E' il quarto legale indicato, anzi il quinto. Ecco perché. I nuovi sviluppi dell'indagine
Messina – Gli avvocati Stefano Andolina e Rosa Campisi erano pronti a tornare a Messina oggi, per incontrare nel carcere di Gazzi Stefano Argentino e interloquire con i genitori del ragazzo, dopo aver già avuto un primo lungo incontro ieri, finalizzato a impostare la linea difensiva. Poi la sorpresa: il loro mandato è stato revocato dal giovane, che ha nominato come suo nuovo legale l’avvocato Giuseppe Cultrera, anche lui di Noto.
E’ la quarta nomina che effettua il 27enne reo confesso del femminicidio di Sara Campanella, la collega di corso 22enne accoltellata a Messina il 31 marzo scorso, sul viale Gazzi. Anzi, per la precisione è il quinto legale che indica.
E’ il quarto avvocato, anzi il quinto
Subito dopo la cattura nel b&b di Noto da parte dei Carabinieri di Messina la notte del delitto, Stefano ha affrontato l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida accompagnato dall’avvocato Raffaele Leone, che però ha rimesso il mandato subito dopo. Il professionista è un civilista, aveva assistito la famiglia Argentino in passato per questioni civili e ha ritenuto necessario per il ragazzo essere affiancato da un penalista.
La famiglia aveva poi contattato l’avvocato Junio Celesti, che era pronto ad assisterli. Ma Stefano non ha mai formalizzato il mandato, attribuito l’indomani agli avvocati Andolina e Campisi dai genitori, poi formalizzato anche da Stefano. Ora il nuovo cambio di strategia da parte del ventisettenne di Noto, che ha affrontato il primo faccia a faccia col giudice da “imputato navigato”. Un interrogatorio con troppi silenzi che non hanno chiarito i punti oscuri della vicenda, malgrado la confessione, e che ora si sommano all’ennesimo cambio di strategia difensiva, ancora non chiaro a cosa sia dovuto e finalizzato.
I Ris analizzano vestiti e zaino di Stefano
Al momento il ragazzo resta dietro le sbarre del carcere di Gazzi, in attesa dei prossimi passaggi dell’inchiesta della PM Alice Parialò e dell’aggiunto Marco Colamonici. Il prossimo accertamento è stato fissato per il 14 aprile. Quel giorno i Ris di Tremestieri cominceranno le analisi degli indumenti sequestrati al giovane la notte della cattura, quelli che presumibilmente aveva addosso anche quel tragico pomeriggio. Sequestrati anche lo zaino nero con la vistosa scritta bianca di cui raccontano i testimoni e altri indumenti trovati nel b&b della mamma. Questo tipo di esame serve a “blindare” la responsabilità di Stefano ma soprattutto a chiarire come si è comportato subito prima e dopo il delitto.
La prossima settimana al vaglio le conversazioni di Stefano e i familiari
I Ris intanto sono a lavoro nell’appartamento di via Natoli, messo sotto sigillo, dove Stefano dimorava quando seguiva le lezioni a Messina. Subito dopo partiranno gli accertamenti sul cellulare del ragazzo e sugli altri due sequestrati a casa della famiglia Argentino insieme alle pen drive ed ai pc, mentre la perquisizione del b&b è risultata negativa, indumenti a parte. Saranno quindi estratti e poi analizzati i messaggi e gli altri elementi contenuti nella memoria degli apparecchi, anche per vagliare la versione della mamma di Stefano, che ha ricostruito la “fuga” da Messina e l’appoggio al figlio.
Dov’è il coltello?
Manca ancora un tassello fondamentale agli accertamenti: ovvero la lama afferrata da Stefano quella sera per colpire Sara. Qualcuno lo ha aiutato a disfarsene? Qualche giorno dopo il delitto i Carabinieri hanno rinvenuto poco lontano dal luogo un coltellino a scatto e lo hanno acquisito per analizzarlo, ma l’ipotesi che possa trattarsi di quello adoperato da Stefano non è gettonata. Tra i testimoni ascoltati dagli investigatori quello che sembra aver visto più da vicino l’arma parla di un coltellino.
