Paradossi ambientalisti: una riunione sul referendum CSS tra i Comuni che... hanno rinunciato al referendum

Paradossi ambientalisti: una riunione sul referendum CSS tra i Comuni che… hanno rinunciato al referendum

Giovanni Passalacqua

Paradossi ambientalisti: una riunione sul referendum CSS tra i Comuni che… hanno rinunciato al referendum

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mercoledì 20 Gennaio 2016 - 12:54

Le amministrazioni di Santa Lucia del Mela, Milazzo, San Pier Niceto e Condrò hanno incontrato ieri le associazioni ambientaliste per discutere della consultazione. Un confronto che ha scatenato ulteriore confusione: si è parlato di valutare gli esiti del voto il 31 gennaio e poi decidere, puntando, se mai questo sia possibile, su un referendum indetto dalla Città Metropolitana

Tra un paradosso e l’altro, si avvicina la data del referendum consultivo contro il progetto di riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela. Ieri, a convocare un incontro con le associazioni ambientaliste sono stati i Comuni che, a novembre, hanno rinunciato al referendum: Santa Lucia del Mela, Condrò, Milazzo e San Pier Niceto. L’incontro si è concluso in un nulla di fatto; l’unico elemento che emerge in questa fase della campagna referendaria è la confusione.

Ma perchè i Comuni che hanno rinunciato al referendum, sottolineando i rischi legati a un eventuale flop della consultazione, hanno voluto riunirsi per parlare proprio di questo tema? “È stata un’assemblea tesa sin da l primo momento” – sintetizza il Comitato No inceneritore del Mela – “Sindaci e assessori si sono rincorsi nello ripetere le inesattezze scritte sui giornali ai tempi della rottura del patto: il referendum è pericoloso e inficia la validità delle delibere, in sintesi. Per parte nostra, è noto, pensiamo tutto il contrario: la volontà popolare, espressa da migliaia di cittadini è l’arma più potente, la migliore per far tremare le sedie dei politici nelle stanze dei bottoni”.

Anche San Filippo del Mela, che ha proposto il referendum, è comunque molto criticata: “Non possiamo negare, come evidenziato da tutti i relatori, che la comunicazione istituzionale del comune di San Filippo del Mela sul referendum è quantomeno carente” – scrivono ancora i No inceneritore, incalzati anche dal Comitato dei cittadini contro l’inceneritore: “L’impegno scarso o nullo finora dimostrato nella campagna referendaria da parte delle forze politiche e della stessa amministrazione di San Filippo ppare sintomatico dello scollamento della politica dai reali problemi della gente. Ma una cosa è certa: l’eventuale mancato raggiungimento del quorum del 50% previsto a S.Filippo del Mela non potrà e non dovrà essere utilizzato come alibi per avallare questo mostruoso inceneritore”.

Ma cosa è emerso di nuovo dalla riunione di ieri sera? “Il sindaco di Santa Lucia, assieme al sindaco di Condrò si sono detti in un primo momento possibilisti sul referendum, mentre l’assessore Maisano di Milazzo ha ribadito l’assoluta contrarietà alla consultazione” – scrive ancora il Comitato – “Alle diverse sollecitazioni dei presenti perché ci fosse una chiara presa di posizione, la migliore risposta trovata dai sindaci è stata “vediamo prima come va il referendum a San Filippo”. Questa bizzarria (è un eufemismo) si è accompagnata ai commenti di noti ambientalisti, secondo cui andrebbe atteso l’esito della procedura di AIA-VIA da parte del Ministero dell’Ambiente e del Territorio, prima di indire il referendum. Questo andrebbe poi proclamato dalla Città metropolitana. Ci chiediamo, ma un ente che ancora non esiste può indire mai un referendum?”

Dunque, da un lato abbiamo il Comune di San Filippo del Mela che, dopo aver indetto il referendum, ha intenzione semplicemente di aspettarne i risultati – più attiva appare Gualtieri Sicaminò, mentre si aspetta ancora Pace del Mela; queste amministrazioni sono accusate di mettere a rischio la compattezza dei Comuni che hanno deliberato contro il CSS, in quanto un flop alla consultazione potrebbe rivelarsi un boomerang; qualcuno ha accusato più apertamente l’amministrazione filippese di voler sabotare la lotta all’inceneritore, e di aver tentato di gestire il “giocattolo” referendario senza coinvolgere tutte le parti interessate.

Nonostante queste posizioni, tuttavia, i 4 Comuni – e molte associazioni ambientaliste – hanno deciso di impegnarsi per sostenere il No alla consultazione, e invitano le persone a votare. Si è parlato di una consultazione “posticipata” da parte dei Comuni mancanti e guidata dalla Città Metropolitana; in sostanza, però, gli stessi che avversano il referendum lo sostengono nei Comuni i cui si va al voto, e parlano della possibilità di riproporlo.

Intanto, anche A2A ha iniziato la sua personale campagna referendaria. E, come spesso accade, passerà dalle scuole con il concorso “Messaggi dallo Spazio”, riservato ai bambini che vorranno scrivere di ambiente e sostenibilità; e dalle case, con le lettere informative che l’azienda ha inviato a buona parte della popolazione. Certo, al momento A2A è l’unica a fare campagna referendaria per il si; ma, come spesso accade, potrebbe giovarsi della confusione che regna sovrana nel cosiddetto “fronte ambientalista”, dilaniato tra complotti, primedonne e continue liti interne su cosa sia giusto o sbagliato fare.

E i cittadini, che osservano sconsolati questo gioco di paradossi, sono sempre meno sicuri che la lotta contro l’inceneritore troverà la sua concretezza, nelle mani dei nostri amministratori e ambientalisti.

Giovanni Passalacqua

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