Due decessi e un uomo in rianimazione in tre giorni: nascono gli “indignados” al Piemonte

Due decessi e un uomo in rianimazione in tre giorni: nascono gli “indignados” al Piemonte

Due decessi e un uomo in rianimazione in tre giorni: nascono gli “indignados” al Piemonte

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lunedì 10 Ottobre 2011 - 17:25

Proclamato lo stato d’agitazione dalla Fials provinciale Medici: «Il pronto soccorso svuotato dei servizi primari»

Dalla Puerta del Sol all’ospedale Piemonte il passo è breve. Almeno in questo caso, perché i dipendenti della struttura sanitaria di viale Europa sono anch’essi “indignados”, con lo stato d’agitazione proclamato dalla Fials provinciale Medici, appoggiata dalla Fials regionale «a seguito di gravi sviluppi che riguardano l’assistenza sanitaria». Al paventato rischio di chiusura del nosocomio peloritano per l’ormai nota questione di razionalizzare le spese sanitarie (l’ultima novità, in questo senso, riguarda il punto nascita), si aggiunge la preoccupante azione di svuotamento dei servizi primari per il pronto soccorso e del personale. «Due giorni fa – rivela il sindacato – al presidio di viale Europa, è spirato un uomo di 62 anni, ricoverato d’urgenza per infarto. Se ci fosse stata l’Unità di Emodinamica, si sarebbe potuto salvare?» La Fials ricorda ai vertici dell’azienda e all’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo «come sia stato assurdo e scandaloso trasferire i reparti d’emergenza-urgenza al Papardo, senza garantire il mantenimento di una struttura complessa al centro urbano». Ieri, invece, un uomo di 54 anni è deceduto e oggi un paziente, giunto al Piemonte, è stato trasportato al Papardo per un’angioplastica (salvavita in caso di infarto), per poi essere ritrasferito al Piemonte, dove si trova in Rianimazione. «Eventi la cui serietà probabilmente non viene intesa nelle stanze asfittiche del potere e dei bilanci finanziari. Basta inoltre guardare a qualche giorno fa per accorgersi che la lista dei decessi “ambigui” continua e potrebbe avere come causa la mancanza dei servizi. Questi fanno la differenza tra la vita e la morte in un ospedale dignitoso».

«Qui non si tratta di manifestare contro le banche e le speculazioni finanziarie – chiarisce la sigla autonoma – come fa il movimento statunitense e come farà quello italiano domani a Roma, davanti alla sede della Banca d’Italia. Qui si tratta di difendere il diritto alla salute che rischia di essere penalizzato giorno dopo giorno. Se la popolazione messinese si comportasse anche solo lontanamente come quella di New York, in questi ultimi giorni, otterrebbe molti più risultati nel miglioramento dei servizi della propria città sia in termini di qualità che di quantità. Gli indignados erano pochi e solo giovani a Wall Street – proseguono gli esponenti della federazione – Si sono aggregati fino a moltiplicarsi difendendo diritti comuni, organizzandosi sulla rete web e raccogliendo partecipanti di ogni età. Questo può succedere ovunque si parli di diritti calpestati. Tra questi, non può mancare il diritto al lavoro che sta attraversando momenti di precarietà anche all’Ospedale Piemonte».

Entro il 12 ottobre, ad esempio, il personale paramedico è stato spinto a partecipare a un bando di mobilità interna quindi da una parte potrebbe essere assorbito dall’ospedale Papardo, dall’altra è soggetto ad un destino incerto. Negli ultimi tempi, al presidio della zona nord, sono stati chiamati dal plesso centrale radiologi ed infermieri. I prossimi interessati saranno i tecnici di laboratorio. Per cui non solo all’ospedale Piemonte non si può più donare il sangue perché, ormai da due anni, il Centro Raccolta si trova al Papardo ma c’è persino il rischio che gli utenti non possano più sottoporsi ad analisi di routine. «E’ chiaro come il sole – ribadisce la Fials Medici – che non si riesce più a gestire la politica di lento trasferimento dal Piemonte al Papardo di tutto ciò che occorre per far andare avanti un ospedale sotto l’aspetto funzionale. Pertanto diffidiamo il direttore generale Caruso dall’espletare il bando di mobilità del personale specializzato per evitare la paralisi di altri dipartimenti. Chiediamo inoltre che vengano utilizzati i ricavati delle aste pubbliche in cui sono stati venduti gli immobili del nosocomio di viale Europa per mettere in sicurezza i padiglioni 4, 5 e 6, come d’accordo dall’ultimo incontro del 3 agosto tra il direttore generale dell’assessorato Guizzardi e il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte». L’ultima richiesta: accorpare il nosocomio all’ASP 5 e mantenere tutte le specialistiche adeguate ad un presidio sanitario, senza per questo reclamare spese aggiuntive.

3 commenti

  1. Morire per decisioni regionali, di un assessore, che decide di tagliare l’indispensabile ai messinesi…..assessore RUSSO…Lei ha il potere di decidere il diritto alla nascita e la condanna a morte dei messinesi, con i suoi tagli.
    Purtroppo Messina paga la mancanza di peso politico di suoi rappresentanti comunali e provinciali…ma la gente muore per il vuoto assistenziale creato dai tagli.
    I messinesi devono subire e morire nell’indifferenza?
    Nascerà un movimento per la difesa di città e provincia?
    Speriamo che tra i politici messinesi vi sia un elemento in grado di creare il movimento di difesa… indispensabile alla sopravvivenza.

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  2. semu pessi

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  3. Il pesce puzza dalla testa, dunque chi è stato il politico che ha messo Russo a quel posto?

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