Le due facce del referendum CSS: un successo a Gualtieri Sicaminò, un flop a San Filippo del Mela

Le due facce del referendum CSS: un successo a Gualtieri Sicaminò, un flop a San Filippo del Mela

Giovanni Passalacqua

Le due facce del referendum CSS: un successo a Gualtieri Sicaminò, un flop a San Filippo del Mela

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lunedì 01 Febbraio 2016 - 01:56

Nella cittadina filippese non è stato raggiunto il quorum obbligatorio; ha votato il 42,9% degli aventi diritto, e il 96,2% ha detto No al CSS. È andata meglio a Gualtieri, con un'affluenza del 65%; anche in questo caso ha vinto il No, votato dal 98,7% degli elettori

È un esito a due facce quello emerso dalle urne del referendum consultivo sulla riconversione della centrale Edipower a CSS. A Gualtieri Sicaminò hanno partecipato alla consultazione 964 elettori, il 65% degli aventi diritto; ha vinto il No con un netto 98,7%. È andata diversamente a San Filippo del Mela, dove invece non è stato raggiunto il quorum obbligatorio: sono andati alle urne 2209 filippesi, il 42,9% del corpo elettorale. Anche in questo caso ha vinto il No, votato dal 96,2% degli elettori.

“Anche se è mancato il quorum, è chiara la volontà politica espressa dagli elettori: no all’inceneritore” – ha commentato Davide Fidone, del Comitato “No Inceneritore del Mela”. La scarsa partecipazione dei cittadini di San Filippo, sede dell’impianto, era stata però “profetizzata” dai Comuni che hanno scelto di rinunciare al referendum; persino ad Archi, frazione direttamente interessata dal progetto, è andato a votare solo il 45,2% degli iscritti alla sezione (in allegato i risultati, sezione per sezione).

A Gualtieri Sicaminò, invece, il referendum ha avuto ottimi riscontri; il sindaco Matteo Sciotto si è impegnato in prima persona, insieme alle associazioni, nella campagna referendaria. A onor del vero, anche a San Filippo sono state organizzate diverse manifestazioni per informare la popolazione, tra cui una – contestata – Tribuna referendaria tra un rappresentante del No e A2A; ma, evidentemente, non è bastato.

L’eccessiva ristrettezza dei tempi per condurre la campagna referendaria è stata una delle critiche più comuni che le associazioni hanno mosso alle amministrazioni che hanno indetto il referendum il 31 gennaio; una critica condivisa persino dai vertici di A2A. Nonostante questo, gli esiti sono stati molto diversi nei due Comuni al voto. Bisognerà dunque capire se, a fare la differenza, sia stato un deficit di informazione o altri motivi. Inoltre, San Filippo del Mela è comunque più grande di Gualtieri, e conta anche quattro frazioni; è dunque più difficile informare adeguatamente 6363 potenziali elettori, piuttosto che circa 1500.

In ogni caso, si tratta di risultati che apriranno ulteriori polemiche. Alcune amministrazioni avevano deliberatamente accusato il sindaco Aliprandi di voler scardinare la compattezza dei 18 Comuni che avevano deliberato contro il progetto di riconversione, attraverso un referendum i cui esiti potevano delegittimare la lotta contro l’inceneritore. Una posizione aggravata dai risultati di Gualtieri, visto che all’amministrazione filippese era stata criticata anche per lo scarso impegno nella campagna referendaria, secondo alcune associazioni ambientaliste.

Resta l’esito plebiscitario della consultazione: in entrambi i Comuni al voto, la volontà degli elettori è chiara e, se ratificata dal Consiglio Comunale, diventerà un indirizzo politico ufficiale per le amministrazioni. A Gualtieri, dove non era previsto un quorum, si è espressa la netta maggioranza dei cittadini, e sarà inevitabile tenerne conto. Ma resta anche una domanda: perchè la maggioranza silenziosa di San Filippo del Mela non ha partecipato al referendum?

Giovanni Passalacqua

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