"Ida", il nuovo film di Pawel Pawlikowski

“Ida”, il nuovo film di Pawel Pawlikowski

Tosi Siragusa

“Ida”, il nuovo film di Pawel Pawlikowski

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domenica 08 Marzo 2015 - 07:32

Sulla rotta della decima musa: austero bianco e nero per un intimo dramma nella Polonia degli anni ’60. Impressioni a cura di Tosi Siragusa.

Opera cinematografica drammatica di Paweł Pawlikowski, di intensa bellezza e drammaticità, rarefatta e densa in uno …..
Nella Polonia del 1962, dilaniata fra cattolicesimo e marxismo, ove l’antisemitismo dei vertici comunisti aveva ricoperto ruolo non secondario (anche se nel periodo di riferimento non aveva ancora raggiunto gli sconvolgenti esiti che in seguito si genereranno) avviene l’incontro fra l’orfana Ida cresciuta in convento e la zia Wanda. Il film è costellato di eloquenti silenzi, sottolineate le scene da eccellenti scelte musicali (Mozart, Bach, Coltrane) e da una fotografia rigorosa, in un elegante bianco e nero, con rimandi a Ingmar Bergman e Robert Bresson, la regia è solidissima e particolarmente indovinati i primi piani della bellissima protagonista, una magnetica Agata Trzebuchowska, per la prima volta sul grande schermo.
Dopo aver riportato successi fra il pubblico e le giurie di festival internazionali (fra quali Toronto, Torino, Londra e la stessa Varsavia) questo cinema di grandissima qualità, mai banale a fuori da ogni cliché, ha ottenuto l’Oscar 2015 quale miglio film straniero, premio meritatissimo. La futura suora, Ida, affronta con la sorella della madre un viaggio alla scoperta del proprio passato – che appare come percorso attraverso le ferite storiche – e l’indimenticabile dissepoltura in una foresta dei resti (teschi) dei parenti di Ida, con susseguente sepoltura in un dimenticato cimitero ebraico, resterà fra i frammenti cinematografici indelebili.
In quel mondo grigio l’amore fra Ida e un musicista, che la inizia alla musica Jazz e a quella pop italiana (di Adriano Celentano) ma anche ai nuovi misteri carnali, ai quali dovrebbe rinunciare prendendo a breve i voti. Quelle esistenze di donne, così distanti drammaticamente, inizialmente, ma che si ritrovano per poi separarsi di nuovo sotto il peso delle personali storie, sono riprese da una macchina da presa fissa, che diviene mobile solo sul finale, per adeguarsi al cambiamento vissuto dalla protagonista, dopo aver superato difficoltose contraddizioni, perdonato l’imperdonabile e effettuato una dolorosa scelta esistenziale.
Anche Agata Trzebuchowska e Joan Szyszkowski hanno dato prova di eccellente recitazione.
Il film, da 9, ottimo, è stato programmato il lunedì 2-3-2015 presso il Multisala Apollo, saletta Fasola, nel corso del cineforum Don Orione, che in quest’annata ha presentato opere cinematografiche di ottima qualità.

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