Sanità messinese, il piano di Cuccì per abbattere le liste d'attesa e potenziare i servizi territoriali INTERVISTA

Sanità messinese, il piano di Cuccì per abbattere le liste d’attesa e potenziare i servizi territoriali INTERVISTA

Carmelo Caspanello

Sanità messinese, il piano di Cuccì per abbattere le liste d’attesa e potenziare i servizi territoriali INTERVISTA

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giovedì 22 Febbraio 2024 - 09:25

Dai pronto soccorso alla salvaguardia della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina: l'obiettivo di una sanità efficiente e accessibile a tutti del neo commissario dell'Asp

Cuccì
ASCOLTA l’intervista integrale al commissario dell’Asp di Messina, Giuseppe Cuccì

di Carmelo Caspanello
MESSINA – Le liste d’attesa, la carenza di personale, la chiusura di presidi sanitari e la riorganizzazione dei servizi territoriali: sono solo alcune delle sfide che il nuovo Commissario dell’Asp di Messina, Giuseppe Cuccì, si trova ad affrontare. Cucci, nell’intervista rilasciata a Tempostretto, delinea le sue priorità per il futuro della sanità messinese, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e garantire l’equa distribuzione delle cure su tutto il territorio provinciale. Particolare attenzione verrà riservata alle aree montane e alle zone costiere, con interventi mirati a rispondere alle esigenze specifiche di ogni singola realtà. Abbiamo fatto il punto dopo le prime visite del Commissario ai presidi ospedalieri di Milazzo e Barcellona ed affrontato l’importante questione della Cardiochirurgia pediatrica a Taormina.

Commissario Cuccì, le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie rappresentano una delle principali preoccupazioni dei cittadini. Quali misure intende adottare per ridurre i tempi di attesa e garantire ai cittadini messinesi un accesso rapido e tempestivo alle cure?
“Il problema delle liste d’attesa è diffuso e riguarda diverse patologie. L’obiettivo principale dell’amministrazione dell’Asp è l’abbattimento dei tempi. Non è un compito semplice, in questo momento. Noi ci atteniamo alle direttive regionali, che includono circolari assessoriali che regolano l’utilizzo dell’Alpi, l’orario aggiuntivo e delle strutture accreditate e convenzionate. Con i sovracup cerchiamo di garantire la possibilità di effettuare una visita in tempi brevi, non necessariamente nel posto più vicino, ma sempre all’interno dell’azienda. Nei prossimi mesi, avvieremo un’attività di monitoraggio per rendere questo obiettivo ancora più concreto e trovare misure correttive. La carenza di personale sanitario aggrava la situazione e rappresenta l’emergenza che questa direzione strategica dovrà affrontare nei prossimi mesi e anni”.

Ha già avuto modo lei di visitare alcuni dei presidi ospedalieri dell’azienda, Milazzo e Barcellona, dove si registra una situazione delicata. Lunedì prossimo sarà a Taormina. Quali sono le prime impressioni che ha avuto visitando questi presidi?
“Ho visitato gli ospedali di Barcellona e Milazzo. A Barcellona, il pronto soccorso è chiuso e stiamo lavorando alacremente per la sua riapertura. A Milazzo, invece, il pronto soccorso necessita di una ristrutturazione. Per decongestionare l’afflusso di utenti durante i lavori, abbiamo individuato soluzioni concrete durante un tavolo tecnico aziendale. Stiamo ottimizzando le risorse finanziarie a disposizione per evitare sprechi e realizzare interventi realmente necessari. L’ospedale di Milazzo merita un pronto soccorso all’altezza della città e ci impegneremo a fondo per questo obiettivo. Contemporaneamente, stiamo avviando le procedure per riaprire il pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto. Questo decongestionerebbe il pronto soccorso di Milazzo e garantirebbe una maggiore appropriatezza degli interventi sanitari in emergenza”.

Dicevamo che lunedì sarà a Taormina all’ospedale San Vincenzo. E lì, la Cardiochirurgia pediatrica convenzionata con il Bambino Gesù di Roma, è un servizio fondamentale, non solo per quel presidio, ma per l’intera Sicilia ed anche per la Calabria. E non solo. Conosciamo bene i fatti, ne abbiamo parlato abbondantemente anche sul nostro giornale. Ci sono delle garanzie che si possono dare per il futuro? I genitori che noi abbiamo spesso ascoltato, i medici del reparto, sono molto preoccupati e credono che a luglio possa finire tutto”.
“Sì, c’è questa data che incombe del 31 luglio. Ovviamente l’azienda farà tutto il possibile per mantenere un reparto di eccellenza che serve un intero territorio extra regionale. E’ chiaro che noi dobbiamo attenerci a quelle che sono le direttive legate alla norma. C’è un DM70 che prevede l’allocazione di reparti all’interno di quella che è la regione siciliana. Ci sono ovviamente delle direttive ministeriali e regionali che dovranno essere certamente seguite”.

In questo caso non potrebbe subentrare in supporto di Taormina la Regione Calabria, se ne è tanto parlato visto che tanti calabresi vengono qui in Sicilia e la Calabria non ha i numeri per avere un simile reparto? Ci potrebbe essere, non dico l’escamotage, però un appiglio nella normativa?
“Potrebbe certamente essere un valido appiglio. Non voglio parlare di bypassare la normativa, ma di rendere questa normativa ancora più aderente alle esigenze dei territori contigui. Però ritengo che, da parte mia e da parte della direzione strategica, c’è la massima volontà di mantenere questo reparto di qualità. È chiaro che, come ne ho preannunciato prima, non intendo fare delle dichiarazioni o creare delle aspettative che poi non vengono mantenute. Io sono abituato alla concretezza. Noi fino al 31 luglio abbiamo questo reparto. Cercheremo di lavorare in maniera incessante perché questo reparto rimanga, perché sia un valore aggiunto non solo dell’ospedale di Taormina ma dell’area Orientale della regione siciliana”.

Si è presentato sottolineando l’importanza di quelle che sono le realtà territoriali. Come intende declinare questa attenzione in modo concreto?
“La provincia di Messina è una provincia molto vasta che comprende dei territori molto diversi. Ci sono delle aree montane veramente estreme e ci sono anche delle coste ampissime. E anche l’aspetto orografico, antropologico, sociodemografico presentano delle peculiarità che devono essere attenzionate e valutate per garantire tra l’altro adattare quella che può essere l’offerta sanitaria nei singoli territori. Ci sono delle zone montane che molto spesso rimangono isolate, quindi ci sono le isole che già di per sé hanno diverse criticità. Le aree costiere non sono da meno per l’afflusso di gente, di utenza che soprattutto nel periodo estivo si viene a determinare e che può creare ovviamente dei problemi nelle strutture che sono destinate ad accogliere i bisogni di salute. Per cui la risposta sul territorio non potrà essere univoca. L’univocità deve essere solamente la garanzia dell’equa distribuzione dei servizi per garantire l’universalità della nostra attività”.

Si riesce a garantire quelli che sono i livelli essenziali di assistenza? Di solito c’è una sigla. Andiamo oltre la sigla (Lea, sta proprio per livelli essenziali di assistenza).
“Questo è il nostro compito, assegnatoci con l’obbligo di garantirne l’adempimento. Le difficoltà che ho prospettato esistono, certo, ma l’obiettivo primario resta l’equa erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) da parte di ogni azienda. A tal fine, il nuovo sistema di garanzia prevede monitoraggi specifici in ogni provincia e Asp. Partendo dalle criticità emerse in alcune aree, il nostro obiettivo dev’essere il miglioramento della qualità delle prestazioni essenziali”.

Ha parlato dell’importanza dei rapporti con i sindacati, già sono iniziati gli incontri, cosa sta emergendo?
“Il dialogo con i sindacati riguarda le diverse prospettive sulle attività sanitarie e si stanno organizzando incontri formali per ascoltare le loro opinioni. Si è aperti al confronto e si cerca una sintesi tra le varie visioni, nell’interesse dell’azienda e degli utenti. Si confida in un dialogo positivo, anche se ci si aspetta divergenze normali nella dinamica della discussione. Metto in conto che ci possano essere anche degli scontri, delle divergenze, ma questo fa parte della dialettica, della dinamica alla quale tutti dobbiamo essere abituati”.

Quali sono le sfide più importanti che si troverà da affrontare e cosa si augura di realizzare? Un punto su tutti, entro la fine del mandato?
“Non è un solo punto critico, sono tanti. Ho notato diverse criticità e vorrei dare il mio contributo per risolverle. In particolare, mi preme affrontare la grave carenza di personale, la chiusura di pronto soccorso e guardie mediche, e la mancanza di servizi sanitari. La mia priorità è applicare il DM77 in materia di distribuzione territoriale delle strutture sanitarie. Questa potrebbe essere una svolta per dare risposte concrete alla popolazione e ridurre la pressione su ospedali e pronto soccorso, che spesso ricevono richieste da territori privi di presidi sanitari. L’obiettivo è garantire una qualità di vita legata non solo alla salute, ma anche alla corretta gestione della propria esistenza. Per questo motivo, è fondamentale promuovere l’educazione sanitaria continua per una buona prevenzione e, al tempo stesso, garantire un pronto intervento efficace in caso di necessità”.

Un commento

  1. …inutile girare intorno all’argomento… con le liste di attesa non c’è sanità … e Cuccì lo sa benissimo … del resto ci stanno provando in altre regioni molto più progredite della Sicilia.. e ci provano a parole ovvero a chiacchiere … la Sanità ha un costo altissimo e non risponde alle esigenze delle normali patologie ricorrenti… figuriamoci alla prevenzione tanto auspicata quanto sbandierata … facendo prevenzione si limitano le patologie … o forse pensate che seguire la pubblicità delle acque che fanno tin tin si possa evitare l’ospedale ???

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