Cultura e spettacoli

Riflessioni e dubbi sul Corano nel libro di Santi Ucchino

Un confronto con una realtà spesso poco conosciuta, una riflessione per comprendere, accogliere e integrare. Tanti gli spunti emersi in occasione della presentazione del libro del prof. Santi Ucchino, Il Corano e noi. Contributo per una convivenza difficile, ma necessaria, organizzata dal Rotary Club Stretto di Messina.

Dopo il benvenuto del presidente Thanos Liossis, il socio Antonio Albanese ha introdotto il relatore: «Un amante della cultura, che ha tentato di trovare punti di contatto e contiguità tra la nostra cultura e quella araba».

Un interesse comune

«Il Corano non è per gli specialisti, ma interessa tutti. Abbiamo il diritto e il dovere di capire la tradizione dell’Islam», ha esordito il prof. Ucchino, perché si tratta del libro sacro che è fondamento di una religione praticata da oltre 1,7 miliardi di persone nel mondo.«L’Islam è accanto a noi e abbiamo l’esigenza di conoscere non solo per accogliere ma per integrare».

Tanti dubbi

Una convivenza religiosa che, però, resta sempre complicata, a causa anche di tanti dubbi attorno all’Islam e al Corano, innanzitutto collegati al terrorismo. «Purtroppo le radici della violenza sono nel libro che contiene tutto e il contrario di tutto. È una miscela caotica, senza ordine logico e cronologico», ha aggiunto l’autore. In seguito ha quindi illustrato i passi fondamentali della vita di Maometto, considerato il rivelatore del messaggio di Dio, e del Corano. Il testo fu raccolto e riordinato dopo la morte del profeta, si diffuse in un vasto territorio tanto da contare diverse scuole di letture coraniche, tutte in conflitto tra loro e con diversità di interpretazione; solo nel 1924 il re d’Egitto, Fu’ad, decise di unificare le letture eliminando le parti non appartenenti alla narrazione di Maometto.

Novità e contraddizioni

Ne venne fuori l’attuale Corano, disposto in ordine arbitrario, tra importanti novità e contraddizioni: fratellanza, amore e perdono, ma anche violenza e intolleranza. Da un lato, quindi, tutela della donna, dall’altro la considera inferiore all’uomo; ammette la poligamia, nel limite di quattro mogli, la legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente), la fustigazione degli adulteri, ma condanna l’usura e la calunnia e considera il terrorista un martire. Tanti aspetti positivi e negativi, ma la necessità tra gli intellettuali arabi è di adeguare il libro al presente. Una corrente che punta a una revisione verso l’attuale: «Il recupero dell’Islam alla modernità avrebbe l’effetto di creare condizioni di convivenza pacifica tra paesi islamici e non. È una battaglia di civiltà, ma non è possibile prevedere se e quando avverrà. Facilitare il corso della storia sembra un’utopia ma si deve credere che l’impossibile diventi possibile».

Un obiettivo ancora lontano, come evidenziato nel titolo del volume: «È una convivenza difficile ma necessaria. L’auspicio è che Cristianesimo e Islam mettano da parte contrasti, odi e rancori del passato e procedano nella missione di umanizzazione e progresso morale».