Processo Nebrodi, 90 condanne per la mafia dei pascoli

Processo Nebrodi, 90 condanne per la mafia dei pascoli

Alessandra Serio

Processo Nebrodi, 90 condanne per la mafia dei pascoli

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martedì 01 Novembre 2022 - 00:03

Decise anche 10 assoluzioni. Alla sbarra i professionisti accusati di collusioni e i parenti dei boss accusati delle truffe all'Agea

PATTI – Malgrado l’ora tarda è gremita l’aula del Tribunale di Patti dove alle 23.05 del 31 ottobre il presidente della Corte, Ugo Scavuzzo, legge la sentenza di primo grado (per il dettaglio e i nomi LEGGI QUI) alla fine del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia Nebrodi.

Sono 90 condanne per oltre 640 anni di carcere complessivi, da 2 a 30 anni, quelle decise per i 101 gli imputati del processo Nebrodi sulla mafia dei pascoli, imputati a vario titolo per quasi 500 capi di imputazione. La sola lettura del dispositivo ha richiesto più di un’ora, quando il presidente ha terminato era già iniziato il 1 novembre. Disposte anche 10 assoluzioni totali e la prescrizione per un imputato, quindi sono in 11 ad uscire dal processo.

Il grosso dei boss ha scelto un’altra strada processuale e ha già definito la sentenza, oggi il verdetto risuona per gregari, mogli, parenti, ma anche per i professionisti che secondo l’accusa aiutavano le famiglie dei tortoriciani nelle truffe ai danni dell’Unione Europea con le pratiche agricole. Tra loro anche l’allora sindaco di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, condannato a 6 anni e 2 mesi contro i 12 anni e 9 mesi chiesti dall’Accusa. La condanna più altra, 30 anni, è per Aurelio Salvatore Faranda.

Il processo è partito nel marzo 2021, il blitz di Carabinieri e Guardia di Finanza risale invece al 15 gennaio 2020. Le richieste della Procura sono arrivate a luglio scorso: condanne per tutti gli imputati, per circa 970 anni di carcere, e la confisca dei beni sequestrati per un totale di quasi 30 milioni di euro. A reggere l’Accusa c’erano i pubblici ministeri Vito Di Giorgio, Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonio Chillemi.

Tante le assoluzioni parziali, sia nel merito che per prescrizione. Per alcuni imputati la Corte ha riconosciuto provata l’accusa di associazione mafiosa, per altri ha riqualificato l’accusa in associazione semplice, cassando le aggravanti mafiose, ma per il gruppo dei batanesi per esempio regge l’impianto accusatorio e reggono soprattutto le accuse di truffa.

Tra le parti civili tante sigle antiracket, il comune di Tortorici, il parco dei Nebrodi, l’Agea e l’assessorato regionale al Territorio. Alla lettura del dispositivo anche l’ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, sfuggito ad un attentato, autore del protocollo diventato poi legge dello Stato, che prende il suo nome, e che ha introdotto le nuove regole per rendere più difficile l’accaparramento dei fondi Agea.

Il banco dell’Accusa e gli avvocati alla lettura della sentenza

Un commento

  1. Finalmente una buona notizia! Si spera senza sconti.

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