Le luminarie che incantano gli adulti più dei bambini, le luci che sono simbolo della festa spuntano in città.
Arrivano in città i primi segnali di questo Natale 2020. Un Natale che nessuno avrebbe mai immaginato di poter vivere così. Sospeso tra “zone colorate” e limiti di spostamento. Una festa della famiglia che mette la famiglia all’angolo tra limiti e divieti. Una festa della nascita in cui l’ombra della morte non vuole lasciare la presa. Stamattina, però, in città si lavorava per la luce. Le luminarie che incantano gli adulti più dei bambini, le luci che sono simbolo della festa spuntano in città. Una resistenza alla tristezza di questo periodo colmo di incertezze, cariche di quel simbolismo potente e unico che la luce ha sempre rivestito nell’ambito della vita umana.
Un po’ di storia
E forse quest’anno, più che mai, le luminarie assumono quel significato antico con il quale sono nate. Se è vero che quelle contemporanee sono uno spettacolo straordinario di luci e forme, già in passato, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia regalavano stupore e meraviglia. Persino grandi artisti come Michelangelo o Bernini hanno contribuito ad allestimenti di grandi feste popolari. Questo perché, al di là dell’aspetto religioso, la festa è sempre stato il momento in cui la quotidianità fatta di fatica, veniva sospesa e tutto doveva diventare speciale. Tutto doveva abbracciato dalla luce. Luce che avrebbe mandato via paura e ombre.
Una luce che forse quest’anno sarà davvero percepita nel suo significato più profondo e antico. Le luminarie segneranno il lungo corso Garibaldi e le strade. Un sentiero di luce e speranza per chi in questo momento si sente disorientato e solo.
