De Luca dice no al tram, ma porta in aula un Piano che va in direzione opposta

De Luca dice no al tram, ma porta in aula un Piano che va in direzione opposta

Francesca Stornante

De Luca dice no al tram, ma porta in aula un Piano che va in direzione opposta

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lunedì 16 Luglio 2018 - 16:34

I consiglieri di Palazzo Zanca si troveranno a esaminare un Piano per la riduzione dell'inquinamento acustico da approvare entro oggi, così come ordinato dalla Regione. Tra le tante azioni strategiche c'è però ampio spazio per il tanto discusso tram che appare strategico in ottica futura

Il consiglio comunale va in aula per la prima volta dopo il giorno del giuramento. Si inizia a lavorare tra gli scranni di Palazzo Zanca e questa seduta arriva con una convocazione straordinaria perché all’ordine del giorno c’è subito una delibera che dev’essere approvata entro oggi. Si tratta dell’approvazione del Piano d’azione per l’agglomerato di Messina, che nasce su direttiva europea per la gestione del rumore ambientale, un provvedimento che il Comune di Messina deve adottare su richiesta della Regione per evitare di incorrere in sanzioni da parte dell’Unione Europea. Se non si approva entro oggi, il Comune rischia di subire un provvedimento dalla Regione per inadempienza, dunque ecco che arriva la delibera con il “Piano Agglomerato Messina”, cioè un piano di azione destinato ad affrontare i problemi di inquinamento acustico.

Quasi 100 pagine di azioni per ridurre gli indici di rumore che ci sono in città, e fin qui nulla di strano. Quello che colpisce é che molti interventi previsti in questo Piano sono nel campo della mobilità e della viabilità e in questo ambito uno dei pilastri della strategia del Comune si basa proprio sul tram. Proprio nei giorni in cui impazza il dibattito su questa infrastruttura che il sindaco vuole eliminare, la stessa amministrazione De Luca adotta una delibera della vecchia amministrazione e porta al consiglio comunale un piano di azioni attuate e da mettere in campo per i prossimi anni che punta molto anche sul tram.

Innanzitutto si parte dal presupposto che la città abbia una rete di trasporto pubblico che si compone di: servizio automobilistico, servizio bus urbano, servizio bus extraurbano, servizio tram, servizio di trasporto ferroviario e servizio di trasporto marittimo. Una rete che è base portante del famoso Pum, il Piano Urbano del Comune di Messina e che rappresenta l’ossatura del Pums, il Piano urbano di mobilità sostenibile, e del Pgtu, il Piano generale del Traffico che dovrà essere definito prossimamente.

Nell’analisi dettagliata di numeri, tratte, linee, mezzi e vettori che si fa in questo Piano dell’agglomerato Messina, si parla ovviamente di treni, scali portuali, strade e autostrade, mettendo in evidenza quanto siano oltre soglia i valori di inquinamento acustico a cui sono sottoposti i messinesi, con valori più alti nel territorio compreso tra Annunziata e Tremestieri. La principale sorgente di rumore risulta essere quella stradale e inevitabilmente le zone più “colpite” sono quelle più vicine agli assi stradali principali che sono viale della Libertà, Boccetta, via La farina, via Garibaldi, statale 114, via Taormina e via Consolare Pompea.

Per ridurre l’inquinamento acustico arriva adesso questo piano d’azione che parte dagli interventi di mobilità sostenibile intrapresi negli ultimi 15 anni e che mirano ad una mobilità che vuole incentivare gli spostamenti a piedi, con i mezzi pubblici, cioè bus e tram, con la bici, con i mezzi elettrici e con l’intermodalità.

Ed ecco che proprio nel paragrafo dedicato alle “Misure antirumore in atto e in fase di preparazione” c’è un intero paragrafo dedicato proprio al tanto discusso tram. Nel Piano che i consiglieri comunali dovranno votare, al tram viene riservato ampio spazio e proprio la tranvia appare uno dei nodi strategici delle azioni di mobilità che sono state attuate e si intende attuare in futuro anche per ridurre l’inquinamento acustico.

Nel Piano si spiega che «attualmente, il servizio viene svolto con 8 veicoli, mentre all’inizio era previsto un utilizzo in linea di 13 tram. L’offerta è di 144 corse giornaliere durante la settimana e di 96 nei festivi, con una frequenza programmata di 4 corse ogni ora con corse di sussidio nelle ore di punta. Il tempo di percorrenza per coprire l’intero tragitto tra i due capolinea è di 40 minuti che – si legge sempre nel Piano – potranno essere ridotti a 30-35 minuti quando i tram potranno usufruire della priorità semaforica».

Così si arriva a un altro paragrafo che nel bel mezzo di questo dibattito sul tram appare assai rilevante: “Miglioramento del servizio di trasporto pubblico locale”. Si parte dalla riorganizzazione gestionale complessiva dell’Atm che ha portato all’acquisto di 52 nuovi bus (devono arrivare i 13 elettrici e altri 7 bus lunghi), alle innovazioni tecnologiche come l’app MyAtm e ai risultati ottenuti con 60 autobus e 8 tram in linea al giorno, il 66,45% in più di km percorsi tra bus e tram e quasi 11 milioni di passeggeri trasportati rispetto ai 5,8 milioni del 2014.

Il tram continua ad essere focale quando si parla di “incentivazione dell’intermodalità” tra mezzo privato e mezzo pubblico, con i parcheggi di interscambio tutti realizzati proprio a ridosso delle fermate strategiche del tram.

Scorrendo il Piano si arriva poi agli “Interventi pianificati per i prossimi cinque anni e strategie di lungo termine”. E anche qui la giunta De Luca porta in aula un Piano di strategie che si basa anche sul tram e dunque il consiglio comunale voterà un documento che va in direzione contraria all’eliminazione dell’infrastruttura. Gli interventi più importanti, in ottica inquinamento acustico, sono il Porto di Tremestieri e la via Don Blasco, ma al secondo punto degli interventi c’è ovviamente l’incentivazione del mezzo di trasporto pubblico locale.

Ed ecco ancora il tram: «per il servizio tranvia –si legge nel Piano- è previsto l’incremento della frequenza e l’estensione dell’orario di servizio dalle 4,40 di mattina all’1 di notte, mentre per il servizio su gomma si prevede il potenziamento della linea 2 della zona sud, della linea 79 per la zona nord, delle linee 6, 8 e 9 verso i villaggi collinari e l’attivazione di una nuova “linea forte” con i 13 nuovi bus elettrici che si svilupperà secondo la direttrice longitudinale, ma più a monte rispetto al tram».

Con questi servizi si conta di arrivare al 2020 con un tram che percorre il 121% in più dei km di oggi, e con 16 milioni di passeggeri ai bordo dei mezzi rispetto agli 11 milioni di oggi, che sulla carta significano oltre 9 mila auto in meno per le strade ogni giorno.

Ipotesi di miglioramento basate sul tram e sull’utilizzo di tutto l’attuale parco mezzi dell’Atm che, se il tram dovesse sparire, ovviamente subirebbe uno stravolgimento radicale.

Anche altre azioni, come per esempio il potenziamento delle attuali Zone a Traffico Limitato, vengono costruite attraverso con misure che possano disincentivare l’uso del mezzo privato in favore di quello pubblico, tram ovviamente compreso.

Alla fine le conclusioni ribadiscono tutta l’impalcatura del Piano: tra le misure antirumore il primo punto è la riduzione del traffico delle auto private mediante il miglioramento del servizio di trasporto pubblico locale che nel 2020, stando ovviamente a questo Piano e alla sua strategia, si stima debba registrare un incremento del 36% dei km percorsi da bus e tram e il 52% dei passeggeri trasportati. Poi ci sono il Porto di Tremestieri, la via Don Blasco, gli svincoli Giostra-Annunziata, ma anche l’incentivazione della mobilità sostenibile (aree pedonali, ztl, car sharing, piste ciclabili, veicoli elettrici.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. MessineseAttenta 17 Luglio 2018 07:54

    QUELLO CHE MI ENTUSUASMA DI DE LUCA E’ LA COERENZA.
    AL MATTINO DICE UNA COSA, AL POMERIGGIO LA MODIFICA ED IL GIORNO DOPO SE LA RIMANGIA.
    NELLA CITTA’ DEI BUDDACI SUOI ELETTORI E’ L’UOMO SBAGLIATO AL POSTO SBAGLIATO.
    PEDDDDDDDIRE!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. MessineseAttenta 17 Luglio 2018 08:23

    La sparata anti tram di De Luca è uno scotto che l’homo fiumedinensis ha dovuto pagare ai suoi elettori, ove albergano demagogia, pressapochismo, ignoranza becera, improvvisazione, egoismo esasperato.
    Si tratta del messinese medio, tipica maschera del culu ripizzatu, che è riuscito a farsi ‘a macchinedda, che eleva a ragione della sua vita, dopo una esistenza di stenti e privazioni.
    Un Mimmo Scafazza cattivo ed egoista, per il quale contano lui e la sua auto, un totem che crede il simbolo del suo riscatto.
    De Luca sa benissimo, e lo sapeva dall’inizio, che la sua sparata (compresa quella del tram volante, ridicolo succedaneo del tram vero, che gli avrebbe permesso di liberare le strade) sarebbe miseramente fallita.
    Ci ha provato.

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