregio Signore, io sono Paolo Ullo e lei è Uno. Prima di lanciare frecce e saette contro chiunque, rilegga il mio scritto e non mi ritenga responsabile delle sue false interpretazioni, polemiche e destinate a chiacchere fra amici al bar sotto casa o fra annoiati nella piazza del paese. Potremmo continuare la discussione a condizioni che non si nasconda dietro un comodo “pseudonimo”. Distinti saluti.

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