Reggio. Giulia, donna della luna e della rivolta RECENSIONE

Reggio. Giulia, donna della luna e della rivolta RECENSIONE

elisabetta marciano

Reggio. Giulia, donna della luna e della rivolta RECENSIONE

mercoledì 29 Dicembre 2021 - 14:30

"E Giulia ha scelto il viaggio difficile, quello in cui l'oracolo non conosce la verità. Si lascia smarrire nel desiderio pur di non farsi addomesticare"

Sempre venire seguita dallo sguardo immemore della Signora Luna, che mai gira il volto a costo di farselo sparire nel buio.” ed è alla Signora Luna che una Giulia antica parla, figlia di Ottaviano Augusto esiliata a Reghium dove secondo la leggenda morì, e che come la Luna non volta mai lo sguardo al suo destino che abbraccia fino all’ultimo dei suoi respiri. L’Odeion, sito archeologico situato nel centro storico di Reggio ha accolto una Miryam Chilà ispirata e intensa, una giovanissima attrice che con la regia di di Teresa Timpano, ha dato voce ad una delle storie più malinconiche e crudeli dell’antica Roma. La storia di una donna indipendente, colta e ribelle che scelse la via della rivolta pagando con la vita stessa. E in questa storia il rapporto con gli uomini, primo fra tutti quello con il padre Ottaviano, che l’amò moltissimo come moltissimo la odiò.

La passione che consola

Giulia che parla con la luna e ad essa racconta, dentro un gioco di ombre e luci soffuse l’ultima verità, quella più intima “Corre nelle mie vene un brivido: la febbre della lussuria. Tutto il resto è nulla…’’ perché nei suoi ricordi restano sempre vivi i baci quelli che diede agli uomini della sua vita e che bruciano ancora come braci ardenti “su una pelle non più rosea”. Una donna così esile e trasparente che si confonde nei ricordi e tra le pietre dell’Odeion.

La passione che divora

Scalza, sottile, leggera danza nella sua vita passata all’ombra di sole che durante il giorno “le riscalda dolo le spalle”. Una donna che si fa baciare ancora una volta prima di lasciarsi morire dentro le sue vesti bianche, sotto le coperte e le maldicenze degli altri che l’hanno vista cospirare contro il suo stesso padre. E di lei non restano che i fremiti d’amore vissuti contro tutti e tutto, voluti persino nei luoghi sacri. Pensieri provocanti di donna indipendente la cui unica colpa è ribellarsi al potere maschile.

Nido di vita e di morte

L’Odeion così diventa nido, prende le forme di quella torre leggendaria in cui si racconta Giulia perse la vita abbracciata dalla città che l’accolse dopo 5 anni e in cui impara a volere bene ad una luna che la guarda dal cielo senza giudizio, che diviene l’unica amica. Nella sua mente la luna è “redentora” perché sa che in ogni essere umano ci sono due metà: la “buona condotta” e la rivolta. E Giulia non ha paura se il sole va via, ha scelto il viaggio difficile, quello in cui non chiede all’oracolo la verità. Preferisce farsi odiare pur di non farsi addomesticare e cammina nei vortici di una bellezza che non dice mai addio al mondo.

Le sinergie

Giulia è una donna antica che sceglie un sentire moderno di leonessa fiammeggiante e che non si volta mai indietro e nella falce della luna versa il suo ultimo antidoto selvaggio contro il compromesso e la schiavitù maschile. Monologo “Giulia e la Luna” Tratto dall’omonimo libro di Fortunato Nocera Città del sole edizioni Con Miryam Chilà Regia Teresa Timpano Produzione SCENA NUDA Compagnia Teatrale e Accademia di Belle arti di RC Ass.Scena e Costume: Sabrina Gangemi Corinne Cerminara Miriam Capitò Martina Punturieri Foto Giorgia Foti In collaborazione con Inside e Comune di RC.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007