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Reggio. La Madonna della Consolazione è giunta al Duomo. La fede tra storia e leggenda

“Accompagnata” dal bus cabrio dell’Atam, quello turistico per intenderci, il dipinto spoglio della cornice è arrivato anche quest’anno in Cattedrale. Il tragitto dall’Eremo al Duomo ha visto il seguito dei fedeli, delle autorità e dei portatori della vara in guanti bianchi. Una “processione” anche quest’anno diversa, inconsueta a causa dell’emergenza covid19, ma sempre sostenuta dal canto Ora e sempre viva Maria”. Una frase che i reggini ripetono da moltissime generazioni, un “canto” che da qualche anno si è fatto più forte e intenso insieme alle preghiere.

Il fervore reggino

Niente e nessuno ha mai fermato la processione dell’avvocata della città, della consolatrice, della protettrice. Niente, fin dalla prima celebrazione della festa che risale al 21 novembre 1592, successiva al primo soccorso mariano al popolo di Reggio Calabria durante la peste. E se chiederete ad un reggino di raccontarvi un anno, ecco che arrivato al mese di settembre i suoi occhi si riempiranno di commozione: festa Maronna” ed è subito Natale. “

Tra storia e leggenda


Il dipinto è opera del reggino Nicolò Andrea Capriolo del 1547, commissionato dai frati cappuccini, ma ad ogni storia vera vera spesso corrisponde una leggenda che rende ancora più “intensa” la storia stessa. Si narra, infatti, che il dipinto sarebbe stato ritrovato da un contadino mentre lavorava nei campi e successivamente la stessa effige avrebbe “parlato” ad un frate in preghiera che chiedeva aiuto per la pestilenza del 1576. La Vergine accordò tale supplica, ma chiese anche che dal quel momento si celebrasse ogni anno una solenne processione di ringraziamento.

La consolatrice

E così è. A Maria, da allora, si è sempre rivolto il popolo per chiedere aiuto e protezione per questa terra ferita da tante calamità: terremoti, invasioni, pestilenze gravissime, incuria, abbandono e oggi la pandemia perché Cu terremotu cu guerra e cu paci… Sta festa si fici, sta festa si faci! W Maria!!!” lo sa bene ogni reggino.