Il Genio Civile boccia anche il Piau: “Deve essere rielaborato”

"Le previsioni urbanistiche contenute nel piano particolareggiato appaiono, in assenza di ulteriori efficaci elementi giustificativi di supporto, incompatibili con la natura dei sottosuoli presenti". E' il parere dell'ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, sul Piau, il Piano innovativo in ambito urbano, che riguarda le aree comprese tra la Stazione Marittima e Gazzi.
"Il Genio Civile – prosegue Santoro – aveva rappresentato la necessità di procedere alla microzonazione sismica di secondo e terzo livello ed alla previsione di una viabilità di collegamento tra la zona urbanizzata e la parte prospettante a mare, attualmente occupata daÌle infrastrutture di Rfi. Alia prima indicazione si è adempiuto parzialmente ed alla seconda non è stata fomita alcuna motivazione in merito al mancato accoglimento della richiesta".
Una delle criticità maggiori riguarda la previsione di un Centro Servizi "ubicato su terreni, non solo ad alto potenziale di liquefazione, ma ad elevato inquinamento e da assoggettare obbligatoriamente a radicale bonifica, essendo accertata la presenza sotto terra di quattro enormi serbatoi di gasolio utilizzati in passato da Rfi". In pratica lì deve essere vietata qualsiasi costruzione stabile, il Centro Servizi deve essere previsto altrove ed era inattuabile anche l'ipotesi originaria di un'isola artificiale "in corrispondenza di fondali sottomarini acclivi ed instabili e soggetti a fortissime correnti".
Ancora "le viabilità di accesso all'area risultano insufficienti… …in quanto si prevede il mero potenziamento di sottopassi esistenti, peraltro non conformi ai fianchi di sicurezza minima previsti dal vigente codice della strada e costituenti impropria viabilità in alveo dei torrenti Oreto e Gazzi, e piste di servizio alle aree ferroviarie. Appare opportuno potenziare I'intera viabilità dell'area mediante nuove infrastrutture anche a livelli sfalsati raccordati con la costruenda nuova via Don Blasco e comunque con la viabilità cittadina al fine di evitare una ulteriore cesura tra Ia città ed il suo waterfront". Stesso discorso per "la viabilità di collegamento tra la città e I'areale del previsto parco urbano". Inoltre "nel sito si riscontra, rilevata già con campagne di indagine non ìnvasive, la presenza di insediamenti di epoca preellenistica fino a testimonianze di insediamenti neolitici che verrebbero irrimediabilmente compromessi a seguito degli ipotizzati interventi di consolidamento mediante vibro flottazione dei terreni a rischio liquefazione".
La conclusione è che il Piau dovrà adeguarsi ad una serie di indicazioni, riassunte in 17 punti:
1. Nell'ambito I (tra la Stazione Ferroviaria e il torrente Portalegni), i problemi maggiori riguardano: terreni non idonei, vincolo archeologico, inquinamento. "In assenza di una radicale campagna dì bonifica ed integrale sostituzione dei terreni compromessi, esclusivamente la realizzazione di un parco archeologico con sistemazioni a verde collegato da adeguata viabilità con il retrostante tessuto cittadino".
2. sempre nell'ambito I, la completa bonifica dell'area mediante la rimozione degli strati superficiali di terreno e relativo monitoraggio nel tempo dei parametri ambientali ed inquinanti, si chiede la produzione di tutti gli atti relativi alle risultanze e conclusioni delle pregresse già redatte campagne di caratterizzazione dei terreni e I'esecuzione, preliminare e non successiva all'adozione del piano particolareggiato in oggetto.
3. chiarire le conclusioni dal consulente ambientale nell'elaborato di assoggettabilità alla Vas. L'esclusione del piano dalla valutazione ambientale strategica collide con gli elaborati prodotti, in particolare con le proposte tecniche di vibro flottazione.
4. si richiede l'integrazione ed il completamento delle indagini geognostiche volte alla completa caratterizzazione geotecnica dei terreni.
5. i modelli geotecnici adottati e i contenuti degli elaborati prodotti con finalità di valutazioni sismiche sono "da intendersi quali modelli preliminari" per affermazione dei redattori. Tale profilo di dettaglio progettuale non è compatibile con la tipologia di pianifìcazione urbanistica proposta.
6. Il documento di "zonazione specifica del sito: accelerazioni attese al suolo", alla luce delle previsìoni urbanistiche proposte, è da ritenere insufficiente.
7. le tavole relative alla disciplina di trasformazione denominata DPE0207.01 e seguenti dovranno contenere gli areali soggetti ad inedificabilità assoluta.
8. la tavola integrativa denominata PP-E.02.20 00 relativa ai vincoli di natura ambientale, contenendo planimetrie parziali inerenti il rischio inquinamento ed azioni correttive, deve essere rielaborata estendendo tali mappe di perimetrazione del rischio e relative misure di mitigazione all'intero areale interessato dal Piau;
9. stante l'individuazione, in sede di relazione geologica di alvei sepolti, ubicati nell'ambito 5 già edificato e su cui si prevedono ulteriori carichi urbanistici, dovranno, nelle norme di attuazione del Piau essere previste adeguate azioni di mitigazione dclla pericolosità sismica per l'edificato esistente ed in progetto;
10. accertata Ia presenza nei diversi ambiti di strutture a valenza strategica o rilevante di proprietà di Enti Statali (Ferrovie dello Stato, Autorità Portuale, etc.) dovranno essere prodotte le risultanze delle verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica di tutte le strutture a destinazione strategica o rilevanti ai fini di eventuale collasso di proprietà comunale.
11. nel merito delle previsioni di cui al "Piano di gestione del rischio alluvioni" I'intera progettazione dovrà essere rielaborata ai fini, in particolare, della prevenzione del rischio alluvionamenti dcgli areali interessati da fìumare, torrenti e relative infrastrutture e rivista alla luce dell'allegato Tav 112 "Aree allagabili a seguito onde anomale" ai fini della prevenzione del rischio allagabilità da onde anomaÌe.
12. dovrà inoltre essere effettuato apposito studio per la determinazione delle aree allagabili per risalita, lungo le fiumare ed i torrenti dcll'intero areale interessato, a seguito di onde anomale;
13. dovrà essere verificata la compatibilità idraulica delle previsioni urbanistiche con i livelli di pericolosità indicati dal Piano stesso.
14. adeguare il Piau alle prescrizioni introdotte con D.A.29 dicembre 2016 relativo all'Approvazione del Piano paesaggistico dell'Ambito 9 ricadente nella provincia di Messina con partìcolare riferimento al Sistema naturale – Sottosistema abiotico Geologia, geomorfologia e idrologia per una profondità di 300 metri dalla battigia.
15. rientrando l'areale nella fascia di rispetto costiero, la rimodulazione del piano dovrà essere finalizzata alla tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico
16. produrre idoneo studio sulle emergenze archelogiche esistenti. Prevedere recupero e qualificazione del fronte mare, da effettuarsi tramite la demolìzione o lo spostamento di aree ferroviarie, aree industriali, ruderi e capannoni dismessi, etc… che impediscono la fruizione deÌ paesaggio costiero e l'accesso al litorale marìttimo;
17. il Piau deve connotarsi quale piano di recupero indirizzato a: a. tutela, recupero e valorizzazione dei Beni storico-architettonici presenti nella penisola falcata di San Raineri, ed alla fruizione pubblica. b. all'eliminazione dei detrattori ed al trasferimento delle attività produttive, in funzione o dismesse, presenti nelle aree affacciate verso il mare aperto della penisola falcata di San Raìneri: c. all'eventuale mantenimento della cantieristica navale. connessa anche alla nautica da diporto, nelle aree con affaccio intemo alla stessa penisola; d. al recupero paesaggistico dei quartieri costieri e degli aggregati edilizi storici presenti nella zona, mantenendone I'assetto urbanistico dei nuclei originari e le tipologie edilizie tradizionali; e. alla conservazione e restauro delle viìle e residenze di pregio oggetto di vincolo apposto con decreto assessoriale.
Il Piau dovrà essere riproposto al Genio Civile – conclude Santoro – "supportato dalla caratterizzazione dei terreni inquinatì, dalla produzione delle risultanze degli studi di microzonazione sismica di secondo e terzo livello, dalla previsione di opere di mitigazione della vulnerabilità sismica di sito per l'edificato esistente fondale su terreni (talvolta anche ex alvei fluviali) disomogenei e sicuramente caratterizzati da amplificazioni sismiche".
(Marco Ipsale)