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Reggio Calabria, a Castore i pagamenti stentano ancora. Il Sul chiede di fare chiarezza

REGGIO CALABRIA – Permangono ancora ritardi nei pagamenti dei dipendenti dell’Azienda Castore, società di servizi in origine di proprietà esclusiva del Comune di Reggio Calabria e ora in comproprietà con la Città metropolitana che è entrata nel pacchetto proprietario.

I pagamenti per i dipendenti stentano ancora

«Nel recente passato il Sul – ricorda in una nota il segretario regionale Aldo Libri – s’era battuto perché il Consiglio comunale di Reggio Calabria implementasse il budget destinato all’azienda Castore per consentire una più puntuale e risolutiva erogazione dei servizi ai cittadini. Ed avevamo auspicato che il processo di ingresso della Città metropolitana nella proprietà dell’Azienda fosse rapido e portasse i benefici previsti.
Entrambe le nostre opzioni prioritarie si sono verificate, eppure continuano gli stenti nel pagamento dei dipendenti.

Avevamo pensato che potesse essere risolutiva, il 9 agosto scorso, la riunione plenaria con la presenza del sindaco della Città metropolitana, del Cda di Castore e dei sindacati presenti in Azienda, alla luce degli impegni presi, anche di fronte ai dipendenti, di regolarizzare i pagamenti e di stabilizzare i lavoratori attualmente con contratti a termine.
Dobbiamo, invece, assistere al protrarsi delle difficoltà senza riuscire a comprendere dove sia l’intoppo».

Intoppi inestricabili. «I protagonisti facciano chiarezza»

La cosa, riflette Libri, pare inestricabile perché «i maggiori finanziamenti ci sono, la compagine societaria è molto più forte, la platea di servizi da offrire si allarga a tutta la provincia, epperò rimangono immutati i problemi di quest’importante azienda».

Di qui, la richiesta dei vertici calabresi del Sul «a tutti i protagonisti di fare un momento di chiarezza o, qualora sia nelle loro competenze, di risolvere le questioni sul tappeto in modo da determinare fiducia e tranquillità nei dipendenti e certezza delle prospettive per l’Azienda e per i lavoratori».