Accorinti: “Il default uccide la libertà di un ente”. In aula trova la sponda di un’ampia maggioranza

Il Piano di riequilibrio doveva essere approvato entro mezzanotte ed a mezzanotte in punto ha ricevuto il via libera del Consiglio comunale. Il rischio non era che Palazzo Zanca si trasformasse in zucca, come nella favola di Cenerentola, ma che il Comune andasse inesorabilmente incontro al dissesto.

A favore della manovra finanziaria e dunque contro il default automatico hanno votato compatti – secondo le previsioni della vigilia – Udc, Forza Italia, Dr e Nuovo Centro-destra, pezzi del Megafono, Art.4. Il Pd non ha trovato la quadra finale e si è presentato diviso alla votazione.

Antonella Russo e Simona Contestabile hanno espresso voto contrario: Emilia Barrile, Carlo Cantali, Claudio Cardile, Giuseppe Santalco, Benedetto Vaccarino, Paolo David si sono astenuti; Donatella Sindoni e Daniele Zuccarello si sono allineati alla maggioranza dei colleghi e hanno votato favorevolmente la delibera contenente il piano di riequilibrio, esitata dalla Giunta Accorinti nella notte tra 13 ed il 14 agosto. Annunciato il voto contrario di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, prevedibile il voto favorevole dell`unica accorintina in aula, Ivana Risitano.

A causa dei tempi strettissimi, il dibattito in aula sul merito del provvedimento si è svolto in due fasi , pre e post votazione. Solo così è stato possibile non sforare il termine della mezzanotte. Anche il sindaco Renato Accorinti è stato costretto ad intervenire quando ormai l`aula si era espressa sugli emendamenti e sulla delibera.

«Oggi – ha esordito Accorinti – è una giornata importantissima per la città e chiedo scusa per il ritardo con cui abbiamo presentato la delibera. Perché dobbiamo avere l’umiltà di dirlo quando sbagliamo, ed in questo caso dovevamo fare meglio e prima. Dobbiamo tutti toglierci di dosso l’arroganza».

A proposito del Piano di riequilibrio ha proseguito: «Vorrei ricordare che quei 374 milioni sono frutto di quella malapolitica che non dobbiamo fare più tornare qua dentro, che ha creato gli amici degli amici. Dobbiamo credere, e noi ci crediamo che possiamo far funzionare le cose: dai rifiuti ai trasporti, stiamo facendo una lunga programmazione per far ripartire la città. Tutte queste cose sono nel Piano di riequilibrio».

Quanto al rischio dissesto, il sindaco – che per mesi, dopo la sua elezione, ha dichiarato di essere più preoccupato del dissesto spirituale che di quello economico – ha affermato: «Il default uccide la libertà e l’autonomia non dell’amministrazione Accorinti ma di qualsiasi amministrazione politica». Il pericolo più grosso secondo Accorinti sarebbe quello di consegnare la città «a tre commissari che si chiudono in una stanza e firmano solo per far quadrare i conti. Oggi è un punto di partenza, ci siamo ritrovati con una massa debitoria enorme e non ci interessa più chi li ha fatti, dobbiamo solo ripartire»

Dal primo cittadino è partito infine un appello al Consiglio comunale, affinché venga inaugurata una nuova stagione improntata sulla collaborazione con la giunta . «Dobbiamo iniziare un nuovo percorso insieme, dobbiamo combattere insieme gli sprechi ed avviare una condivisione su ogni programmazione. Ognuno ha la sua identità politica e partitica, ma questo non deve dividerci quando si parla del bene della città. Questo è un piano etico che ci fa uscire dai guai nei quali ci ha cacciato la mala politica».

Alla fine del suo intervento è tornato a scusarsi con il Consiglio per averlo costretto a votare il Piano di riequilibrio in fretta e furia per non vedersi preclusa la possibilità di aderire al "salva- comuni" ed attingere alle risorse messe a disposizione per il nostro Ente nel Fondo di Rotazione nazionale: «Chiedo scusa ancora una volta a nome dell’amministrazione per i ritardi, non è di certo stato calcolato, abbiamo lavorato sodo e proveremo a fare meglio. Sono sicuro che riusciremo a trovare una strada migliore».

Danila La Torre- Francesca Stornante